Odio l'estate è il miglior film di Aldo, Giovanni e Giacomo?

Aldo, Giovanni e Giacomo hanno segnato il cinema italiano in maniera profonda, raggiungendo vette di comicità tuttora ineguagliate.

Odio l'estate è il miglior film di Aldo, Giovanni e Giacomo?
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Il cinema europeo vive e respira commedia dagli albori di quest'arte, riprendendo con umiltà e saggezza la cultura ellenica del teatro tragicomico per raccontare, tra una risata e l'altra, storie appassionate e dalle varie sfaccettature. Spagna, Francia e Inghilterra sembrano aver perso la loro vocazione alla comicità negli ultimissimi anni, impegnandosi in pellicole più serie e sofisticate che trionfano nei festival del settore, ma non l'hanno mai accantonata del tutto, regalandoci opere indimenticabili come Gli Amanti Passeggeri, Quasi Amici e La Trilogia del Cornetto di Edgar Wright. Il Paese che invece non ha mai smesso di sfornare commedie, nemmeno negli anni bui di recessione o rivolte sociali, è proprio l'Italia: Monicelli, Sordi, Salvatores, Genovese, Verdone, tutti i più grandi autori del Bel Paese hanno utilizzato il pretesto comico per descrivere la loro epoca, alimentando un filone inesauribile di idee sempre originali che sfociavano in film dalla portata storica.

A quasi trent'anni dal loro esordio nel mondo del cinema, mentre Odio l'Estate ruba la scena tra i film Netflix di giugno 2022, è finalmente giunto il momento di tributare ad Aldo, Giovanni e Giacomo il giusto riconoscimento ad una carriera straordinaria, inserendoli nella lista dei grandi comici italiani. Le commedie del trio, grazie anche all'essenziale guida registica di Massimo Venier, hanno ristabilito gli standard qualitativi di un cinema comedy che cominciava a perdersi in macchiette e stereotipi, riuscendo a far ridere e ad emozionare con storie semplici ma sempre profonde, con quella punta di malinconia che ha reso le loro pellicole dei tesori inestimabili da riguardare anche decine di volte.

Ridi, pagliaccio

Il gruppo è già attivo da una manciata di anni quando sbarca al cinema con un'opera prima destinata a segnare l'immaginario collettivo del viaggio da Milano a Gallipoli: dopo una colazione abbondante (e un pranzo che non vogliamo immaginare) Aldo, Giovanni e Giacomo portano sul grande schermo la loro personale interpretazione di un classico schema in tre atti, nel quale il percorso di salita e discesa precede una conclusione dal sapore agrodolce. Questa divisione narrativa verrà mantenuta anche nei successivi titoli diretti e co-sceneggiati da Venier, così come si ripete la meccanica degli amici che imparano a conoscersi, litigano e poi si riappacificano superando i propri egoismi.

Sembra quasi superfluo parlare dell'importanza di Tre Uomini e una Gamba, Così è la Vita e Chiedimi se Sono Felice, ma bisogna sottolineare come queste opere abbiano trasceso il mondo cinematografico entrando di diritto nella cultura popolare di massa, ripercorrendo la strada che ha reso iconiche le commedie storiche di tutte le epoche, come quel Cyrano che il trio cerca di mettere in scena tra mille peripezie e un casting kafkiano (Joe Wright non avrà avuto le stesse difficoltà per trovare gli attori del film che vi raccontavamo nella recensione di Cyrano, ma nessuno di loro ha mai lavorato con il grande e irreprensibile Albertazzi).

Oltre al sempreverde tema dell'amicizia i comici sviluppano anche argomenti come l'amore, il lavoro e la realizzazione di se stessi, portando avanti la loro visione in maniera pacata e mai aggressiva, lasciando correre sottotraccia il messaggio sentimentale mentre in primo piano rimane una comicità leggera e realistica, la quale viene spesso usata per mascherare la malcelata tristezza che attanaglia i suoi protagonisti.

"La commedia? Guarda la tua commedia..."

Dopo il successo stratosferico di Chiedimi se Sono Felice, che incassa più di settanta miliardi di lire diventando una delle cinque commedie italiane più remunerative di sempre, nel 2002 Aldo, Giovanni e Giacomo diventano Al, John e Jack, elevando a protagonisti al trio di mafiosi italo-americani nato in un loro sketch teatrale, ma già apparso nel lungometraggio d'esordio mentre attenta alla vita di John Kennedy. A due anni di distanza tocca a Tu la Conosci Claudia?, il primo film del quale i tre non si occupano del soggetto ma solo della sceneggiatura, mentre Paola Cortellesi che sostituisce Marina Massironi, spalla storica del gruppo fin dagli albori.

Da allora la storia cinematografica del trio si incammina lungo una triste china, con pellicole che - seppur sempre godibili e leggere - non si avvicinano alla grandezza che aveva contraddistinto le opere precedenti. L'assenza di Massimo Venier in cabina di regia, ma anche e soprattutto in fase di sceneggiatura e soggetto, pesa come un macigno sul risultato de Il Cosmo sul Comò, La Banda dei Babbi Natale e Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo, ma il successo commerciale non mette mai in discussione l'avventura in sala dei comici milanesi. La brusca frenata arriva nel 2016, perché Fuga da Reuma Park è un grosso flop sia per la critica che per il botteghino, un fallimento così clamoroso che allontana lavorativamente Aldo, Giovanni e Giacomo, i quali si dedicheranno a progetti personali per quattro lunghi anni.

Il volo della fenice

Il ritorno al cinema del trio più famoso d'Italia venne accolto con la diffidenza di chi non vuole soffrire ancora, e per questo tiene le aspettative sotto controllo, ma l'attesissimo ritorno di Massimo Venier coincise con il rinnovato vigore di tre comici che dimostrarono nuovamente a tutti il loro incommensurabile valore. Come vi raccontavamo nella recensione di Odio L'Estate, il decimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo non è solo un tributo personale e meritatissimo alla loro carriera, ma una commedia vera che sa essere divertente senza offendere nessuno, che rifugge ogni tipo di volgarità per crogiolarsi in un sentimentalismo dolce e condivisibile.

Le meccaniche narrative che hanno segnato i primi capolavori tornano ancora una volta per riscoprirsi funzionali e, per assurdo, originali: mentre altrove nel Bel Paese si insisteva sul solito divario tra nord e sud (con modalità comiche più o meno tossiche), Odio l'Estate riscopre il viaggio on the road come modo per avvicinarsi, in un percorso su chilometri di asfalto che è morale ancor prima che materiale, mentre tutte le differenze di tre famiglie in conflitto vengono appianate da un desiderio umano di conoscenza e comprensione. Il solito e immancabile sapore agrodolce del suo finale lascia lo spettatore con un sorriso timido, quasi reverenziale, di fronte ad una pellicola che sembra una sorta di commiato filmico per Aldo, Giovanni e Giacomo, tre comici che hanno segnato il mondo dell'intrattenimento diventando delle vere icone del cinema italiano.

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