Speciale Philomena e Francesco: Ammettere e perdonare

La "vera" Philomena incontra Papa Francesco: un incontro chiarificatore e costruttivo

Speciale Philomena e Francesco: Ammettere e perdonare
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“Papa Francesco non vedrà Philomena”, titolavano nei giorni scorsi alcune agenzie con riferimento al film di Stephen Frears sullo scandalo delle adozioni forzate perpetrate da alcune associazioni cattoliche irlandesi ai danni di ragazze madri rinchiuse in convento per la ‘vergogna’ di aver avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. Il film è chiaramente polemico nei confronti degli atti riprovevoli compiuti da alcuni rappresentanti della Chiesa: a queste madri e questi figli sono stati negati diritti fondamentali della Carta dei diritti umani, come quello alla ricerca della propria identità, oscurando gli errori del passato e impedendo a chi lo desiderava di conoscere la verità. Come ha fatto, con molta fatica, Martin Sixsmith, autore del libro-inchiesta da cui è stato tratto il film. Ma gli errori, per essere perdonati, vanno innanzitutto ammessi. Philomena, credente, rappresenta proprio questa volontà di pacificazione: “Odiare è estenuante”, dichiara Judi Dench, che la interpreta nel film. Per evitare che insorgessero inutili polemiche, la Santa Sede aveva risposto con un comunicato in cui si spiegava chiaramente che il Santo Padre non aveva alcuna avversione nei confronti della pellicola, ma che, più semplicemente, non l’avrebbe vista come non avrebbe visto tanti altri film, poiché aveva cose importanti da fare. E oggi sappiamo quali erano queste cose importanti: incontrare la vera Philomena, a cui ha dato udienza, mentre persone fidate - il suo segretario Guillermo Javier Karcher e  Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze - guardavano il film assieme a Steve Coogan, sceneggiatore, produttore e principale interprete assieme alla Dench (ricopre il ruolo di Sixsmith).

La via del perdono

Così, se Philomena scopre in Francesco apertura e disponibilità all’ascolto (“Sono certa che il Papa si unirà a me in questa lotta per aiutare le migliaia di madri e figli che desiderano mettere la parola fine alla loro tormentata storia”, dichiara), Coogan racconta che “la proiezione è andata bene e le autorità ecclesiastiche hanno apprezzato il film. Ridevano nei momenti divertenti e hanno convenuto che la pellicola è in linea con il nuovo messaggio di Papa Francesco: rompere con l’oscurantismo, ammettere gli errori del passato e iniziare un percorso di riconciliazione. Ci hanno anche detto che non sono d’accordo con l’ala ecclesiastica conservatrice americana che ha considerato il film anti-cattolico. È la storia di una donna normale che fa una cosa straordinaria: perdonare”. Ma c’è dell’altro: Philomena non è giunta al Vaticano solo per un’esigenza personale di confronto con la Chiesa, ma anche in rappresentanza di un’associazione, il Philomena Project, che ha messo su insieme a sua figlia Jane Libberton in collaborazione con l’Adoption Rights Alliance, con una triplice missione: aiutare con campagne di sensibilizzazione e sostegno, servizi e aiuti finanziari le donne come Philomena - che finora non sono riuscite o sono state ostacolate  - a cercare i figli che gli sono stati strappati per essere dati in adozione, soprattutto attraverso il meccanismo delle adozioni forzose e illegali; 2) assistere i bambini adottati ormai adulti, soprattutto quelli che sono stati portati negli Stati Uniti, a ritrovare le loro madri, padri e famiglie allargate naturali, ottenere i certificati di nascita originali e tutti gli altri eventuali documenti; 3) organizzare una campagna di sensibilizzazione per l’apertura degli archivi attraverso azioni di lobbying sui politici irlandesi e sugli organismi internazionali quali le Nazioni Unite. Il Progetto lavorerà anche al fianco di politici statunitensi per trovare delle soluzioni e aiutare i bambini irlandesi adottati in maniera illecita in America ad avere accesso ai registri e a incontrare le loro famiglie naturali.
“Sono oltre sessantamila le donne coinvolte nel sistema delle adozioni forzate - ha spiegato Susan Lohan dell’Adoption Rights Alliance - e il nostro scopo è anche quello di aiutarle a venire allo scoperto, superando il senso di colpa e di vergogna che è stato loro inoculato. È un’operazione urgente, perché queste persone tra poco, per ragioni anagrafiche, non ci saranno più. La Chiesa ha dimostrato disponibilità e apertura, ora deve affrettarsi anche il Governo. Parte dei fascicoli con i nomi di queste donne sono in mano alle associazioni religiose. Buoni cinquantamila li possiede il governo. È ora che siano aperti”.
Per maggiori informazioni: www.thephilomenaproject.org

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