Speciale Sex and Zen: La trilogia

Lo speciale sul cinema asiatico più 'piccante' di sempre!

Speciale Sex and Zen: La trilogia
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In occasione dell'uscita nelle sale italiane il prossimo 30 settembre del quarto capitolo della saga, il primo in tre dimensioni, ecco qui uno bello speciale che ripercorre la storia di Sex and Zen, che ha già visto tre incarnazioni rispettivamente nel 1991, nel 1996e nel 1998. Se non avete paura di addentrarvi tra orgie di sesso e filosofia zen, tra membra equine e spericolati amplessi, la lettura potrà esservi di consiglio per poter recuperare questi tre (s)cult del recente passato. Senza scadere nel porno, sempre osservato almeno pubblicamente con un occhio falsamente pudico dal pubblico orientale, ma addentrandosi nel mondo dell'erotismo e contaminandolo con una comicità tipica di quei luoghi, i primi tre film si inseriscono nella cosiddetta categoria III (i film per adulti secondo gli standard di Hong Kong), cui è sempre seguito un largo successo di pubblico dovuto in gran parte alla sensualità delle sue, poco vestite, protagoniste, in grado di ammaliare il pubblico di ogni latitudine. Gli amanti del cinema d'Oriente saranno inoltre curiosi di vedere alcune delle loro attrici preferite come Carrie Ng e Shi Qu in tutta la loro provocante, e ignuda, bellezza. Ma andiamo con ordine e analizziamo, uno per uno, i primi tre capitoli di quella che ad oggi è divenuta, a tutti gli effetti, una quadrilogia.

Sex and Zen

Uscito nel 1991, diretto da Michael Mak e ispirato ad un classico poema cinese, Il tappeto da preghiera di carne (usato anche come sottotitolo nella versione italiana), il primo Sex and Zen vede per protagonista il giovane e avvenente Mei Yeung-Sheng (Lawrence Ng) che all'inizio ha una disputa con un monaco buddista sui benefici che il sesso apportano allo spirito. In seguito il ragazzo prende moglie, ma non soddisfatto dal solo rapporto coniugale, decide di concentrarsi anche su altre donne, con l'aiuto di un infallibile spadaccino. Ma il suo membro è di dimensioni troppo contenute, e così Mei Yeung decide di farsi trapiantare un pene equino, in modo da poter soddisfare ampiamente tutte le sue amanti. Da lì in poi iniziano per il protagonista e le donne che lo circondano una serie di disavventure, più o meno tragiche, che ricollegano il tutto al discorso iniziale. Tra sadomaso, amplessi lesbici, sesso più o meno "mostrato" (con una preponderante attenzione alle parti intime femminili), il senso del grottesco supera a più volte i limiti, riuscendo però nell'arduo compito di evitare la volgarità gratuita, e anzi alleggerendo spesso la tensione erotica con situazioni comiche che a tratti riescono a regalare qualche divertita, e stupita, risata. Sulla recitazione vi è poco da sottolineare, ed escludendo qualche riuscita espressione del protagonista Lawrence Ng, il resto è lasciato esclusivamente alla sensualità dei corpi, che sprigionano in alcune scene una buona dose di "bollente" intrattenimento. Lo zen del titolo si riflette solo nel finale decadente e nella morale che, incredibile a dirsi, riesce in qualche modo a far capolino pure qui, tra seni al vento e vagiti di piacere.

Sex and Zen II

Chen è il signorotto di una piccola cittadina, che ha allenato per anni il suo pene fino a diventare super-dotato. L'uomo ha due figli, un ritardato e una splendida ragazza di nome Yao, con la voglia di scoprire il mondo che la circonda. Quando la giovane, fingendosi uomo, sceglie di frequentare la scuola della città, conosce un giovane e imbranato studente, che rimane evirato a causa della "bizzarra" cintura di castità di Yao. Insieme l'insolita coppia si reca da uno strano medico che vive in cima alla montagna, che trapianta al ragazzo un membro meccanico. Ma durante la loro permanenza sul luogo, incontrano Mirage Lady, una temibile strega in grado di succhiare l'energia vitale degli uomini attraverso il sesso. Con l'aiuto di un indomito guerriero, dovranno fermare la diabolica creatura, che ha scelto come prossimo vittima proprio Chen. Prendendo spunto dal precedente capitolo, Sex and Zen 2 si rivela una piacevole sorpresa, assai superiore all'originale sia per costruzione narrativa che per realizzazione tecnica. Questa volta si eccelle in citazioni da classici del cinema orientali, dal pene meccanico che riporta alla mente il cult Tetsuo di Shinya Tsukamoto, alle atmosfere tendente al fantasy ispirate alla leggendaria trilogia Storia di fantasmi cinesi. Ne esce fuori perciò un lavoro più complesso, con una maggior caratterizzazione dei personaggi, e che non si limita a proporre scene di erotismo in fila, ma riesce a intersecarle in una storia che, "evirata" della sua componente sessuale, potrebbe vivere anche di luce propria. Le scenografie e gli effetti speciali sono finalmente degne di nota, e pur non raggiungendo gli apici, regalano al film un mood da fiaba wuxia in grado di affascinare, nonostante naturalmente non manchino la sensualità e gli amplessi. Bellissime le protagoniste, su cui spicca una diabolica e ambigua Shi Qu nei panni di Mirage Lady.

Sex and Zen III

Tre bellissime ragazze vengono vendute dalle rispettive famiglie e diventano concubine in una casa di piacere. Quando il giovane studente Chu Chi Ang si innamora di una di loro, riceve l'aiuto economico da parte del ricco signorotto Lui Chen (di nuovo interpretato da Tsui Kam-kong, già protagonista del precedente episodio), ma finisce in breve tempo a sperperare tutto il denaro e a mettere a repentaglio la sua vita e quella dell'amata. Il terzo capitolo di Sex and Zen è senza dubbio il meno riuscito della saga. Lasciando praticamente in disparte la componente comica dei precedenti capitoli (se si esclude un breve, ma intenso, "kamasutra del kung fu" che regala qualche divertita risata), il film diretto da Aman Chang punta in maniera sin troppo netta ed esasperata sulla componente erotica, arrivando ad essere il più spinto del trittico e a tratti anche fastidioso per la violenza misogina che permea le immagini, con punte sadiche che sfiorano addirittura il mondo dei torture porn. La storia, ricca di intrecci e personaggi interessanti, è senza dubbio complessa al punto giusto, ma la carica perversa che emerge sin dai primi istanti distingue questo terzo tassello come un capitolo totalmente a parte, volgare in più di un'occasione e perciò in contrasto coi suoi predecessori. Per gli amanti delle bellezze orientali però almeno un motivo, anzi tre, di visione vi è: le tre protagoniste femminili sprigionano calda sensualità da dei corpi mozzafiato, tra i più sexy visti in tutta la serie. Come si suol dire, e mai più appropriato che in questo caso, chi si accontenta gode...