Non aprite quella porta e Leatherface: i tre film più disturbanti della saga

Il mito di ‘Faccia di Cuoio' è tornato al cinema. Per l'occasione esploriamo a fondo il franchise creato da Tobe Hooper.

Non aprite quella porta e Leatherface: i tre film più disturbanti della saga
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Dallo scorso 14 settembre è arrivato nelle sale italiane Leatherface, ottavo film legato al franchise di Non aprire quella porta, iniziato un po' per sfida un po' per gioco da Tobe Hooper nel 1974. Ora il puzzle degli eventi si arricchisce con questo nuovo e scoppiettante capitolo dedicato al mito di Faccia di Cuoio, uno dei serial killer - ispirato alla vera storia di Ed Gein - che ha popolato e fatto tremare la cinematografia di ieri e di oggi. Ed anche se, a dirla tutta, forse non si sentiva l'esigenza di dedicare un film solo ed esclusivamente al macellaio più celebre del grande schermo, soprattutto perché oramai sulla ‘cannibal family' che vive in Texas è stato detto e fatto praticamente di tutto, sembra però che il pubblico senta ancora il bisogno di provare un brivido lungo la schiena e quella sensazione di ansia perpetua. Si, perché solo il marchio di ‘Non aprite quella porta' ha tutte le carte in regola per sconvolge e giocare con le emozioni dello spettatore. Tutto merito di una trama semplice e d'impatto, ma anche di una dose massiccia di sangue, urla e corse forsennate. Tobe Hooper ha portato al cinema un vero e proprio cult che ha fatto storia, imitato e mai eguagliato. Negli anni 2000 il marchio è stato poi capace anche di re-inventarsi senza dimenticare le sue origini, ma cercando di adeguarsi a nuovi stili e modi di narrazione. In occasione dell'uscita di Leatherface, diamo uno sguardo a questo franchise horror e cerchiamo di capire quale, fra i film prodotti fino ad ora, è quello più bello, quello più splatter e quello che merita di essere visto. Ecco la nostra Top 3.

3 - Non Aprire quella porta, l'inizio

Impossibile non menzionare il sequel, anzi il prequel, intitolato Non Aprite quella porta - L'inizio, prodotto tra l'altro da Michael Bay nel 2006. Il film, nato sulla scia del successo del precedente remake, si era posto l'obbiettivo di approfondire gli usi ed i costumi della famiglia più cannibale del grande schermo, raccontando eventi antecedenti ai massacri successivi. Anche se la vicenda ripropone un canovaccio già ampiamente conosciuto, il film convince per quella sua dose massiccia di materiale splatter che ormai sembra caratterizzare il franchise. Si spinge infatti il piede dell'acceleratore su indicibili sofferenze, su urla disumane, arti tranciati e fiumi di sangue. Un film per gli stomaci forti e per i veri cultori del genere; anche se si perdono le intenzioni iniziali, rimane comunque un horror ben fatto, purtroppo però già dimenticato. Il film infatti non ha incassato come il precedente ed ha vinto anche un Razzie Awards nella categoria Peggio Sequel/Remake. Eppure il franchise non ha smesso di esistere.

2 - Non aprire quella porta, il remake del 2003

Gli anni 2000 si possono considerare un periodo di transizione del cinema, un momento in cui c'era una vera e propria riscoperta dei grandi cult del passato. Con più mezzi e più consapevolezza, l'epoca dei remake - con i suoi pro e contro - ha fruttato una buona fetta di guadagni alle major di Hollywood. È del 2003 infatti il primo remake ufficiale di Non Aprite quella porta, film che vedeva fra le protagoniste una caparbia Jessica Biel. Il progetto che ricalcava, seppur con qualche sbavatura, il film originale degli anni '70 presentava una storia più lineare, più sfaccettata, un horror da brivido, ambientato in un polveroso Texas fra urla e spargimenti di sangue. Grande successo al botteghino, questo remake ha regalato al brand nuova linfa, permettendo ai produttori di poter approfondire e spaziare in un universo tutto nuovo e pieno di spunti narrativi. Con un budget maggiore e con più consapevolezza, si è realizzato un remake degno di nota, dove trionfa il sangue, lo splatter ed ovviamente Leatherface.

1 - Non Aprire quella porta, il cult del 1974

Si ritorna sempre dove tutto ebbe inizio. Nonostante i sequel, i reboot ed i remake, il primo indimenticabile lungometraggio di ‘Non aprite quella Porta' rimane ancora oggi uno dei film horror più belli e disturbanti degli ultimi anni. Prodotto nel 1974 da Tobe Hooper, la pellicola è un cult indiscusso perché ha finito per ridefinire il concetto stesso di cinema horror. Seppur definito dalla critica un film di serie B, quello che ha realizzato Hooper è stato un vero e proprio colpo di genio. Nel fotografare la gioventù dei ‘figli dei fiori' fra droga, alcol e sesso libero, il regista ha messo in scena un racconto intenso e disturbante, una discesa nei meandri più oscuri dell'animo umano, ma soprattutto ha iconizzato la figura di Faccia di Cuoio, il folle serial killer del film che con la motosega ha terrorizzato una generazione intera. Si nota la scarsità di risorse che furono impiegate per la realizzazione del film, eppure questa ed altre caratteristiche hanno reso memorabile il lavoro di Hooper. Da antologia gli ultimi indimenticabili minuti del film. Il regista ha diretto anche il sequel ma non è stato bello ed intenso come il capostipite.

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