L'Ombra di Caravaggio, Michelangelo Merisi secondo Placido

Un regista e sceneggiatore e il suo desiderio di riportare il pittore secondo la propria visione: come ha reso Michele Placido il suo Caravaggio?

L'Ombra di Caravaggio, Michelangelo Merisi secondo Placido
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Erano anni che Michele Placido voleva dedicarsi a un progetto su Caravaggio. Da grande conoscitore e appassionato di arte, l'autore italiano voleva rendere omaggio all'artista cercando di riportarne le sfaccettature che ne hanno contraddistinto l'arte e che ha riversato nella sua vita al limite della decenza anche tramite l'animosità dei suoi personaggi. Perché oltre al colore, al buio e all'oscurità meravigliosa delle tenebre che si addensano negli angoli dei quadri del pittore, è stato lo sfregio nei confronti della religiosità che ha determinato il successo dei suoi lavori. Il riversare sulle sue tele ciò che viveva e i luoghi che frequentava, tratteggiando personaggi sacri con i volti di poveracci e prostitute che Michelangelo Merisi frequentava ai bordi delle strade.

L'Ombra di Caravaggio è l'operazione che Placido realizza così da poter finalmente porre il proprio sguardo non più solamente sulle creazioni che hanno saputo emozionarlo, ma su un uomo ben consapevole della carnalità e del sangue che scorre nelle vene delle persone e della maniera di poter avvicinare sempre di più il profano al divino. Ma per il regista e sceneggiatore l'immagine che doveva venir restituita non era una semplice agiografia o, al contrario, una discesa nei vizi e nelle lussurie del poeta figurativo. Con la sua pellicola, prodotta da Goldenart Production con Rai Cinema, Michele Placido desidera mostrare il prisma delle personalità, soprattutto artistiche, di Caravaggio; il risultato lo vedremo in sala tra i film di novembre 2022.

Muoversi nell'ombra

L'ombra del titolo, infatti, non è semplicemente una non-forma che si muove angusta e silenziosa inseguendo Caravaggio, è bensì un personaggio in carne e ossa interpretato da Louis Garrel che impersona un ufficiale incaricato di investigare e giudicare la morale dell'artista.

Il protagonista di Riccardo Scamarcio, perciò, non viene mai direttamente interpellato, se non sempre in funzione della vista o della descrizione di altri. E anche quando sul finale diventa il fulcro delle scene assieme alla sua "ombra", rimane comunque il riflesso delle gesta e dei compiti portati a termine dal personaggio di Garrel (riuscite a immaginare Riccardo Scamarcio nel ruolo dell'artista? Guardatelo nel trailer ufficiale di L'ombra di Caravaggio). La ricostruzione della vita e dell'arte di Michelangelo Merisi è per questo un ritratto frammentato, meno definito rispetto alle tinte con cui il pittore riempiva le sue opere. Più immagine in sé, quella che Caravaggio proiettava sugli altri rispetto a quella che storicamente o artisticamente è stata trascritta nei libri, il sentirlo descritto da terzi, pone il regista e lo spettatore nella posizione di dover assemblare le parti che vanno componendo l'uomo, tanto nel suo versante umano quanto quello del proprio talento.

Tutte le persone, i peccati, le strade e i quadri di Caravaggio

La visione di Michele Placido è dunque quella di una figura da dover riempire a propria volta, a cui l'autore non manca di riservare un favore carezzevole, quello che spesso gli è mancato nella vita reale, ma che lo stesso Merisi si è giocato frequentando luoghi abietti e ricorrendo all'estrema violenza. Per tale motivo L'ombra di Caravaggio per il cineasta non poteva che essere tutto il circolo di peccati e di ribellioni che hanno caratterizzato la sua carriera, ma senza le quali l'artista non sarebbe stato lo stesso.

L'informare il pubblico, stendendo una sequela di azioni e di persone conosciute nelle più disparate (e spesso peccaminose) situazioni, è il contraltare per il mostrare quanto l'umanità sia stata il motore fondamentale per la spinta estrosa di Caravaggio. L'inestricabile legame che la pellicola instaura tra vita e arte come fu per l'esistenza del poeta. Una visione che stende il perimetro del percorso di formazione del pittore che venne adottato da Roma e ne arricchì le navate delle Chiese. Un omaggio di un autore che porta a compimento il proprio assillo, così come l'obiettivo di Caravaggio era quello di portare in terra il regno dei cieli.

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