Netflix: 5 titoli premiati a Venezia da rivedere, da Shame a The Master

Andiamo alla scoperta di alcuni titoli premiati a Venezia presenti su Netflix, che non possono passare inosservati agli occhi degli appassionati.

Netflix: 5 titoli premiati a Venezia da rivedere, da Shame a The Master
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Chi vincerà il prossimo Leone d'Oro alla 74esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia? E chi porterà a casa l'ambita Coppa Volpi per la migliore interpretazione? In attesa dei risultati della kermesse lagunare attualmente in corso, per il nostro consueto appuntamento settimanale con le proposte filmiche di Netflix abbiamo deciso di riscoprire cinque film che in passato sono stati premiati proprio a Venezia. Partiamo con Shame, che ha visto Michael Fassbender festeggiare proprio il premio per miglior attore protagonista, onorificenza ottenuta anche da Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman che hanno condiviso il set di The Master, vincitore anche del Leone d'Argento e del Premio FIPRESCI. Il premio per la miglior regia se l'è aggiudicato pure Oliver Stone per Assassini nati - Natural born killers; concludiamo con I figli degli uomini (Premio Osella per il migliore contributo tecnico) e Spring Breakers che si è dovuto "accontentare" soltanto di una menzione speciale.

Shame

Brandon è un uomo dal doppio volto: di giorno affermato professionista, di notte ossessionato dal sesso in ogni sua forma, dagli incontri fugaci con prostitute o donne conosciute nei bar al porno su internet. Quando in casa sua va a vivere la sorella più piccola, in preda a violenti crisi depressive e che ha tentato più volte il suicidio, le cose peggiorano ulteriormente... Un incontro di due solitudini, tra due persone legate dal sangue ma divise inesorabilmente dalle rispettive malattie psichiche, che forse solo la vicinanza sarà in grado di curare. Dopo il folgorante esordio con Hunger (2008), Steve McQueen ci regala un altro dramma prezioso e scottante, per certi versi scomodo, ricco di scene madri brucianti interpretate magistralmente da Carey Mulligan e, soprattutto, da un intenso e credibile Fassbender che cede nuovamente senza remore il suo corpo e la sua anima alla macchina da presa.

Sping Breakers

Quattro amiche, a corto di soldi per le vacanze di primavera, decidono di compiere una rapina per raggiungere la somma necessaria. Riuscite nell'impresa, e giunte infine in Florida, tra party in spiaggia e festini a tasso di alcool e droga, le ragazze vengono arrestate. La loro cauzione viene pagata da Alien, un gangster di quartiere, che le prende sotto la sua protezione... Potente e vibrante quest'opera di Harmony Korine, che utilizza la bellezza di quattro "lolite" in una veste inedita rispetto alle loro carriere solo come punto di partenza per costruirvi intorno un film ricco in cui il lato erotico (comunque ridotto rispetto alle attese) è solo un pretesto per raccontare il percorso autodistruttivo delle protagoniste, in un compendio pop che trasuda fascino e sequenze visivamente stupende, giocando sui contrasti (le scene di violenza con in sottofondo una ballad di Britney Spears sono da capigiro visivo/sonoro) e sull'istrionismo di uno straordinario James Franco attrezzato di dorata dentatura.

The Master

Freddie Quell, reduce dalla seconda guerra mondiale, vaga per l'America come uno sbandato alla ricerca di un motivo per vivere. Un giorno si imbatte per caso in Lancaster Lodd, novello santone che cerca di curare psicosi e malattie grazie all'ipnosi e ad altri metodi innovativi e mal visti dalle autorità. Ma il passato di Freddie sembra continuare a perseguitarlo... Ispirato alla vita di Ron Hobbard, il controverso fondatore della setta di Scientology, The Master conferma nuovamente l'indubbia maestria di Paul Thomas Anderson di tirare fuori dai suoi attori prove maiuscole, qui offerte da un duo di protagonisti mostruosi come Phoenix e Hoffman. Ne esce un film lento e verboso ma mai noioso, in grado di insinuarsi bene nelle tormentate psicologie dei personaggi, Freddie in primis, che non cerca lo spettacolo facile in favore di un intimismo ricercato e affascinante, una gara/lotta tra due uomini così simili ed al contempo diversi, ognuno alla ricerca di una propria verità.

Assassini nati - Natural born killers

Mickey e Mallory sono giovani, innamorati e completamente fuori di testa: la coppia infatti si è macchiata dell'omicidio di ben 54 persone ed è ricercata dalla polizia. I due criminali sono nel frattempo diventati delle vere e proprie celebrità, catalizzando l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica. Quando i fidanzati vengono catturati il giornalista Wayne Gale decide di approfittarne... Oliver Stone filma un capolavoro violento e morboso, perfetta esplosione di sangue e follia che ha scosso il pubblico benpensante, adattando (non senza controversie) un soggetto di Quentin Tarantino. Una pellicola ferale e grottesca in cui la separazione tra Bene e Male assoluto è più complessa del previsto, capace di mettere inoltre in ulteriore risalto le magistrali performance di Woody Harrelson e Juliette Lewis, protagonisti di una visione "infernale" ormai ben impressa nell'immaginario cinefilo collettivo.

I figli degli uomini

L'umanità è vicina alla sua fine, infatti da vent'anni non si registrano nuove nascite. In Gran Bretagna, schiava di un regime totalitario, nasce una speranza: una ragazza, immigrata illegale, è rimasta incinta. Un ex-militante viene "reclutato" dalla compagna di un tempo per proteggere la giovane, e condurla illesa a un sito protetto nelle Azzorre. Alfonso Cuaron dipinge un futuro cupo, figlio della paure odierne sulle derive razziste e sui governi guerrafondai, forse sin troppo esasperato nella sua oscura crudezza. Ciò nonostante l'ambientazione, di gran fascino, è realizzata con dovizia e attenzione ai particolari, così come i rapporti sociali tra la varie classi in "Lotta", con intrighi e doppi-giochi dove il bene e il male non viaggiano per assoluti. Spettacolari e drammatici i quaranta minuti finali, "aggraziati" da una fotografia d'eccezione. Bravo Clive Owen, ma la scena la ruba ancora una volta sir Michael Caine, pur in un ruolo secondario.