Ritorno nella Terra di Mezzo: cosa aspettarsi dall'universo LOTR al cinema?
Warner e Embracer Group hanno annunciato l'arrivo al cinema di nuovi film del Signore degli Anelli: ecco cosa possiamo aspettarci dalle prossime release.
Come un fulmine a ciel sereno, Warner ha annunciato i nuovi film del Signore degli Anelli a fine febbraio. Trame e titoli di queste pellicole, per il momento, sono ancora sconosciuti, ma ciò che è certo è che si tratterà di diverse produzioni basate sui lavori di J.R.R. Tolkien, dal Signore degli Anelli allo Hobbit, passando per il Silmarillion.
I fan si staranno sicuramente chiedendo quali romanzi dell'autore sudafricano verranno adattati sul grande schermo (per ora non si parla di serie TV, visto anche il relativo insuccesso di critica degli Anelli del Potere su Amazon Prime Video), ma prima ancora di porsi questa domanda c'è da considerare un'altra, annosa questione. Stiamo parlando dei problemi legati ai diritti di proprietà delle opere di Tolkien e delle loro trasposizioni sul grande e sul piccolo schermo, che potrebbero "bloccare" alcune linee narrative nella grande opera di reboot di Warner.
Tutto una questione di licenze
Al momento, i diritti delle opere legate al Signore degli Anelli sono quasi tutti nelle mani di Embracer Group, una holding svedese specializzata nella produzione di videogiochi, con un portfolio che comprende, tra le altre, IP del calibro di Deus Ex, Tomb Raider, Darksiders, Goat Simulator e Saints Row.
Nel 2022, infatti, Embracer ha acquisito Middle-Earth Enterprises, ex-Tolkien Enterprises, che dagli anni Settanta possiede i diritti di quasi tutte le opere della produzione di J.R.R. Tolkien. Sulla scia di tale acquisizione, per esempio, sono nati progetti come i nuovi giochi del Signore degli Anelli, che pare sarebbero in lavorazione presso gli studi della stessa Embracer. Una piccola parte dei diritti relativi alle opere di Tolkien, legati alle "appendici" dei Racconti Incompiuti e dei Racconti Perduti, insieme al Signore degli Anelli e allo Hobbit, benché non in esclusiva, appartengono invece ad Amazon, che li ha sfruttati per la sua serie TV, Gli Anelli del Potere. Se avete visto Gli Anelli del Potere, possiamo farvi un chiaro esempio pratico delle questioni legate alle licenze: sapete perché gli hobbit della serie vengono chiamati "Pelopiedi"? Amazon giustifica la scelta spiegando che si tratta di "antenati" degli hobbit del Signore degli Anelli, ma in realtà la questione è probabilmente legata al fatto che Amazon non detiene il diritto di utilizzare il nome "hobbit" nelle sue serie TV.
Ad ogni modo, Embracer ha un accordo con Warner Bros e New Line Cinema per tutte le nuove opere a "marchio" Tolkien, il che significa che, salvo imprevisti, chiunque si occuperà di realizzare le prossime pellicole dell'universo cinematografico tolkeniano non avrà alcun problema di licenze e potrà usare i nomi di Aragorn, Frodo, Gandalf e Sauron senza alcuna limitazione. A questo punto, però, sorge un altro interrogativo: e Amazon? Il colosso di Seattle sembra essere stato colto (relativamente) in contropiede dall'accordo tra Embracer, Warner e New Line Cinema, ma ha una posizione pressoché inattaccabile dal punto di vista dei diritti: nessuno potrà impedirle, in futuro, di mandare avanti la sua serie TV o di realizzare dei film con le (poche) IP in suo possesso.
Per la verità, le riprese della stagione 2 degli Anelli del Potere sono già iniziate, il che significa che quest'ultima arriverà quasi sicuramente su Prime Video. Più incerta è la stagione 3, invece: la stessa Amazon aveva assicurato che un rinnovo degli Anelli del Potere per la terza stagione sarebbe arrivato già nel 2023 (prima dell'uscita in streaming della seconda, dunque), ma visto l'accordo Warner-Embracer è possibile che il colosso dello streaming video decida di attendere prima di procedere con il progetto.
Il perché è presto detto: benché, come abbiamo già detto, né Warner né Embracer potranno mai impedire ad Amazon di realizzare film e serie TV ambientati nella Terra di Mezzo, esse godono della possibilità fattuale di rendere "inutili" gli Anelli del Potere come serie TV.
La serie Amazon basa gran parte del suo successo e della sua attrattiva sul fatto di riallacciarsi a temi e personaggi poi resi noti al grande pubblico dalle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson. Se Warner ed Embracer andassero dunque a ritoccare queste due saghe, magari con un remake del Signore degli Anelli con personaggi leggermente diversi, situazioni appena modificate o l'inclusione di ulteriori elementi narrativi e di worldbuilding, magari appositamente pensati per "contrastare" Amazon, potrebbero rendere immediatamente obsoleta la serie per Prime Video, che come prodotto standalone, completamente scollegato dal resto delle trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Tolkien, non potrebbe sopravvivere. Ovviamente, "tagliare fuori" Amazon in maniera surrettizia sarebbe una mossa rischiosa, perché da una parte sarebbe necessario snaturare, almeno parzialmente, le storie di Tolkien, e dall'altra si perderebbe un interessante player della promozione di un universo fantasy estremamente costoso come quello della Terra di Mezzo, per giunta in un settore (il piccolo schermo) sul quale Warner ed Embracer non hanno ancora confermato alcun impegno produttivo formale.
Un nuovo inizio o tanti spin-off?
Per quanto riguarda le trame delle produzioni che Warner ed Embracer potrebbero sviluppare nei prossimi anni, sappiamo che le due aziende vogliono un universo cinematografico della Terra di Mezzo, che si muova in lungo e in largo nello spazio-tempo del mondo di J.R.R. Tolkien e che abbia Peter Jackson come sua "mente".
Il regista delle due trilogie del Signore degli Anelli e dello Hobbit, infatti, ha confermato di essere al corrente dei piani di Warner e Embracer per il Signore degli Anelli, lasciando intendere di essere in qualche modo coinvolto, magari in veste di regista o di maxi-produttore, un po' come James Gunn per il DCU o Kevin Feige per il MCU. Tutto ciò ammesso che Warner decida di andare all-in con un universo cinematografico di ampio respiro, cosa che potrebbe risultare meno semplice per l'IP del Signore degli Anelli che per lo sterminato parco fumetti di Marvel e DC. In ogni caso, il ritorno di Jackson in veste di produttore o di regista potrebbe di fatto accantonare l'ipotesi di un remake dello Hobbit o del Signore degli Anelli, finora la più gettonata tra i fan e la stampa, che subito si sono lanciati nelle speculazioni su una rivisitazione delle avventure di Bilbo, Frodo e compagnia in arrivo nei prossimi anni. Difficile però che Peter Jackson accetti di dirigere il remake di film che egli stesso ha girato, peraltro a distanza di "soli" vent'anni, nel migliore dei casi. Peraltro, dobbiamo considerare che entrambe le trilogie sono comunque annoverate tra i migliori film fantasy in circolazione, e continuano a generare degli introiti enormi con merchandising, proiezioni-evento e licenze streaming.
Semmai, assai papabile è che le due saghe di inizio anni Duemila diventino la base per un universo "esteso" targato LOTR, che potrebbe facilmente ampliarsi con la narrazione degli eventi dei viaggi di Bilbo e di Frodo dal punto di vista di altri personaggi-chiave. Per esempio, Gandalf nel Signore degli Anelli viene in gran parte relegato ad una presenza secondaria e, per certi versi, ancillare al progresso della narrazione, apparendo e scomparendo al bisogno. Una narrazione dal punto di vista di Gandalf degli eventi che già conosciamo, dunque, potrebbe fare la felicità di molti fan, che avrebbero modo di seguire nuovamente gli eventi dei loro film preferiti guardandoli con gli occhi di uno spettatore diverso e, per certi versi, privilegiato.
Allo stesso tempo, meriterebbero una certa attenzione anche le avventure di Gollum tra lo Hobbit e il Signore degli Anelli, le quali potrebbero ricevere una pellicola dedicata che narri la lenta discesa nella pazzia di Smeagol dopo la corruzione della sua mente da parte dell'Unico Anello. Inoltre, con l'imminente uscita di The Lord of The Rings Gollum per console di vecchia e nuova generazione, chissà che il comprimario di Frodo (nonché uno dei pochi personaggi a comparire sia nella prima che nella seconda trilogia tratta dai romanzi di J.R.R. Tolkien) non goda di un "ritorno di fiamma" tra il pubblico, che convinca Warner ed Embracer a dedicargli il giusto spazio sul grande schermo.
Altre possibilità, benché meno strettamente connesse alle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson, potrebbero riguardare le avventure del giovane Aragorn, facendo anche da prequel per la narrazione del Signore degli Anelli e introducendo personaggi come Elrond, Gandalf e, soprattutto, Arwen, prendendosi anche tutto il tempo per approfondire la storia d'amore tra l'elfa e il futuro Re di Gondor.
Spostandoci nello schieramento opposto delle forze di Arda, molto intrigante potrebbe essere una narrazione della nascita dei Nazgûl, e in particolare del loro capo, il Re Stregone di Angmar. La parabola del capo dei Nazgûl, infatti, potrebbe permettere a Warner ed Embracer di raccontare la storia del regno insulare di Númenor, largamente rimasto intoccato dalla narrazione dei sei film di Peter Jackson (e apparso più di recente nella serie Amazon). Infine, un'altra possibilità è che finalmente venga introdotto il personaggio di Tom Bombadil anche nel Signore degli Anelli cinematografico, dopo essere stato completamente tralasciato dalla trilogia dei primi anni Duemila. In tal caso, è possibile che un film su Tom Bombadil nasca come una sorta di spin-off della Compagnia dell'Anello, raccontandone un fatto secondario (il salvataggio di Frodo e compagnia dal Vecchio Uomo Salice per mano di Tom) e poi spostandosi sulle avventure dello stesso Tom, sia prima che dopo il suo incontro con gli hobbit, per rispondere infine ad uno degli interrogativi ancora irrisolti di tutta la produzione di scritti tolkeniana: chi è veramente Tom Bombadil?
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Come un fulmine a ciel sereno, Warner ha annunciato i nuovi film del Signore degli Anelli a fine febbraio. Trame e titoli di queste pellicole, per il momento, sono ancora sconosciuti, ma ciò che è certo è che si tratterà di diverse produzioni basate sui lavori di J.R.R. Tolkien, dal Signore degli Anelli allo Hobbit, passando per il Silmarillion.
I fan si staranno sicuramente chiedendo quali romanzi dell'autore sudafricano verranno adattati sul grande schermo (per ora non si parla di serie TV, visto anche il relativo insuccesso di critica degli Anelli del Potere su Amazon Prime Video), ma prima ancora di porsi questa domanda c'è da considerare un'altra, annosa questione. Stiamo parlando dei problemi legati ai diritti di proprietà delle opere di Tolkien e delle loro trasposizioni sul grande e sul piccolo schermo, che potrebbero "bloccare" alcune linee narrative nella grande opera di reboot di Warner.
Tutto una questione di licenze
Al momento, i diritti delle opere legate al Signore degli Anelli sono quasi tutti nelle mani di Embracer Group, una holding svedese specializzata nella produzione di videogiochi, con un portfolio che comprende, tra le altre, IP del calibro di Deus Ex, Tomb Raider, Darksiders, Goat Simulator e Saints Row.
Nel 2022, infatti, Embracer ha acquisito Middle-Earth Enterprises, ex-Tolkien Enterprises, che dagli anni Settanta possiede i diritti di quasi tutte le opere della produzione di J.R.R. Tolkien. Sulla scia di tale acquisizione, per esempio, sono nati progetti come i nuovi giochi del Signore degli Anelli, che pare sarebbero in lavorazione presso gli studi della stessa Embracer. Una piccola parte dei diritti relativi alle opere di Tolkien, legati alle "appendici" dei Racconti Incompiuti e dei Racconti Perduti, insieme al Signore degli Anelli e allo Hobbit, benché non in esclusiva, appartengono invece ad Amazon, che li ha sfruttati per la sua serie TV, Gli Anelli del Potere. Se avete visto Gli Anelli del Potere, possiamo farvi un chiaro esempio pratico delle questioni legate alle licenze: sapete perché gli hobbit della serie vengono chiamati "Pelopiedi"? Amazon giustifica la scelta spiegando che si tratta di "antenati" degli hobbit del Signore degli Anelli, ma in realtà la questione è probabilmente legata al fatto che Amazon non detiene il diritto di utilizzare il nome "hobbit" nelle sue serie TV.
Ad ogni modo, Embracer ha un accordo con Warner Bros e New Line Cinema per tutte le nuove opere a "marchio" Tolkien, il che significa che, salvo imprevisti, chiunque si occuperà di realizzare le prossime pellicole dell'universo cinematografico tolkeniano non avrà alcun problema di licenze e potrà usare i nomi di Aragorn, Frodo, Gandalf e Sauron senza alcuna limitazione. A questo punto, però, sorge un altro interrogativo: e Amazon? Il colosso di Seattle sembra essere stato colto (relativamente) in contropiede dall'accordo tra Embracer, Warner e New Line Cinema, ma ha una posizione pressoché inattaccabile dal punto di vista dei diritti: nessuno potrà impedirle, in futuro, di mandare avanti la sua serie TV o di realizzare dei film con le (poche) IP in suo possesso.
Per la verità, le riprese della stagione 2 degli Anelli del Potere sono già iniziate, il che significa che quest'ultima arriverà quasi sicuramente su Prime Video. Più incerta è la stagione 3, invece: la stessa Amazon aveva assicurato che un rinnovo degli Anelli del Potere per la terza stagione sarebbe arrivato già nel 2023 (prima dell'uscita in streaming della seconda, dunque), ma visto l'accordo Warner-Embracer è possibile che il colosso dello streaming video decida di attendere prima di procedere con il progetto.
Il perché è presto detto: benché, come abbiamo già detto, né Warner né Embracer potranno mai impedire ad Amazon di realizzare film e serie TV ambientati nella Terra di Mezzo, esse godono della possibilità fattuale di rendere "inutili" gli Anelli del Potere come serie TV.
La serie Amazon basa gran parte del suo successo e della sua attrattiva sul fatto di riallacciarsi a temi e personaggi poi resi noti al grande pubblico dalle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson. Se Warner ed Embracer andassero dunque a ritoccare queste due saghe, magari con un remake del Signore degli Anelli con personaggi leggermente diversi, situazioni appena modificate o l'inclusione di ulteriori elementi narrativi e di worldbuilding, magari appositamente pensati per "contrastare" Amazon, potrebbero rendere immediatamente obsoleta la serie per Prime Video, che come prodotto standalone, completamente scollegato dal resto delle trasposizioni cinematografiche dei romanzi di Tolkien, non potrebbe sopravvivere. Ovviamente, "tagliare fuori" Amazon in maniera surrettizia sarebbe una mossa rischiosa, perché da una parte sarebbe necessario snaturare, almeno parzialmente, le storie di Tolkien, e dall'altra si perderebbe un interessante player della promozione di un universo fantasy estremamente costoso come quello della Terra di Mezzo, per giunta in un settore (il piccolo schermo) sul quale Warner ed Embracer non hanno ancora confermato alcun impegno produttivo formale.
Un nuovo inizio o tanti spin-off?
Per quanto riguarda le trame delle produzioni che Warner ed Embracer potrebbero sviluppare nei prossimi anni, sappiamo che le due aziende vogliono un universo cinematografico della Terra di Mezzo, che si muova in lungo e in largo nello spazio-tempo del mondo di J.R.R. Tolkien e che abbia Peter Jackson come sua "mente".
Il regista delle due trilogie del Signore degli Anelli e dello Hobbit, infatti, ha confermato di essere al corrente dei piani di Warner e Embracer per il Signore degli Anelli, lasciando intendere di essere in qualche modo coinvolto, magari in veste di regista o di maxi-produttore, un po' come James Gunn per il DCU o Kevin Feige per il MCU. Tutto ciò ammesso che Warner decida di andare all-in con un universo cinematografico di ampio respiro, cosa che potrebbe risultare meno semplice per l'IP del Signore degli Anelli che per lo sterminato parco fumetti di Marvel e DC. In ogni caso, il ritorno di Jackson in veste di produttore o di regista potrebbe di fatto accantonare l'ipotesi di un remake dello Hobbit o del Signore degli Anelli, finora la più gettonata tra i fan e la stampa, che subito si sono lanciati nelle speculazioni su una rivisitazione delle avventure di Bilbo, Frodo e compagnia in arrivo nei prossimi anni. Difficile però che Peter Jackson accetti di dirigere il remake di film che egli stesso ha girato, peraltro a distanza di "soli" vent'anni, nel migliore dei casi. Peraltro, dobbiamo considerare che entrambe le trilogie sono comunque annoverate tra i migliori film fantasy in circolazione, e continuano a generare degli introiti enormi con merchandising, proiezioni-evento e licenze streaming.
Semmai, assai papabile è che le due saghe di inizio anni Duemila diventino la base per un universo "esteso" targato LOTR, che potrebbe facilmente ampliarsi con la narrazione degli eventi dei viaggi di Bilbo e di Frodo dal punto di vista di altri personaggi-chiave. Per esempio, Gandalf nel Signore degli Anelli viene in gran parte relegato ad una presenza secondaria e, per certi versi, ancillare al progresso della narrazione, apparendo e scomparendo al bisogno. Una narrazione dal punto di vista di Gandalf degli eventi che già conosciamo, dunque, potrebbe fare la felicità di molti fan, che avrebbero modo di seguire nuovamente gli eventi dei loro film preferiti guardandoli con gli occhi di uno spettatore diverso e, per certi versi, privilegiato.
Allo stesso tempo, meriterebbero una certa attenzione anche le avventure di Gollum tra lo Hobbit e il Signore degli Anelli, le quali potrebbero ricevere una pellicola dedicata che narri la lenta discesa nella pazzia di Smeagol dopo la corruzione della sua mente da parte dell'Unico Anello. Inoltre, con l'imminente uscita di The Lord of The Rings Gollum per console di vecchia e nuova generazione, chissà che il comprimario di Frodo (nonché uno dei pochi personaggi a comparire sia nella prima che nella seconda trilogia tratta dai romanzi di J.R.R. Tolkien) non goda di un "ritorno di fiamma" tra il pubblico, che convinca Warner ed Embracer a dedicargli il giusto spazio sul grande schermo.
Altre possibilità, benché meno strettamente connesse alle due trilogie cinematografiche di Peter Jackson, potrebbero riguardare le avventure del giovane Aragorn, facendo anche da prequel per la narrazione del Signore degli Anelli e introducendo personaggi come Elrond, Gandalf e, soprattutto, Arwen, prendendosi anche tutto il tempo per approfondire la storia d'amore tra l'elfa e il futuro Re di Gondor.
Spostandoci nello schieramento opposto delle forze di Arda, molto intrigante potrebbe essere una narrazione della nascita dei Nazgûl, e in particolare del loro capo, il Re Stregone di Angmar. La parabola del capo dei Nazgûl, infatti, potrebbe permettere a Warner ed Embracer di raccontare la storia del regno insulare di Númenor, largamente rimasto intoccato dalla narrazione dei sei film di Peter Jackson (e apparso più di recente nella serie Amazon). Infine, un'altra possibilità è che finalmente venga introdotto il personaggio di Tom Bombadil anche nel Signore degli Anelli cinematografico, dopo essere stato completamente tralasciato dalla trilogia dei primi anni Duemila. In tal caso, è possibile che un film su Tom Bombadil nasca come una sorta di spin-off della Compagnia dell'Anello, raccontandone un fatto secondario (il salvataggio di Frodo e compagnia dal Vecchio Uomo Salice per mano di Tom) e poi spostandosi sulle avventure dello stesso Tom, sia prima che dopo il suo incontro con gli hobbit, per rispondere infine ad uno degli interrogativi ancora irrisolti di tutta la produzione di scritti tolkeniana: chi è veramente Tom Bombadil?
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