La musica di The Suicide Squad: la colonna sonora scelta da James Gunn

Il cinecomic di James Gunn è pieno di momenti musicali di altissimo livello che esprimono perfettamente l'anima irriverente e scanzonata della pellicola.

La musica di The Suicide Squad: la colonna sonora scelta da James Gunn
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Il riuscito The Suicide Squad di James Gunn, nonostante condivida gran parte del titolo con il lungometraggio del 2016 di David Ayer, è un progetto a sé stante, anarchico e caotico fino al midollo, che esprime perfettamente in ogni sua componente l'anima più scanzonata e libertina del suo autore.
Sappiamo bene quanto Gunn abbia un proprio stile narrativo e registico atipico, soprattutto quando si parla di costruire supereroi e antieroi e anche questo film non fa eccezione, anzi, forse rappresenta la sua essenza più pura ed esplosiva. L'autore americano, come è evidente con i due capitoli di Guardiani della Galassia, ha sempre avuto un interesse particolare nel curare la colonna sonora delle sue creature filmiche.

Se pensiamo proprio ai due cinecomic Marvel sopracitati, Gunn, con il compositore Tyler Bates (Atomica Bionda, John Wick), ha reso la musica non solo un contorno alle azioni dei protagonisti ma uno strumento narrativo ben preciso che è legittimato nella pellicola dalla passione di Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) per la musica Anni Settanta e Ottanta, che ascolta nel suo walkman lasciato in eredità dalla madre.
Anche in The Suicide Squad la colonna sonora ha una parte molto importante ma, a differenza delle imprese degli Avengers galattici, possiede una sua totale indipendenza dalla storia effettiva, assumendo un ruolo più classico di accompagnamento delle sequenze più significative.
È interessante e curioso analizzare ogni brano presente nel lungometraggio sia perché si distacca enormemente dal film precedente di Ayer, sia perché è una perfetta espressione della creatività e dell'eclettismo del filmmaker alla base del progetto.
Anche se accenneremo brevemente ai brani "orchestrali" pensati per il cinecomic (ideati personalmente da John Murphy, noto per il suo lavoro in Lock & Stock - Pazzi scatenati e in 28 settimane dopo), ci dedicheremo principalmente ai pezzi musicali veri e propri che sono stati selezionati per le scene maggiormente impattanti della pellicola.

The Suicide Squad vs. Suicide Squad: due colonne sonore diversissime

Cominciamo proprio confrontando rapidamente la colonna sonora dei due lungometraggi, perché l'apparente connessione tra le opere è un buon pretesto per far comprendere quanto James Gunn si sia distaccato dalla dimensione classica dell'universo DC per fare qualcosa di totalmente nuovo e sperimentale.

Già mettendo a paragone i pezzi originali contenuti in ciascun film è evidente che se il Suicide Squad del 2016 ha al suo interno una linea più tradizionale (e anche piuttosto anonima) che caratterizza il mood musicale dell'intero titolo, tutt'altra cosa è stata fatta con la nuova versione.
Sì, perché The Suicide Squad, già a partire dal brano principe della parte orchestrale della soundtrack che è So This Is the Famous Suicide Squad, segue perfettamente il tono del film cominciando con una traccia potente ed energica, per poi andare a spaziare enormemente, replicando continui saliscendi che ci propone lo stesso lungometraggio a livello registico e narrativo.
Se invece si vanno ad ascoltare i pezzi originali di Suicide Squad, per quanto sia interessante la scelta di un andamento rap-elettronico (ma non solo visto che c'è comunque sperimentalismo), tale idea è portata avanti a spada tratta dall'inizio alla fine, senza nessuna variazione, il che rende il tutto un pochino troppo piatto e uguale tra un passaggio musicale e l'altro.
Una esprime l'eclettismo e la varietà, l'altra l'omologazione e una standardizzazione marcata.

Passando ai brani "cover" dei due lungometraggi, anche qui le scelte adottate sono agli antipodi: Suicide Squad di Ayer è pieno di titoli famosissimi, basta citare The House ot the Rising Sun dei The Animals, Paranoid dei Black Sabbath, Fortunate Son dei Creedence Clearwater Revival e molti altri iconici pezzi della storia del rock che però sono stati usati più per il nome che portano dietro che per l'effettiva utilità intrinseca all'interno della pellicola.
In The Suicide Squad la selezione segue proprio un altro spirito, visto che le tracce sono sì conosciute ma non così tanto e sono un perfetto accompagnamento a tutto quello che accade alla Task Force X.

È chiaro che un utilizzo smodato di brani conosciuti e intramontabili della musica fa sempre la sua bella figura in un lungometraggio così tanto action e frenetico, ma la scelta ponderata di Gunn è da ammirare perché, se da un lato denota nel profondo una conoscenza per nulla banale del medium (e c'è una playlist condivisa da Gunn con tutti gli scarti musicali del film che fa ancora più impallidire), dall'altra è perfetta perché esprime, senza troppi giri di parole, la filosofia della pellicola e il suo spirito più puro, sopra le righe, indipendente, eclettico e raffinato.

Detto questo, è opportuno concentrarsi, in maniera dettagliata, sui momenti musicali più interessanti e significativi di The Suicide Squad per dimostrare quanto è stato appena suggerito. Vi avvisiamo che però faremo qualche spoiler sul contenuto del cinecomic effettivo.

Folsom Prison Blues di Johnny Cash ci guida nella prigione di Belle Reve

Un detenuto con dei lunghi capelli bianchi si diverte a lanciare una palla in modo molto chirurgico, centrando in pieno un uccellino.

È questa la prima scena di The Suicide Squad che fin da subito ci presenta Savant (interpretato da Michael Rooker che in Guardiani della Galassia è Yondu Udonta) e il carcere di massima sicurezza di Belle Reve, dove risiedono tutti i membri della Squadra Suicida.
La sequenza viene preceduta (e al tempo stesso accompagnata) da Folsom Prison Blues di Johny Cash, storico brano country dell'iconico artista americano noto come The Man in Black, che ha un compito molto complicato: aprire le danze della pellicola, rappresentando dall'inizio il tono musicale del film.
La traccia ci riesce perfettamente perché oltre a essere coerente con il contesto (nella storia evocata dal pezzo si parla di un carcerato che ripensa a come sia finito dietro le sbarre e agogna la libertà, come i nostri antagonisti), le note country, che potrebbero apparire fuori luogo, si sposano brillantemente con la pluralità contenutistica, narrativa e registica che esprime Gunn con il film.
Curiosamente, tra l'altro, il brano più famoso dell'intero lungometraggio è posto proprio da introduzione, a seguire la carrellata musicale è più di nicchia ma non per questo meno affascinante.

The Suicide Squad cambia subito pelle con People Who Died

Nelle prime battute di The Suicide Squad avviene una delle rivelazioni più clamorose del film che Gunn gestisce con grande intelligenza: una cospicua parte degli strampalati personaggi presenti all'interno del lungometraggio, infatti, muore all'inizio del cinecomic, rivelando infine quali sono i reali protagonisti dell'intera pellicola.

Il passaggio di testimone tra "gli eroi" caduti in battaglia e quelli che vedremo in azione si verifica sulle note di People Who Died della The Jim Carroll Band, gruppo fondato dal poeta e romanziere Jim Carroll che nel 1978 ha formato un proprio complesso di stampo punk-rock.

Il brano, se si va a studiare il testo vero e proprio, è una carrellata cinica e scanzonata di alcune delle persone che lo stesso artista ha visto morire nella sua vita, dipinte con rapidi ed ironici necrologi.
Il risultato è una versione anarchica, distaccata e su di giri dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters (resa famosa in Italia da Fabrizio de Andrè con il suo album Non al denaro non all'amore né al cielo), dove però dei morti parlano in prima persona di come sono passati a miglior vita.
Quale pezzo migliore per raffigurare, tra l'altro con delle riprese con primi piani dettagliati, tutte le morti di una delle due squadre del film?

Whistle For The Choir accompagna "la storia d'amore" tra Harley Quinn e Silvio Luna

La psicotica e pazzoide Harley Quinn (la sempre magnetica Margot Robbie) all'interno di The Suicide Squad è completamente riscritta e rinnovata da James Gunn, che comunque si aggancia alla già precedente caratterizzazione del DCEU, aggiungendo molta farina del suo sacco.

Ecco che uno dei momenti più iconici del lungometraggio è proprio "la storia d'amore" tra la folle criminale e il dittatore dell'isola di Corto Maltese, Silvio Luna (interpretato Juan Diego Botto), sulla scia di Whistle For The Coir dei The Fratellis, band scozzese di Glasgow.
La particolare e intensa relazione espressa dal brano trova terreno fertile nel rapporto amoroso tra i due personaggi della pellicola, prima nel corteggiamento iniziale e poi nel breve amplesso.
Il pezzo in sé, proprio in virtù della conclusione tragica dalla storia tra i due, assume un' importanza fondamentale perché diventa il brano simbolo di Harley Quinn, condannata a relazioni tossiche e perennemente attratta da figure discutibili.
Ed è tutto così clamorosamente indipendente, ma al tempo stesso in linea con il personaggio, da risultare memorabile, soprattutto con una ballad malinconica e trascinante come questa.

The Suicide Squad sfrutta i Pixies per una scena ad alto tasso di epicità

Il cinema contemporaneo non sarebbe lo stesso senza le camminate al rallentatore dei protagonisti: se possiamo dire che il buon Quentin Tarantino ha sdoganato tale archetipo filmico con Le iene, con in sottofondo Little Green Bag di George Barker, anche James Gunn ne ha fatto uso nel suo The Suicide Squad ma con un intento parodistico evidente.
Prima dell'attacco da parte della Task Force X a Jotunheim, il covo degli antagonisti, vediamo una carrellata dei personaggi principali (più un simpatico intruso) che si presenta nuovamente al pubblico, sotto una coltre di pioggia suggestiva che confonde e al tempo stesso risalta la squadra.

Hey dei Pixies, gruppo musicale di rock alternativo statunitense, sta veramente bene in questa scena perché il testo è volutamente criptico e senza un apparente senso (quasi a replicare la disarmonia della squadra), musicalmente variegato e complesso, pieno di alti e bassi, perfetta espressione della pellicola stessa e dello stile particolare e molto personale che porta nel mondo dei cinecomic.
L'ennesima conferma che la colonna sonora è veicolo dell'estro e della filosofia del suo folle autore.

Oh No di Grandson chiude The Suicide Squad, accompagnando i titoli di coda

Strano e brutto a dirsi, ma anche The Suicide Squad giunge alla fine e quando arrivano i titoli di coda James Gunn sceglie di stupire gli spettatori. Oh No di Grandson, artista canadese da poco lanciatosi nel mondo della musica, è quella traccia che non ti aspetteresti ma che proprio per questo motivo rende ancora più spettacolare la conclusione.

Se infatti ascoltate con attenzione la canzone, pare che quest'ultima sia la più anomala rispetto a tutti gli altri brani che possiamo sentire all'interno del lungometraggio, sia a livello di genere che di funzionalità vera e propria.
A un primo orecchio sembra che la traccia non sia contestualizzata a dovere, ma se si approfondisce meglio il contenuto prettamente musicale di Oh No ci si rende conto che è un calderone di generi, che spazia dalla musica elettronica al rock e che evoca a suo modo lo sperimentalismo celebrato dalla stessa colonna sonora.
Piuttosto che scegliere un brano famosissimo, Gunn chiude il suo film con una canzone quasi sconosciuta, emblema dell'innovazione e dello studio ricercato dietro i suoi lavori.

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