PlayStation Production: cosa verrà dopo Uncharted?

PlayStation Production con Uncharted potrebbe coltivare e riadattare altre grandi IP Sony per il cinema, quali potrebbero essere?

PlayStation Production: cosa verrà dopo Uncharted?
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La strada da spianare e costruire per PlayStation Production è tutta in divenire. Sebbene il nuovo studio abbia interesse nel proporre le IP tanto amate dell'universo videoludico Sony, ad ora la priorità rimane la grammatica visiva da adottare. L'intenzione alla base di marketing è altresì piuttosto chiara: scardinare i vincoli di quei giochi dal mondo ludico, per farli diventare digeribili anche da chi non ha mai provato in prima persona quelle esperienze. Il primo brand ad intraprendere la tortuosa strada, che dal videogioco giunge al grande schermo, è stato Uncharted. La storia ci insegna che il riadattamento di brand famosi di questo genere non sempre è a lieto fine.

Fortunatamente il primo esperimento di Sony sembra aver comunque garantito un incipit quantomeno incoraggiante, proponendo un'opera dinamica e dal cast senza dubbio di grande qualità. Se siete interessati ad approfondire le dinamiche che rendono il film di Uncharted godibile, e desiderate sviscerarne gli aspetti critici, vi raccomandiamo la nostra recensione di Uncharted . Come mai PlayStation Production ha optato per Nathan Drake per celebrare l'inizio del suo universo cinematografico e quali potrebbero essere le prossime mosse? La svolta Uncharted può esser letta da due prospettive diverse.

L'operazione Uncharted

Da un lato PlayStation Production ha voluto glorificare e rafforzare nella mente del consumatore la baldanza dei Drake, conferendo così anche una reputazione aggiunta al brand per coloro che hanno vissuto solo superficialmente la storia principale. Dall'altra, l'occasione ha permesso a molti di tracciare, anche con un pizzico di entusiasmo, un possibile itinerario dei prodotti Sony che potrebbero vestire elegantemente l'audiovisivo. Prima di fantasticare sugli altri pezzi della scacchiera futura, fermiamoci a ragionare sull'importanza comunicativa legata ad Uncharted. Come tutte le opere videoludiche, l'arrivo sul grande schermo può essere traumatico.

I motivi che possono indurre al fallimento sono principalmente il bisogno di comprimere tempo e andamento della trama, che devono per forza di cose inginocchiarsi al minutaggio e al linguaggio del medium, nonché la fedele riproduzione della memorabilità ludica che deve incarnare il film. Se il primo problema si traduce in un taglia e cuci meticoloso, mosso dalla mano invisibile dello sceneggiatore, per la seconda occorre un'attenta scelta delle sequenze più importanti del gioco.

Questa strana alchimia determina non solo la buona riuscita del film in sé, ma anche il consenso del consumatore che per primo entra in contatto con il lungometraggio, e quindi è più esigente. Inutile affermare di quanto sia stata fondamentale la presenza di Tom Holland in questa pellicola che, a prescindere dai gusti del pubblico, ha veicolato i valori della PlayStation Production anche a chi non ha mai sentito parlare di Uncharted.

PlayStation nell'animazione?

Ovviamente il cast stellare ha fatto il suo, ma la costruzione di un universo creativo in grado di connettere cinema e videogioco rimane l'ambita meta da raggiunge, anche se ampliare il target rimane un punto fermo. Considerate queste doverose promesse sull'importanza comunicativa delle IP Sony, è dunque opportuno ragionare sulle altre risorse che può schierare lo studio di produzione. Esaminiamo l'opening di PlayStation Production alla ricerca degli eroi adatti al grande schermo. Partiamo dal comparto animato, dove non mancano protagonisti di spessore, tra cui Sackboy e Astro Bot Il primo ha alle spalle un multiverso onirico invidiabile, adatto a raccontare storie bizzarre e adatte a tutte le età.

Il Sackboy non è solo una mascotte che ammicca con simpatia ai ricordi nostalgici della nostra infanzia, ma gode di una caratterizzazione in grado di far immedesimare un po' tutti. Un'opera di pura e genuina animazione sarebbe quantomeno gradita, ma quale stile sarebbe il più adatto? Facendo capolino tra gli esperimenti fatti online, sarebbe davvero interessante l'uso della stop motion per dar vita a una fiaba avvincente e dai tratti indimenticabili. La storia dell'animazione ci insegna che questa tecnica, se utilizzata con cura e minuzia, è in grado di comunicare fiabe dall'elevato pathos, quindi perché non fantasticare?.

Astro Bot e l'universo delle console

Astro Bot, invece, potrebbe ispirarsi alla case history di marketing legata al progetto Toy Story. Ciò vuol dire che, come i giocattoli del film Disney, anche il robottino potrebbe far diventare alcune delle periferiche Sony dei protagonisti a tutto tondo. Il primo lungometraggio Pixar, nella sua genialità, creò protagonisti molto vicini al mondo dei consumatori, ideando il prodotto perfetto da vendere, capace di essere accattivante esteticamente, ma anche in grado di far scaturire ricordi positivi.

Allo stesso modo le avventure di Astro Bot potrebbero avere come focus l'interno delle console o una sorta di micro universo virtuale, in cui sono presenti molte creazione targate Sony. Dare un assaggio al consumatore di tutto quello che riguarda i prodotti, magari in salsa fiabesca, potrebbe enfatizzare ancor di più la creazione di questi curiosi oggetti. La prospettiva del robottino aiuterebbe, inoltre, in un curioso gioco di prospettive, ammaliando lo spettatore con scenari vibranti e tecnologici, che poi non sarebbero altro che l'interno delle nostre periferiche casalinghe.

Kratos e Aloy: due facce del fantasy

Situazione diversa per quanto concerne God of War e Horizon. Entrambe sono opere largamente apprezzate dal pubblico, ma non trovano il loro spazio naturale nell'animazione o nel semplice action. Sarebbe opportuno miticizzare e raccontare le due storie, come se fossero poemi epici. Quindi perché non fantasticare, pensando a Kratos e Aloy come protagonisti di serie fantasy crude, ma dai toni poetici.

La problematica principale è quella del rendere vivi i mondi di questo due titoli mastodontici, oltre che credibili. Se per Uncharted il focus rimaneva comunque il mito e la verve dei protagonisti, qui invece ci vogliono dei norreni e macchine letali. Bisogna, inoltre, considerare la violenza e la brutalità di molte scene, che devono comunque essere trasposte con il giusto effetto. Fatta tale considerazione, sarebbe opportuno ritagliare la figura di Kratos in una saga di pellicole a tema fantasy mitologico (si parla anche di una serie Amazon dedicata a God of War), mentre Aloy in un fantasy un po' più fiabesco e meno truculento (ne abbiamo parlato anche nel nostro speciale sul film di Horizion Forbidden West). Il punto forte, però, va ricercato nella costruzione della scenografia e nella messa in scena delle creature fantascientifiche e mitiche che rendono le due opere memorabili.

Il film di Ghost of Tsushima

Come trattare, invece, Ghost of Tsushima? Lungometraggio d'azione, d'epoca romanzato o d'avventura? Ci sono vari spunti su cui possiamo far leva per cercare l'abito - o il kimono - più adatto a quest'opera. Sappiamo che una pellicola sarà diretta da Chad Stahelski, regista di John Wick, e fino allo scorso anno abbiamo ricevuto sensazioni positive sull'andamento della produzione. Gli addetti ai lavori sono in contatto costante con il team di Sucker Punch e puntano sulla qualità nella trasposizione. Vista l'importanza storica e ludica del gioco, considerando anche la stessa onorificenza dall'isola di Tsushima, si tratta di una grande responsabilità.

Ciò che ci aspettiamo di vedere è un titolo piuttosto corposo in cui vengano approfonditi costumi e usanze del Giappone di quell'epoca. Le vicissitudini di Jin Sakai offrono la possibilità di costruire un mosaico variopinto, intriso di storia e mito. Da un lato vi è l'incalzante vita del samurai, ma dall'altra vi sono tutti scorci di un'epoca lontana e grondante onore. Oltre che alla costruzione di un viaggio glorioso ed eroico, la regia potrebbe dunque lavorare su una cornice storica in grado di rendere il film appetibile anche a chi desidera solo mettere il naso tra le pagine dimenticate della storia orientale. Un dramma storico con note romantiche e romanzate, ma dal potenziale impatto culturale.