Oscar 2020: ultime analisi a poche ore dai 92esimi Academy Awards

A poche ore dall'inizio ufficiale della 92esima cerimonia degli Academy Awards, ecco le ultime analisi sui principali favoriti.

Oscar 2020: ultime analisi a poche ore dai 92esimi Academy Awards
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Ormai manca pochissimo alla 92esima edizione della Notte degli Oscar, e con le votazioni ufficialmente chiuse dal 4 febbraio i giochi sono praticamente fatti. Indovinare i vincitori non è compito facile, quest'anno in particolar modo, dato che la stagione dei premi di dicembre e gennaio ha lasciato parecchio spazio di manovra a incertezze, capovolgimenti di fronte e sorprese. In testa al gruppo troviamo Joker, forte del maggior numero di nomination totali per l'edizione 2020 (undici, una in più dei secondi classificati 1917, C'era una volta a Hollywood e The Irishman) e soprattutto accompagnato sia dal miliardo di dollari incassato al botteghino (più di ogni altro rivale nella categoria Best Picture), sia dall'aura conferitagli dalla vittoria del prestigioso Leone d'Oro a Venezia (che nelle due precedenti edizioni aveva premiato La Forma dell'Acqua e Roma, poi protagonisti agli Oscar).

Quello di Todd Phillips con Joaquin Phoenix è il primo cinecomic a compiere tale impresa (ignorando la Palma d'Oro assegnata a La vita di Adele, che viene dal mondo delle graphic novel ma che nulla ha a che vedere con i supereroi tanto bistrattati dall'Academy). Nel corso dei mesi è diventato anche il maggior incasso della storia del cinema Rated-R, nonché il cinecomic più remunerativo di sempre.
Con le varie polemiche sulla glorificazione della violenza andate via via scemando, la forza del film non è assolutamente da sottovalutare, soprattutto considerate alcune statistiche sfavorevoli a quelli che, premi alla mano, sembrano invece i principali favoriti.

Stranieri in terra straniera

Stiamo parlando di Parasite e 1917, vincitori dei più prestigiosi trofei collaterali della stagione dei premi, SAG Awards, PGA Awards e DGA Awards. Contro di loro paradossalmente agiscono i numeri registrati nelle scorse 91 edizioni degli Oscar: sia il film di Bong Joon-ho che quello di Sam Mendes, infatti, potrebbero essere penalizzati dalla totale assenza di candidature nelle categorie attoriali. Insieme a loro c'è anche Le Mans '66 di James Mangold, che ha fallito nel mandare in nomination i protagonisti Christian Bale e Matt Damon, ma che a parte qualche premio tecnico ha meno probabilità di tutti di portare a casa statuette. Senza contare l'assenza di Mangold dalla categoria dei registi: nella storia dell'Academy soltanto cinque film hanno vinto il premio principale senza avere almeno una candidatura in quella per la regia. Non ottenere nomination in nessuna delle quattro categorie degli attori è un allarme rumorosissimo, a livello storico: in 91 anni, infatti, soltanto 11 film hanno vinto l'Oscar a Miglior Film con zero candidature attoriali, coi più recenti, Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re e The Millionaire, che risalgono rispettivamente al 2004 e al 2009 (l'anno di Heath Ledger e della storica snobbatura a Il Cavaliere Oscuro).

Questo dato è relativo al fatto che la gilda degli attori contribuisce con ben 1.324 voti per un totale di 8.469, ed è facile quindi intuire quanto sia importante impressionare quel ramo dell'Academy per arrivare al Miglior film, specialmente in una corsa all'ultima preferenza, come sembra essere quella del 2020.
Diventa allora fondamentale tener presente che Parasite ha vinto il premio al miglior cast ai SAG Awards (dove il film di Mendes non era neppure nominato) e che 1917 si basa su un piano-sequenza con due attori. Che nessuno dei due sia stato preso in considerazione per una nomination la dice lunga su quanto il film della Universal sia sicuramente il favorito nelle sezioni tecniche, ma forse un po' meno quando si parla della statuetta più importante.
Dal canto suo, anche Parasite dovrà vedersela con dei precedenti molto impervi: la pellicola coreana è la decima in lingua straniera ad aver ottenuto una nomination sia per la regia che per il Best Picture, e nessun film straniero ha mai vinto il premio finale.

Questo perché, essendo gli Oscar dei premi essenzialmente democratici - che solo in rarissimi casi hanno riempito di statuette un solo candidato durante la stessa edizione - difficilmente gli elettori sceglierebbero di premiare Bong Joon-ho per due volte, prima con la statuetta al Miglior film internazionale e poi con quella al Miglior film. Nessuna pellicola straniera, a oggi, è riuscita a vincere il premio più ambito, e una delle ragioni, la più banale, è che la più grande industria cinematografica del mondo dovrebbe riconoscere la superiorità di un film prodotto al suo esterno. Certo, Parasite ha già sfatato questo taboo ai SAG Awards, dove prima di quest'anno nessun prodotto straniero aveva vinto il premio al miglior cast, ma è doveroso notare che in quella cerimonia i voti sono arrivati soltanto dalla gilda degli attori. Come contraltare, Mendes ha dalla sua la recente conquista del PGA e del DGA, tuttavia la vittoria del DGA ha coinciso con quella a Best Picture soltanto due volte negli ultimi sei anni, con La Forma dell'Acqua nel 2018 e Birdman nel 2014. Solitamente, la tendenza è quella di dividere l'Oscar per la regia da quello per Best Picture.

C'era una volta Quentin Tarantino

C'è la remota possibilità che l'Academy assegni il nuovo Miglior film internazionale a Dolor y Gloria per premiare così Parasite in Best Picture, ma sarebbe una scommessa alquanto ardita. Ecco quindi che potrebbe entrare in gioco Quentin Tarantino e il suo C'era una volta a Hollywood. Con un cast di tutto rispetto che potrebbe trascinarsi dietro i voti della gilda degli attori e l'Oscar a Brad Pitt già in tasca, il film rappresenta la penultima occasione per l'Academy di rimediare a uno dei più grandi torti dei suoi ultimi trent'anni, con il nome di Tarantino ancora da ascrivere tra i vincitori di regia e Best Picture: a 25 anni da Pulp Fiction (che perse Miglior film in favore di Forrest Gump) le stelle potrebbero allinearsi per C'era una volta a Hollywood. La sua tematica è praticamente perfetta per un premio che celebra l'industria cinematografica nord-americana, anche se così non è stato a Cannes, con il film battuto proprio da Parasite.
Lo scenario che potrebbe verificarsi è quello dell'Oscar alla sceneggiatura originale a Bong Joon-ho con in combo Film Internazionale, quello per la regia a Mendes (o a Tarantino) e Best Picture a C'era una volta a Hollywood.

Assegnare l'ennesima statuetta per la miglior sceneggiatura originale a Tarantino sarebbe l'equivalente di un misero contentino (lo script tra l'altro utilizza un colpo di scena già introdotto in Bastardi senza gloria, che ovviamente non vinse) e che arriverebbe come uno smacco per l'autore, da sempre alla ricerca del riconoscimento per le sue qualità registiche. Anche quest'anno, come al solito, è stato snobbato dai WGA Awards in quanto la gilda degli sceneggiatori proibisce la dicitura "Written and Directed by", che invece Tarantino utilizza come uno dei suoi tanti marchi di fabbrica.

Gli ultimi, ma non meno importanti

Per quanto riguarda The Irishman c'è la forte possibilità che il film di Martin Scorsese prodotto da Netflix se ne torni a casa a mani vuote, come accadde a Gangs of New York agli Oscar 2003. Anche all'epoca Scorsese ottenne dieci nomination ma non vinse nulla, e per com'è andata la stagione dei premi sarebbe sorprendente se il film con Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci riuscisse a conquistare qualcosa. Se il gangster movie di Netflix è il primo fra gli improbabili, sotto di lui c'è un gruppetto di simili, e a guidare la carica ci sono Jojo Rabbit (forte del premio del pubblico di Toronto, altro indicatore di vittoria in Best Picture, ma meno statisticamente preciso) e Piccole Donne. Si contenderanno la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, e bisogna tener presente che negli ultimi dieci anni, ben otto volte il film vincitore in sceneggiatura (in una delle due categorie) poi è andato a prendersi il trofeo finale. In pratica, durante la cerimonia, non appena saranno annunciati i premi per gli script potremmo (quasi) aver già identificato il vincitore dell'ultima statuetta.
Staremo a vedere cosa accadrà: nel frattempo, vi auguriamo una buona Notte degli Oscar 2020 e vi invitiamo a lasciarci le vostre previsioni nella sezione dei commenti.

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