Sherlock Holmes al cinema: i migliori interpreti del detective

Il prossimo sarà, un po' a sorpresa, Henry Cavill, perciò andiamo a vedere assieme quali sono stati i migliori Sherlock Holmes cinematografici.

Sherlock Holmes al cinema: i migliori interpreti del detective
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Definire iconico il personaggio di Sherlock Holmes è ormai un eufemismo, con la sua pipa, il cappello deerstalker (sì, quello con le orecchie) e la celeberrima frase "elementare, Watson!". Nel nostro immaginario collettivo è così che si presenta il detective più famoso al mondo, giusto? Bene, perché questi sono tutti elementi apocrifi: Sherlock Holmes, negli scritti di Conan Doyle, non ha mai portato quel cappello, ha sempre fumato indistintamente sigaro, sigarette e pipa (ma non la calabash che conosciamo) e, soprattutto, non ha mai esclamato "elementare, Watson!". Tutte queste peculiarità che lo hanno reso famoso sono arrivate dopo, portate dalle illustrazioni di Sidney Paget e dalle trasposizioni teatrali di William Gillette di inizio ‘900.
Ma tutto questo per dire cosa? Che, anche con Sherlock Holmes, spesso le cose non sono quello che sembrano, e chissà che Henry Cavill, pronto a indossare le vesti del detective, non possa essere un ottimo Sherlock. Uno Sherlock modello di Hugo Boss. Ma ora andiamo a vedere tutti coloro che sono effettivamente stati degli ottimi Sherlock Holmes, in questa carrellata storica dei migliori attori che hanno indossato i panni cinematografici dell'eccelsa mente di Baker Street.

Basil Rathbone

Non si può che cominciare da lui, lo "007" inarrestabile: quattordici i film in cui impersona Sherlock Holmes, dal 1939 al 1946. Un capostipite e modello a cui guardare, sempre e comunque. Infinitamente british, posato, flemmatico, incarna l'essenza stessa degli scritti di Doyle, dei quali ha attraversato ogni angolo e anfratto, assorbendo tutto il possibile per regalare al pubblico lo Sherlock per antonomasia, quello che è rimasto più di tutti nell'immaginario collettivo. Peccato che Basil Rathbone sia arrivato a odiare Sherlock Holmes, stufo di doverne vestire i panni e di essere associato, come attore, soltanto a questo personaggio (che interpretava anche nella trasmissione radiofonica Le nuove avventure di Sherlock Holmes).

Christopher Lee

Austero, aristocratico e al tempo stesso pronto allo scherzo. Per farla breve: tremendamente magnetico. A Christopher Lee basta la presenza scenica per essere Sherlock Holmes: il volto allungato, il naso aquilino, gli zigomi pronunciati e quell'aria di superiorità intellettuale. In Sherlock Holmes - La valle del terrore del 1962 (che non ha nulla a che fare con La valle della paura di Conan Doyle) Lee sembra uscito direttamente dalle pagine dei romanzi, tra un sorriso sardonico e una battuta al vetriolo. Una rappresentazione di Sherlock Holmes portata avanti con una classe irraggiungibile. Lee avrebbe poi interpretato anche Mycroft Holmes in Vita privata di Sherlock Holmes ma era anche reduce dall'essere stato Sir Henry Baskerville in La furia dei Baskerville con Peter Cushing nei panni dell'investigatore.

Robert Stephens

Un Holmes un po' sui generis, diretto da quel mostro sacro di Billy Wilder. Vita privata di Sherlock Holmes (1970) vede un Robert Stephens assieme grandioso e fragile, capace di sfaccettare Sherlock in maniera più umana, intima, quasi in grado di farci entrare dentro il suo piccolo mondo fatto di ingranaggi, salvo poi sbatterci la porta in faccia sul più bello.
Stephens è un Holmes che sorride e gigioneggia, giocando con la sua intelligenza e anticipando ogni mossa possibile (dopotutto la sceneggiatura era originale, non presa da una storia di Doyle). Robert Stephens si calò talmente tanto nel personaggio da rimanerne schiacciato, tentando il suicidio durante le riprese e quasi mandando a monte tutto il film. Resta il fatto che la pellicola e il suo Holmes sono state una delle più grandi fonti di ispirazione per lo Sherlock odierno di Moffat e Gatiss.

Nicol Williamson

Uno Sherlock Holmes decisamente al limite. Nicol Williamson si cala dentro i panni di un detective rosicchiato dalla dipendenza da cocaina, allucinato, in preda ai deliri e comandato da una lucida follia. Ma Sherlock Holmes: soluzione settepercento è molto di più, quindi Williamson riesce a riportare anche la parte più canonica del detective londinese, senza perdere una sorta di piacevole e matta ironia. In trasferta a Vienna, questo Sherlock è affiancato da un cast stellare: Alan Arkin nei panni di Sigmund Freud, Robert Duvall per il fidato Watson e l'immenso Laurence Olivier per James Moriarty. Nicol Williamson riesce comunque a ritagliare il suo memorabile Holmes a fianco di mostri sacri del genere, e non è poco.

Christopher Plummer

Non poteva mancare il fascino e l'aplomb di Christopher Plummer. Il suo Sherlock è un affilato sornione che si trova a indagare gli omicidi di Jack lo Squartatore, in Assassinio su commissione (1979). Con il sorriso sempre pronto, lo sguardo quasi sognante ma in grado di vedere oltre le cose, elemento squisitamente classico del personaggio. Sembra quasi accettare la cascata di eventi che si abbattono su di lui, eppure gli basta tirare un accenno di sorriso e noi siamo magnetizzati, perché così ci rendiamo conto che, per l'ennesima volta, Sherlock Holmes ha previsto tutto. Plummer lo tratteggia con nonchalance, esibendo tutta la sua esperienza di navigato attore shakespeariano.

Nicholas Rowe

Lo Sherlock Holmes giovane di Piramide di paura (1985) deve avere un posto in questa lista. Una rivisitazione adolescente che tratta temi incredibilmente adulti, con un Nicholas Rowe splendidamente in parte. Il suo Sherlock è fastidioso e brillante, capace di allontanare l'emotività con la mente, ma succube delle sue brucianti passioni.
Uno Sherlock Holmes embrionale che però ha già tutto dei libri di Conan Doyle, racchiuso in un volto apparentemente apatico che sa accendersi da un momento all'altro, mentre la neve scende su Londra e le nostre paure più profonde prendono vita.

Richard Roxburgh

Protagonista di un semisconosciuto film per la tv (l'ennesimo Mastino dei Baskerville del 2002), Richard Roxburgh ci regala uno Sherlock Holmes più oscuro. Dopotutto, da un principe delle tenebre come lui non ci si poteva aspettare altro. Il film consegna perfettamente le atmosfere dark della brughiera, mentre Holmes si disperde nell'aria per tornare all'improvviso, retto dal ghigno serafico di Roxburgh che riesce a dare la sua personalissima versione del personaggio - rispettandolo in tutta la sua essenza. Piccola chicca: in La leggenda degli uomini straordinari Richard Roxburgh interpretava nientemeno che... il professor James Moriarty, la storica nemesi di Sherlock Holmes.

Ian McKellen

E perché non uno Sherlock anziano? Scavato dall'età, da quello che ha visto e provato, dalla montagna di sentimenti che gli si legge in faccia, giorno dopo giorno, anche mentre cura le api. Mr. Holmes (2015) è la versione di Sherlock che non ci saremmo aspettati, con uno Ian McKellen strepitoso che riesce a tratteggiare con chirurgica dolcezza uno Sherlock Holmes ormai vecchio e in pensione. Un sorriso in più del solito, una carezza, mentre nella sua testa prova ancora a risolvere un vecchio caso che diventa ogni giorno più sfumato, nebbioso. Ci sono le nuove leve da educare, a cui passare il testimone, ma l'Holmes di Ian McKellen non riesce ad andare al tappeto, nonostante tutto.

Certo, Jeremy Brett e Benedict Cumberbatch dovrebbero entrare in scioltezza dentro questo excursus, ma abbiamo deciso di rimanere nei canoni cinematografici (anche se, in effetti, L'abominevole sposa è andato in sala). Siamo comunque tutti SHERlocked, su questo non ci piove. Magari non proprio tutti, a maggior ragione quando Sherlock Holmes sembra un RocknRolla.

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