Netflix: 5 thriller cult da rivedere, da The Departed a L.A. Confidential

Andiamo alla scoperta di alcuni thriller/polizieschi cult presenti su Netflix, titoli che non possono passare inosservati agli occhi degli appassionati.

Netflix: 5 thriller cult da rivedere, da The Departed a L.A. Confidential
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Cosa c'è di meglio di un bel thriller per far colare freddi brividi di suspense in questa sempre più calda estate? Netflix ha la ricetta pronta per voi e in questo nuovo speciale tematico andiamo ad indagare su cinque grandi titoli a tema presenti sulla piattaforma online. Martin Scorsese è presente con ben due titoli, entrambi frutto del fortunato sodalizio con Leonardo DiCaprio: The Departed - Il bene e il male (efficace remake dell'altrettanto notevole Infernal Affairs) e Shutter Island; troviamo poi l'esordio dietro la macchina da presa di Ben Affleck, il sorprendente Gone, baby, gone, uno dei polizieschi simbolo degli anni '90 quale L.A. Confidential e il mai troppo citato Il negoziatore, con una tesa sfida attoriale tra Kevin Spacey e Samuel L. Jackson. Cinque veri e propri cult da non perdere!

The Departed - ll bene e il male

Nel 2006 Martin Scorsese dirige un efficace remake di un cult hongkonghese quale Infernal Affairs (2002), dando vita ad un'opera né superiore né inferiore all'originale, bensì diversa. Il cambio di ambientazione infatti permette al maestro americano di sfruttare altri registri nel raccontarci la storia dei personaggi di Leonardo DiCaprio e Matt Damon, entrambi sotto copertura dai diversi lati della barricata. Legge e crimine così combaciano in un perfido gioco di bugie e segreti e le presenze di Jack Nicholson nei panni del "villain" e di Mark Wahlberg in un gustoso ruolo secondario speziano ulteriormente il racconto. The Departed - Il bene e il male è un thriller poliziesco sporco e cattivo al punto giusto, in grado di accontentare sia le aspettative del grande pubblico che di una platea più cinefila, a cui lo scenario della comunità irlandese di Boston dona un fascino ancora maggiore, perfetto palcoscenico di una storia dove niente e nessuno è ciò che vuole apparire.

L.A. Confidential

1952, Los Angeles. Nel distretto di polizia agiscono tre agenti dai metodi molto diversi tra di loro. Jack Vincennes è un detective della narcotici che, famoso per aver risolto casi che vedevano coinvolti personaggi dello star system, lavora anche come consulente per una nota serie tv. Bud White è invece un uomo che usa metodi anche poco ortodossi per applicare la legge, prendendosela soprattutto con stupratori e picchiatori di donne. Tutto il contrario di Ed Exley, "figlio d'arte" (il padre detective fu ucciso anni prima in servizio in un caso ancora irrisolto), che rispetta le regole alla lettera... Curtis Hanson trova con L.A. Confidential la ricetta per il poliziesco perfetto, difficilmente replicabile. Adattando magistralmente il romanzo di James Ellroy, il regista aggiorna il noir con una messa in scena eccelsa dal punto di vista estetico ed emotivamente intensa e ricca di sfumature, in un confronto a distanza tra tre detective che rappresentano altrettante diverse versioni di intendere la legge, personaggi difficili che qui hanno tutto lo straripante carisma di Russell Crowe, Guy Pearce e Kevin Spacey.

Shutter Island

Ancora Scorsese, ancora DiCaprio per questo adattamento del romanzo L'isola della paura di Dennis Lehane in cui gli agenti federali Edward Daniels e Chuck Aule vengono inviati sull'isola del titolo per indagare sulla scomparsa di una pericolosa criminale, reclusa nella struttura psichiatrica esistente sul luogo. La donna pare essere sparita letteralmente nel nulla ma Daniels è convinto che il direttore dell'istituto, il dottor Cawley, gli nasconda qualcosa scoprendo inquietanti segreti legati al manicomio. Opera magnetica che gioca abilmente tra realtà e allucinazioni in una struttura ad incastro in cui ogni tassello trova progressivamente l'esatta posizione del puzzle narrativo, fino alla scioccante rivelazione dell'ultima parte. Shutter Island sfrutta appieno la suggestiva ambientazione con istinti gotici e quasi horror, ponendo interessanti spunti per una seconda visione in cui cogliere i minuziosi dettagli imbastiti dal regista. DiCaprio si muove con astuta bravura in un cast all-star comprendente anche Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Michelle Williams, quest'ultima al centro insieme al protagonista dei passaggi più emotivamente toccanti.

Il negoziatore

Probabilmente il miglior film nella carriera di un onesto mestierante, pur tornato alla ribalta recentemente con la regia di Fast & Furious 8 (2017), quale F. Gary Gray, che in questo solido thriller di fine anni '90 si affida alle magnetiche performance di Samuel L. Jackson e Kevin Spacey. Il primo nei panni di un negoziatore incastrato da un giro di corruzione avente luogo nel suo stesso ambiente, il secondo un determinato collega che cerca di liberare gli ostaggi. Un rovesciamento dei ruoli in cui ha luogo un serrato confronto a due tra personaggi affini che si ritrovano loro malgrado su opposte barricate. Il negoziatore fa una sua una vibrante tensione di genere, magistralmente convogliata dai due interpreti, adempiendo pienamente ai canoni di uno spettacolo forse parzialmente stereotipato ma dal sicuro impatto emotivo, trascinando per oltre due ore fino all'attesa risoluzione degli eventi.

Gone, baby, gone

E chi se lo aspettava che un attore spesso criticato per performance certamente migliorabili nascondesse un sorprendente talento da regista? Nel 2007 Ben Affleck sorprende tutti (e forse anche se stesso) esordendo dietro la macchina da presa per adattare il romanzo La casa buia di Dennis Lehane (sì, di nuovo lui). Arruolato il fratello Casey nel ruolo di protagonista, il novello autore ci racconta così del detective privato Patrick Kenzie, impegnato ad aiutare le forze dell'ordine per ritrovare una bambina di quattro anni scomparsa. Le indagini porteranno l'uomo in giri pericolosi... Un debutto delle grandi occasioni per un film giocato tutto sulle atmosfere e sulle tonalità cupe e drammatiche di una vicenda a tinte fosche, ballata urbana esistenzialista che riflette con illuminante lucidità sul male di esistere contemporaneo.