Da La Scuola Cattolica a Sulla Mia Pelle: la cronaca italiana su Netflix

Sono ormai numerose le pellicole che raccontano non solo fatti di cronaca, ma descrivono un intero spaccato sociale della nostra nazione.

Da La Scuola Cattolica a Sulla Mia Pelle: la cronaca italiana su Netflix
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Non è per semplice fascinazione, né per amore del macabro che i prodotti true crime attirano un gran numero di spettatori, perché le storie celate dietro ai terrificanti eventi di cronaca nascondono spunti di discussione attuali che lasciano il segno. Se dall'altra sponda dell'oceano è ancora vivo il riverbero causato dalla serie di Ryan Murphy (recuperate qui la recensione di Dahmer), con le famiglie delle vittime ancora all'attacco di Dahmer, nel Bel Paese è invece clamoroso l'impatto avuto da Vatican Girl sull'opinione pubblica attuale.

È per questo che non sorprende nessuno vedere La Scuola Cattolica al comando della classifica dei film più visti su Netflix - è diventata disponibile nel catalogo Netflix di Gennaio 2023 - davanti a titoli non solo più blasonati, ma anche dal fattore intrattenimento ben più alto ed immediato rispetto alla pellicola di Stefano Mordini. Fotografia di una tragedia ancora non completamente assimilata dal nostro Paese, e coinvolto anche in un'assurda disputa censoria che ha di fatto cercato di nascondere un gigantesco problema educativo, l'opera è soltanto l'ultimo tassello di un grande quadro sociale raccontato attraverso le immagini.

Religione e libertà

Andando contro la tendenza che solitamente lascia spiccare film poco impegnati, da guardare con il minimo coinvolgimento intellettivo ed emotivo, gli utenti Netflix hanno infatti premiato un titolo imperfetto (come vi dicevamo nella recensione de La Scuola Cattolica), ma dallo spessore indiscutibile. L'opera racconta degli strazianti eventi di cronaca avvenuti nel 1975 in una villa di San Felice Circeo, in provincia di Latina, ritornando non solo sui passi che hanno condotto a quello che verrà riconsegnato alla storia come "massacro" ma, andando ancora più indietro nel tempo, immortalando lo sfilacciato tessuto culturale di un'Italia alle prese con i suoi ritardatari moti di libertà.

Assume così un'importanza cruciale quella che per le fredde pagine dei giornali poteva apparire come una mera cornice, ovvero la provenienza e lo status dei tre carnefici, figli di un'agiatissima borghesia romana che li aveva cresciuti con morigeratezza e leggi severe, ma anche con il pressappochismo di chi considerava sufficientemente educative le parabole di un prete.

Nel raccontare anche i problemi identitari dei loro coetanei, ognuno alle soglie di un proprio baratro personale e delittuoso, La Scuola Cattolica restituisce l'immagine di un Paese compresso tra le spinte all'autodeterminazione e le regole ferree di una società fondata sulla Bibbia, creando quella pericolosa zona di schiacciamento capace di partorire mostri.

Proprio come avviene per i prodotti true crime di ogni zona del mondo, i film più importanti dedicati alla cronaca hanno infatti l'obbligo morale di ricordare, comprendere e contestualizzare problemi ben più ampi rispetto al delitto in sé: l'obbiettivo non è cercare una giustificazione ai criminali, ma avvisare il pubblico e le istituzioni che ogni grandissima tragedia parte dai piccoli particolari della vita quotidiana, soprattutto quando avvengono durante gli anni formativi dei ragazzi.

La polvere sotto il tappeto

Il mancato coinvolgimento della famiglia nello sviluppo degli adolescenti, la repressione violenta di ogni impulso sessuale, l'omofobia dilagante capace di sconvolgere intere famiglie: sono questi i pilastri sui quali si è costruita l'Italia negli anni del boom economico, scopertisi poi ordigni pericolosi per la comunità quando è nata la prima generazione di questi nuovi italiani.

Nel ricercare un parallelo temporale e sociale con gli Stati Uniti che dominano il panorama filmico e seriale true crime, l'educazione repressiva ed al tempo stesso distratta dei nostri anni '70 è riconducibile agli strascichi familiari causati dalle numerose guerre made in USA, con padri morti al fronte - o, ancora peggio, tornati in patria sconvolti da ciò che avevano fatto e visto in battaglia - che lasciavano figli e mogli (solitamente sottomesse) alle prese con i tumulti del razzismo e dell'omofobia, dando vita al numero francamente impressionante di serial killer meticolosi e sociopatici che terrorizzavano le notti americane.

È quindi allargando lo spettro descrittivo che un caso apparentemente isolato si scopre il sintomo di un male generalizzato e non sempre risolto, com'è accaduto per La Scuola Cattolica. A cominciare dalle vergognose motivazioni censorie che l'hanno frenato all'uscita in sala, passando per gli immancabili discorsi sull'incoscienza femminile che ancora puntellano la nostra quotidianità, il film propone un'ampia discussione che ha - purtroppo - senso di esistere anche nel nostro 2023.

Diventa importantissimo parlare di complicati argomenti sessuali ed educativi in un Paese che riconosce lo stupro come crimine contro la persona soltanto nel 1996, così come le vergognose condizioni carcerarie hanno reso tragica ed essenziale la visione di Sulla Mia Pelle. La storia di Stefano Cucchi, anche attraverso la sua opera cinematografica, diventa universale quando permette di rivoltare la melma nascosta dietro le porte di una caserma dei carabinieri, imponendo quell'indignazione pubblica che ha permesso di accelerare le indagini e abbattere il muro di omertà dell'Arma.

Dal presente al passato, ma sempre seguendo dinamiche simili che dimostriamo come popolo di non aver ancora compreso appieno, su Netflix è presente anche Buongiorno, Notte, che attraverso il rapimento di Aldo Moro fotografa gli Anni di Piombo e l'ideologia terrorista dietro una lotta di classe che è anche femminista. Appare dunque chiaro il motivo del fallimento di Yara, un film che si concentra sulla parte scandalistica dei suoi eventi senza mai proporre al pubblico qualcosa su cui riflettere con serietà (come vi dicevamo nella recensione di Yara), a riprova di come sia proprio lo spunto sociale ad elevare le opere basate su fatti di cronaca rendendole attuali e coinvolgenti, e non semplici mezzi di rievocazione dolorosa.

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