Netflix: 5 horror da evitare, da Satanic a The Lazarus effect

Andiamo alla scoperta di alcuni horror da evitare presenti su Netflix, titoli poco riusciti che è meglio evitare per non rimanere delusi.

Netflix: 5 horror da evitare, da Satanic a The Lazarus effect
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Il termine "agghiacciante" per un film horror può assumere diversi significati: nel senso positivo vuol dire che è un titolo che ha svolto bene il suo compito nel suscitare sano terrore, in quello negativo si intende una produzione che provoca ribrezzo cinefilo per i suoi limiti tecnici e/o attoriali. In questo appuntamento settimanale con le proposte di Netflix andremo proprio ad indagare nella seconda categoria, con una cinquina di pellicole in cui l'orrore generato non è quello sperato in partenza. Passiamo così dalle atmosfere slasher di Most likely to die al "ritornante" The Lazarus Effect, dall'esorcistico L'esorcismo di Anna Ecklund al low-budget Satanic fino al più classico ma non più riuscito FirstBorn.

Most likely to die

Alcuni compagni di università decidono di rivedersi dieci anni dopo l'ultima volta in una baita isolata tra le montagne, costruzione di proprietà di uno di loro, ignari che un serial killer mascherato sia pronto ad iniziare una vera e propria carneficina. Le motivazioni dietro alle efferate gesta del misterioso assassino sembrano legate proprio al passato del gruppo e al loro periodo di studio. Impossibilitate a fuggire, le vittime designate dovranno cercare di sopravvivere alla notte e di scoprire l'identità dello spietato psicopatico. Uno slasher dallo svolgimento alquanto canonico con più infamie che lodi, che sfrutta senza guizzi di sorta il già limitato budget con una messa in scena povera e inverosimile. Most likely to die guarda agli anni '90 nella gestione di trama e personaggi ma si perde ben presto in situazioni ridicole che affievoliscono la potenziale tensione della vicenda e non basta qualche vago sussulto a variare una progressione fin troppo lineare dove anche il presunto colpo di scena fa un buco nell'acqua.

Satanic

Quattro studenti del college sono in vacanza per un paio di giorni a Los Angeles con l'obiettivo di visitare alcuni luoghi simbolo di storici riti satanici: anche la camera d'albergo da loro scelta fa parte di questa lugubre categoria. Il peggio ha però inizio quando i nostri decidono di pedinare il proprietario di un gothic-shop finendo per imbattersi in una messa nera dove una giovane ragazza sembra sul punto di essere sacrificata. Il debutto cinematografico del regista televisivo Jeffrey G. Hunt è un horror low-low-low budget ai limiti dell'amatoriale che indaga nella cultura satanista (Anton LaVey incluso) in maniera superficiale. Personaggi, buoni e cattivi, con vestiti gotici già dimostrano l'inusitato adempiere ai luoghi comuni ma è l'intera vicenda ad essere ricca di falle e incoerenze, con una prima parte lentissima (quasi un filmino vacanziero) e una seconda più di genere che, nonostante passabili effetti speciali, offre campo ad un finale ridicolo.

FirstBorn

La piccola Thea nasce in piena salute ma dal suo arrivo la vita dei due genitori non sarà più la stessa, tanto che la casa in cui vivono diventa luogo di inquietanti fenomeni paranormali: quando la madre Charlie viene aggredita in piena notte da un'entità sconosciuta, il marito James decide di contattare suo padre (con cui non ha rapporti da molti anni), esperto di occultismo. Questi sostiene che la bambina è vittima di una maledizione e che solo tramite alcuni rituali da compiere quotidianamente potrà avere diritto ad un'esistenza normale. Si adagia stancamente sui classici stereotipi di genere quest'horror che, a dispetto di una messa in scena più che apprezzabile, dimostra pecche e banalità narrative in serie. Se dal punto di vista visivo e della messa in scena, e anche da quello attoriale, il film svolge discretamente il suo compitino, è proprio l'inverosimiglianza della vicenda, con tanto di improbabili colpi di scena, a penalizzare la suspense e quel senso di terrore che rimane sempre sottotraccia senza mai emergere realmente.

The Lazarus Effect

Frank e la sua fidanzata Zoe sono in un team di ricercatori alle prese con una scoperta sensazionale, avendo dato origine ad un siero che permette di riportare in vita i morti: il loro primo test, sperimentato sul cadavere di un cane, riesce alla perfezione, nonostante l'animale in seguito al "ritorno" dimostri comportamenti inquietanti. Quando il direttore dell'università che finanzia il progetto scopre però i risultati, decide di sospendere ogni attività per motivi etici. Frank e la sua squadra però non sono dello stesso parere e una notte si intrufolano di nascosto nel laboratorio per provare altri test, ma un tragico incidente cambierà per sempre il loro futuro... Un horror sciapo di produzione Blumhouse che, nonostante qualche buona soluzione visiva, finisce ben presto per perdersi in una narrazione forzata e inverosimile e non bastano la folgorante bellezza di Olivia Wilde e rimandi al più iconico cinema di serie B per rivitalizzare una vicenda priva di spunti originali e destinata ad un prevedibile epilogo.

L'esorcismo di Anna Ecklund

Padre Richard Lamont, un prete in crisi di fede, è inviato dal Vaticano nella cittadina di Earling dove una giovane donna, Anna Ecklund, è vittima per la seconda volta di una possessione demoniaca. Con l'aiuto del suo vecchio amico e superiore Padre Theo Reisinger l'uomo di Chiesa dovrà cercare di esorcizzare la donna, scoprendo inoltre che il suddetto caso potrebbe essere collegato ad un'apocalittica profezia sul futuro dell'umanità. Basso budget, un cast impresentabile, tensione ai minimi storici ed effetti speciali ingiustificati assenti: L'esorcismo di Anna Ecklund è un film povero oltre misura, incapace di suscitare qualsiasi minima suspense e privo di una coesa gestione dei personaggi, il cui background è lasciato palesemente senza guizzi. Con uno stile registico che guarda ai B-movie di genere esorcistico anni '70 e '80, la breve visione diventa una stancante e monotona successione di eventi in cui la paura non fa mai capolino neanche per sbaglio.