Sauron, il tiranno oscuro per eccellenza

Sauron rappresenta perfettamente uno degli archetipi fondativi legati al concetto di nemesi e di villain. Ma cosa lo ha reso così celebre e importante?

Sauron, il tiranno oscuro per eccellenza
Articolo a cura di

J.R.R. Tolkien, con Il Signore degli Anelli, nel 1955 pone le basi per quello che da lì in poi sarebbe stato definito come fantasy epico, rielaborando un numero spropositato di miti e influenze appartenenti alla letteratura fantasy classica.
Le parole di Tolkien saranno le solidissime fondamenta per un numero davvero impressionante di scritti successivi che, proprio dalla sua opera magna, hanno infine preso ispirazione.
Continua così la nostra disamina di alcuni tra i villain cinematografici più iconici di sempre, concentrandoci questa volta su Sauron, l'Oscuro Signore di Mordor, nemesi di tutta la Terra di Mezzo e, ovviamente, anche della Compagnia dell'Anello.

Un anello per ghermirli...

L'epica trilogia de Il Signore degli Anelli diretta Peter Jackson ha segnato in maniera indelebile la storia del cinema, risultando ancora oggi come uno dei metri di paragone per qualsiasi opera fantasy uscita in seguito grazie alla grande cura riposta dal regista - supportato ovviamente da tutti gli addetti ai lavori - nel ricreare il mondo immaginifico di Tolkien.
L'opera, intrisa di un forte grado di epicità, è riuscita a radicarsi nell'immaginario collettivo anche per via del caratteristico nemico dell'intera saga, Sauron, un essere in realtà in un primo momento buono seppur capitombolato sotto l'influsso maligno di Melkor, un'entità totalmente votata al male e alla distruzione.
Nel corso della trilogia classica compare nella sua forma fisica durante il prologo, da subito capace di mostrarci la sua potenza smisurata.

Sauron rappresenta infatti il tiranno oscuro per eccellenza, la nemesi con il quale gli eroi (anche indirettamente) devono confrontarsi per salvare il regno, nonostante l'enorme disparità di forza che intercorre tra loro.
Questa caratterizzazione, che potrebbe sembrare parecchio standard e scontata vista con gli occhi attuali, in realtà risulta come un assoluto pregio se rapportata al momento in cui è stata ideata (cioè la seconda metà degli anni '50).
L'archetipo rappresentato da Sauron, infatti, è stato utilizzato come base fondativa di moltissime opere non solo fantasy, perché capace di incarnare un concetto di male puro e atavico declinabile attraverso un numero davvero ampio di contesti.

La stessa figura del tiranno, nel fantasy, ha assunto uno status a tratti simbolico, tanto da diventare un vero e proprio elemento canonico e consolidato delle opere appartenenti al genere, risultando un'enorme fonte d'ispirazione anche per altri villain di indubbio valore quali ad esempio Darth Vader o Lord Voldemort.
Nel prologo de La Compagnia dell'Anello il villain ci viene mostrato indossare la sua colossale armatura, capace di incutere timore tra le fila dei soldati avversari come pochi altri esseri nella Terra di Mezzo.
La sua immensa forza fisica sbaraglia ingenti quantità di persone, e da sola fa comprendere da subito allo spettatore il suo enorme grado di pericolosità.

Ma oltre ai suoi immensi poteri fisici e magici, Sauron è anche un personaggio estremamente subdolo e calcolatore, intenzionato ad assoggettare al suo volere tutti gli esseri viventi tramite elaborati piani e inganni, propendendo al tempo stesso per elargire doni e promesse ai suoi interlocutori salvo poi tradirli al momento opportuno.
Il suo capolavoro più malato e perverso (ma al tempo stesso geniale) può dirsi proprio la forgiatura de l'Unico Anello, un potentissimo artefatto magico in grado di tenere sotto scacco tutti i regni della Terra di Mezzo perché capace di controllare tutti gli altri anelli appartenenti alle più disparate razze, tra cui quelle umane, elfiche e naniche.

Ancora una volta divengono palesi le numerose rielaborazioni di Tolkien riguardo i miti e le leggende del passato, visto che l'intero pantheon di personaggi e ambienti da lui creati ha pescato a piene mani anche dalla tradizione norrena così come dai poemi classici.
Richiama addirittura vari concetti biblici legati al bene e al male - riguardanti la stessa creazione mitica della Terra di Mezzo - e della pericolosità di determinate creature oscure presenti nelle profondità del regno, tra cui i pericolosissimi Balrog (strutturati di fatto come dei terribili demoni).

...e nel buio incatenarli

Il potere a tratti virtualmente illimitato di Sauron ci viene mostrato proprio attraverso la trilogia filmica di Peter Jackson, in cui il villain, nonostante la sconfitta, continua a sopravvivere sotto forma di entità ultraterrena.
L'enorme occhio infuocato diviene la rappresentazione materiale del suo spirito, ancora capace di gettare nel caos il regno nonostanze l'assenza di un corpo materiale con cui portare avanti il suo piano di conquista.
Sauron, smanioso di impossessarsi nuovamente dell'Unico così da tornare a piena potenza, può anche avvalersi di un numero spropositato di creature oscure al suo servizio, tra cui gli spietati orchi assetati di sangue, capaci di travolgere chiunque si trovi davanti al loro cammino.

Ma tra i servi più pericolosi e implacabili di Sauron vi rientrano sicuramente anche i Nazgul, un tempo re umani corrotti dal potere e dal male che fin dal primo film si mettono sulle tracce di Frodo nel tentativo di recuperare ciò che spetta al loro padrone.
Sauron rappresenta così l'oscurità in un mondo di luce, una vera e propria piaga capace di corrompere tutto e tutti non solo con la forza bruta ma anche attraverso la sua infida scaltrezza, dimostrandosi a conti fatti come uno dei villain più ostici da sconfiggere in assoluto, anche in virtù della sua storia passata.

Seppur infatti la trilogia di Jackson parta già con Sauron impossibilitato ad avere un corpo (salvo per il prologo), con la trilogia prequel de Lo Hobbit è stata mostrata la sua comunque invadente - quanto distruttiva - presenza.
Il momento in cui infatti vedremo il villain confrontarsi con Gandalf nel prequel non potrà che rimarcare la sua straordinaria potenza, capace fondamentalmente di mettere in difficoltà anche gli eroi più forti e preparati.
Il Signore Oscuro assume così una vera e propria valenza ciclica, quasi come se fosse un qualcosa di ineluttabile, l'ombra del mondo che in qualche modo deve esistere per controbilanciarne la purezza e la luce.
Un villain dotato quindi di un'impressionante presenza scenica, anche per via dell'ambiente oscuro in cui si ritrova immerso, che lo stesso Jackson ha avuto l'abilità di trasporre su schermo in maniera tanto soddisfacente quanto inquietante, giocando ancora una volta sull'epicità e sulla dimensione a tratti ultraterrena del personaggio.
Proprio focalizzandoci su questo aspetto è possibile constatare il grande lavoro svolto da Tolkien nel costruire il villain, dotandolo di un passato mitico e inarrivabile capace di metterlo su un piano completamente diverso rispetto a quasi tutti gli altri esseri della Terra di Mezzo.

La sua aura malvagia, capace di possedere gli stessi portatori dell'Anello, diviene un ulteriore elemento di pericolo da tenere in estrema considerazione.
Non solo infatti esseri meschini quali Gollum, ma anche avventurieri valorosi come Bilbo o Frodo hanno in realtà ceduto - seppur per brevi momenti - alla natura oscura dell'Unico e dello stesso Sauron.
Non a caso, non basterà un singolo eroe a fermare il Signore Oscuro ma una vera e propria unione collettiva tra gli individui più abili del regno capaci, nel corso dei film, di creare alleanze tra razze diverse per sconfiggere il male comune, nonostante la straordinaria inclinazione di Sauron a resistere, contrattaccare e, talvolta, a risorgere più forte di prima.

Che voto dai a: Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

Media Voto Utenti
Voti: 65
8.2
nd