Quando il mondo finisce: il genere post-apocalittico tra film e videogiochi

Quali sono le opere che hanno saputo trattare il genere post-apocalittico in maniera più originale? Scopriamone alcune.

Quando il mondo finisce: il genere post-apocalittico tra film e videogiochi
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In seguito a un disastro che può avere varia natura, il mondo che conosciamo smette di fatto di esistere per far posto ai pochi sopravvissuti rimasti. Con questo semplice incipit il genere post-apocalittico ci ha regalato nel corso dei decenni opere molto stratificate, accomunate però da un aspetto imprescindibile: la smodata lotta per la sopravvivenza.
Sia il mondo del cinema che quello dei videogiochi hanno saputo imbastire un numero davvero elevato di situazioni interessanti facendo perno su una caratterizzazione dei personaggi soddisfacente, seppur molto spesso di natura tragica.
Andiamo quindi avanti nella nostra disamina dei più disparati generi e sottogeneri cinematografici, questa volta concentrandoci sul filone post-apocalittico, provando ad analizzarlo anche in funzione di alcuni famosi videogiochi recenti inerenti al tema.

Nessun rimedio

Non importa che si tratti di una devastante pandemia capace di decimare il genere umano, oppure che il disastro sia stato generato da un evento di matrice naturale (come un'inondazione) o artificiale (una guerra nucleare): nel genere post-apocalittico ci troviamo di fronte a un qualche tipo di catastrofe che ha distrutto il mondo per come lo conosciamo, lasciando ai pochi rimasti l'arduo compito di provare a sopravvivere con ogni mezzo.
Per la brutalità necessaria a rimanere in vita, spesso i protagonisti di questo tipo di storie si avvicinano maggiormente all'archetipo dell'antieroe.
Il cinema apocalittico ci porta infatti a scoprire la brutalità insita nella natura umana che, proprio in un ambiente non più governato dalle normali leggi a cui tutti dobbiamo rifarci per il quieto vivere, si lascia andare a una serie di comportamenti aberranti e spesso legati a doppio filo alla violenza estrema.
Il genere post-apocalittico risulta talvolta intriso di una forte componente sociologica, mostrando agli spettatori scorci di un passato (in realtà il nostro presente) in cui gli esseri umani davano per scontate tutta una serie di comodità che solo il progresso - soprattutto nell'ultimo secolo - ha reso possibili.

Nel mondo post-apocalittico ormai non esiste più nessuna soluzione per provare in qualche modo a risolvere la situazione. Davanti ai numerosi personaggi in campo si apre così una realtà totalmente allo sbando, imbarbarita, spietata e ostile in cui non è possibile scendere a compromessi con niente e nessuno, con due uniche opzioni possibili: adattarsi o morire.
La brutalità estrema di molte delle situazioni messe in scena si lega così a doppio filo alla legge della giungla, dove solo il più forte (o scaltro) può pensare di sopravvivere descrivendo un ambiente del futuro in realtà vicinissimo a un contesto sociale tipico degli albori dell'umanità.
Nell'intramontabile cult 1997: Fuga da New York veniamo trasportati in un mondo distopico in cui i diritti umani sembrano non esistere più, con il burbero protagonista Jena Plissken (da cui Hideo Kojima ha preso ispirazione per il suo Solid Snake) che si ritrova invischiato in una missione ad alto rischio per salvare nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti, impegnandosi nel sopravvivere all'interno di una Manhattan diventata un'enorme prigione in cui è possibile incontrare i più spietati criminali in circolazione.
Nel film di fantascienza Il pianeta delle scimmie, vediamo invece alcuni umani confrontarsi con numerosi esseri antropomorfi (dalle fattezze appunto di scimmie) capaci di vivere in una società governata da regole e leggi tribali in cui le poche persone presenti sono trattate alla stregua di animali.

Il concetto stesso di mondo in rovina è comunque stato portato su grande schermo anche attraverso opere più recenti, a testimonianza di quanto l'intero sottogenere sia riuscito senza problemi ad adattarsi ai più disparati tipi di pubblico a distanza di svariati decenni, proprio per via della sempre grande attualità di molti dei temi presi in considerazione.
In Codice Genesi, film del 2010 diretto dai fratelli Hughes, il protagonista Eli (interpretato da Denzel Washington) è costretto a lottare in maniera disperata per tentare di sopravvivere mentre è impegnato nella ricerca di un prezioso libro, che sembra essere un mitico tesoro.

L'opera rielabora il genere post-apocalittico attraverso una trama interessante e fuori dagli schemi, mettendo comunque in scena i numerosi capisaldi del filone, tra cui un mondo in rovina popolato da spietati personaggi e numerosi rimandi a un passato a tratti mitico (e ormai perduto per sempre), cioè il nostro presente.
Davvero notevole anche The Road con protagonista Viggo Mortensen, che rimane ancora oggi uno dei più riusciti ed emozionanti film post-apocalittici degli ultimi anni, capace di puntare su una dimensione fortemente reale (senza quindi tirare in ballo mostri o altre entità di matrice sovrannaturale o aliena), dando alla luce un racconto cupo e violento in grado di catturare l'attenzione dello spettatore in maniera davvero efficace.

Nessuna pietà

Seguendo il macrotema del mondo ormai senza speranza, impossibile non citare l'intera saga di Mad Max (dapprima con protagonista Mel Gibson e poi Tom Hardy) che, soprattutto con il secondo capitolo, ha in un certo senso reinventato i capisaldi del genere in un'ottica moderna (la celebre serie manga di Ken il guerriero, ad esempio, ha preso ispirazione proprio da Mad Max) mostrandoci una Terra trasformatasi in un arido deserto in cui bande di spietati predoni passano il tempo a fare razzie delle pochissime risorse rimaste, uccidendo chiunque gli capiti a tiro.
La voglia di sopravvivere a tutti i costi passa quindi anche da qui, cioè dal bisogno smodato dei protagonisti di andare alla ricerca di cibo e oggetti per aumentare, anche di poco, le chance di farcela in un mondo in cui concetti come empatia e pietà sono solo un lontano ricordo, con la violenza che diviene uno strumento a suo modo distruttivo, perché capace di trascinare a fondo tutti i personaggi disposti a farne largo uso.

Da questo punto di vista, la stessa saga videoludica di The Last of Us (creata dal team Naughty Dog), sfruttando la cornice di una devastante pandemia che ha portato molti esseri umani - infettati dalla spora Cordyceps - a trasformarsi in mostri, ci trasporta all'interno di un mondo allo sbando in cui il confine tra bene e male viene continuamente superato.
Nel primo capitolo sarà proprio Joel, uno dei due protagonisti, a confessare a Ellie (la ragazzina che lo accompagna per tutta l'avventura, apparentemente immune al contagio) di essersi più volte macchiato di orribili azioni durante la sua vita, portando alla luce - anche in maniera letterale - quanto alle volte tempi disperati richiedano misure disperate per andare avanti.
Lo stesso The Last of Us Parte II ha voluto puntare, ancora più che in precedenza, sul concetto di violenza che chiama altra violenza, focalizzandosi questa volta sulla figura di Ellie, traumatizzata da un tragico evento che la porta a diventare una vera e propria macchina di morte incapace di provare qualsiasi forma di pietà.

Sempre per quanto concerne il media videoludico, sono numerose quanto variegate le rielaborazioni sul tema, a cominciare dallo stesso Mad Max targato Avalanche Studios, così come nella coinvolgente serie di sparatutto in prima persona Metro, in cui l'umanità, a seguito di una guerra nucleare, è stata costretta a rifugiarsi nel sottosuolo creando un vero e proprio ecosistema composto da città sotterranee all'interno delle linee della metropolitana.

Estremamente originale il modo in cui Hideo Kojima ha provato a rielaborare il genere attraverso Death Stranding, mettendo in scena un mondo sconvolto da uno spaventoso evento disastroso che ha di fatto portato l'aldilà a collidere con la nostra realtà, rendendo via via sempre più difficoltoso per l'umanità scambiarsi le risorse necessarie a sopravvivere, particolare che ha portato il mestiere del corriere a diventare il più importante di tutti.

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