Speciale Pacific Rim

Guillermo Del Toro ci presenta i suoi magnifici robottoni

Speciale Pacific Rim
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Un bambino pagato per giocare tutto il giorno con i suoi soldatini metallici preferiti: ecco che cosa sembra Guillermo del Toro durante il panel del SDCC 2012 dedicato al suo prossimo progetto cinematografico. Quel Pacific Rim di cui fino a questo momento si era saputo davvero poco e che ancora fino alla fine dell’anno, così come dichiarato dal regista messicano, rimarrà in silenzio radio. Una preview assolutamente imperdibile, che ha mostrato ai fortunatissimi 6500 ospiti della sala H un iniziale montaggio di pochi minuti del film, le cui riprese sono terminate solo 12 settimane fa e che ora è pronto per essere sottoposto alla complessa e lunga fase di post-produzione. Sul palco con lui il responsabile della Legendary Pictures e i fedeli Ron Perlman, Charlie Day, Charlie Hunnam e Rinko Kikuchi, ma Guillermo è un one-man show di quelli che fa sempre piacere vedere in azione. Sovrappeso, sorridente, entusiasta del suo lavoro e sempre pronto a scherzare con i fan presenti in sala, si potrebbe azzardare che è uno di noi, fuori dagli schemi di apparenza e commercializzazione e desideroso di soddisfare i suoi desideri da fanboy come chiunque altro...solo con il potere derivato dalla sua fantasia e genialità.

"Un osceno porno con i robot"

Il footage mostrato al ComicCon è a dir poco spettacolare. In sala tutti sembrano essersi innamorati del lavoro svolto dalla produzione. Fondamentalmente il trailer pone le basi della storia: due scienziati scovano sotto la sabbia un enorme robot, chiamato Jaeger...di qui partono poi i primi piani sul robot in azione e sul mondo esterno, devastato dai Kaiju, terribili mostri alieni, e ormai in fiamme. Seguono combattimenti maestosi da capogiro e un primo assaggio delle potenzialità spettacolari del film.
Al termine della proiezione Del Toro ci tiene a sottolineare che in Pacific Rim si sono impegnati ad offrire al pubblico un’esperienza che fosse si spettacolare, ma non si limitasse solo a quello. Lo descrive non come un film di guerra, ma come un progetto permeato da un romantico senso dell’avventura. Per lui era fondamentale che si raccontasse una storia e che il concetto di base non finisse in secondo piano, messo in ombra dai combattimenti tra robot. Tutto deve dare un’impressione di realtà e il regista si è impegnato molto per raggiungere questo obiettivo sotto svariati punti di vista, a cominciare da quello umano. Ogni Jaeger è, per esempio, comandato da due diversi piloti: uno controlla l’emisfero destro e l’altro quello sinistro. Condividono la stessa memoria, creano una stessa mente e sono costantemente collegati al loro robot tramite un plugin alla base del cranio. Cosa succede se all’improvviso un solo pilota si ritrova a comandare il robot? “È una domanda molto interessante ed è una prospettiva curiosa da analizzare. La troverete nel film, in cui effettivamente, alla morte del suo compagno, un pilota si troverà effettivamente a dover comandare da solo un Jaeger. Bisogna avere una mente forte...altrimenti si rischia di impazzire”. Per sottolineare quanto la componente umana non sia solo decorativa in Pacif Rim, Del Toro continua: “Ho voluto dare spazio all’umanità e all’emozione di essere lì in quel momento. Volevo ricreare la sensazione dell’esperienza, del guidare dei robot e combattere e dover affrontare dei mostri, un po’ ricordando i giochi che facevo da piccolo. Tutto il mio staff è composto da fan di mostri e robot e insieme ci siamo divertiti a creare il mondo del film”.

Un gioco sì, ma reale

Anche dal punto di vista degli effetti visivi Guillermo Del Toro si è assicurato che tutto fosse perfetto. Ovviamente in Pacific Rim è stata usata molta computer grafica e tantissimi effetti speciali, ma il progetto non doveva trasformarsi in un videogioco cinematografico. Il regista per prima cosa ha lavorato sui robot e sui mostri: “Ci siamo avvicinati a loro come Harryhausen si è avvicinato alla stop motion. I mostri sono intelligenti e hanno una loro personalità”, scherzando così con i classici stereotipi dei film d’azione quando un personaggio, prima di agire, perde tempo facendo strane mosse che nessuno con un cervello funzionante metterebbe in pratica. “Quando i nostri mostri, per esempio, camminano per strada, ogni pezzo di asfalto si muove, si crepa, sobbalza. Puoi pensare che si tratti di CGI, ma non lo è. Abbiamo davvero costruito e scosso il set in questione”. Ogni accorgimento è utile per dare la massima sensazione di realtà: come lo sporcare le riprese raschiando le lenti della macchina o lanciandoci contro dei liquidi, o fare in modo che le inquadrature difficilmente riescano a contenere al loro interno la totalità dei robot. “Sono alti quanto dei grattacieli, nella normalità non riusciresti mai a riprenderli per intero!”.
Quando gli viene chiesto quanti e quali tipi di mostri saranno presenti e se ci saranno esseri mitologici, Del Toro scherza sul fatto che l’unico mostro mitologico nel suo film è Ron Perlman! Per il resto tutto è stato ricreato da zero appositamente per il film: “Abbiamo fatto una sorta di audizioni alla American Idol con i nostri robot. Ne abbiamo costruiti moltissimi, più di 40 Kaiju tutti differenti per aspetto e abilità si sono scontrati per guadagnarsi la possibilità di apparire nel film e solo una mezza dozzina di loro ce l’hanno fatta”. Tutti i mostri presenti in Pacific Rim, rassicura il regista, hanno delle loro peculiarità differenti e sono stati costruiti attentamente insieme agli animatori della ILM, procedendo dall’interno vesto l’esterno, in modo che fosse il loro scheletro e il loro modo di agire la cosa più importante. E soprattutto “non è stata usata in nessun modo la motion capture. Non voglio che i miei robot si muovano come gli umani. Sono dei robot!”. Ma rassicura anche i più fanatici assicurando che tutto quello che avete sempre sognato, creduto o desiderato sui robot sarà comunque presente nel film. “C’è tutto quello che avete sempre voluto vedere sui robot, ma in più ci sono anche set che vi assicuro non si sono mai visti prima in un film”.
Pacific Rim sarà anche stato il film che ha salvato la vita di Guillermo Del Toro (dopo le delusioni del mancato via per Le Montagne della Follia sul quale aveva lavorato per moltissimo tempo e la mancata direzione de Lo Hobbit dopo un enorme lavoro di pre-produzione), il suo enorme regalo di natale con cui giocare e divertirsi, ma per molti è già diventato il film più atteso dell’estate 2013 (negli Stati Uniti uscirà il 13 luglio).

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