Lo spy thriller secondo Christopher Nolan: l'analisi del trailer di Tenet

Analizziamo le immagini del trailer dell'ultima fatica del regista di Inception e Memento, un film "scatola cinese" dal piglio concettuale incredibile.

Lo spy thriller secondo Christopher Nolan: l'analisi del trailer di Tenet
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Finalmente è stato pubblicato, è criptico e non rivela nulla sull'intreccio del film. È il primo, entusiasmante, fascinoso e contorto trailer ufficiale di Tenet, ultima fatica di Christopher Nolan, per molti l'erede diretto di Stanley Kubrick, per altri uno tra i più sopravvalutati registi contemporanei.
Non esiste via di mezzo tra i due poli, che non trovano quasi mai punto d'incontro come invece sembra voler fare quest'ultimo film del regista, di base uno spy thriller con forti elementi action che però affronta diversi altri generi, almeno stando alle dichiarazioni di Nolan, sceneggiatore unico del progetto.

La mano libera e solitaria dell'autore preoccupa in realtà una piccola parte di appassionati, essendo i suoi lavori migliori co-sceneggiati o almeno ideati insieme al fratello Jonathan Nolan, occupato con la terza stagione di Westworld per la HBO.

Un titolo che si rivela già dalle prime immagini ermetico e paradossale, impossibile da decifrare correttamente come fu per Inception o Interstellar, perché presentatoci attraverso piccoli indizi che possono al massimo far scattare un paio di intuizioni. È il marketing nolaniano: d'impostazione promozionale stagna, quasi totalmente impermeabile alle anticipazioni e visivamente sibillino. Come non amarlo?

Il centro perfetto

Per stessa ammissione del regista, Tenet è "il suo film più grande e ambizioso". Girato in sette nazioni differenti (tra cui l'Italia, in Costiera Amalfitana), con un budget di 225 milioni di dollari e pensato per essere quasi interamente ripreso in IMAX, l'ultimo lungometraggio del brillante cineasta sembra proprio essere l'apoteosi dello spionaggio declinato in salsa nolaniana. È talmente radicato nelle sue vibrazioni cinematografiche e in delle precise sensibilità autoriali da apparire addirittura come una sorta di sequel spirituale di Inception, con cui condivide intuizioni e cromatismi in modo innegabile. Come nel film di Leonardo DiCaprio (o anche in Memento) sembra si giochi anche qui con la narrazione visiva, non tanto attraverso piani temporali sfasati o sovrapposti ma con un concept apparentemente geniale: far convergere nella stessa linea narrazioni temporali opposte.

Prima di arrivare ad analizzare questo punto, però, proviamo a capire il background di Tenet. Il protagonista (ancora senza nome) è interpretato da John David Washington. Inizialmente potrebbe essere un agente di chissà quale dipartimento (militare, polizia, CIA, FBI), messo alla prova o seguito da questa agenzia di spionaggio super segreta come fu ad esempio per Will Smith in Men in Black.
Una volta testato il suo potenziale, il personaggio viene condotto nell'Aldilà, che potrebbe essere una semplice metafora per sottolineare la sua morte sociale e rinascita come membro dell'agenzia oppure il nome della stessa, "Afterlife". Ad ogni modo, uno dei capi di questa misteriosa associazione è interpretato da Martin Donovan, lo stesso che dice a Washington "che Tenet è la parola per aprire tutte le porte".

Non capiamo assolutamente a cosa si possa riferire, ma è interessante il raccordo culturale con l'Enigma del Quadrato Magico di Sator, un'iscrizione che campeggia sulla facciata di una chiesa francese, su di una moneta dell'Imperatore Massimiliano II, su di una Bibbia Carolingia e su altri reperti archeologici di varia fattura. Risulta misterioso perché inspiegabile e con al centro la seguente frase: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, dove Tenet è il centro palindromo perfetto di una frase palindroma perfetta all'interno di un quadrato perfetto, che si può leggere in ogni direzione (da sinistra a destra e viceversa, dall'altro in basso e viceversa).

Pur essendo inspiegabile, Nolan potrebbe aver tratto ispirazione dall'Enigma di Sator per costruire a sua volta l'Enigma Narrativo di Tenet. Andando oltre l'indecifrabile trama del film, infatti, è nell'azione e nel movimento che notiamo cose davvero particolari, su tutte il riavvolgersi di alcune sequenze o lo scorrere del tempo all'incontrario.

Lo vediamo in mare aperto, con delle imbarcazioni che viaggiano all'indietro, e con uno spettacolare incidente stradale, nel mentre di un inseguimento con veicoli che viaggiano sullo stesso percorso in direzioni differenti (ma anche nell'ultima scena del trailer, nella stanza del vetro forato di proiettili). Nel filmato si fa riferimento al possibile scoppio di una Terza Guerra Mondiale e a un pericolo superiore all'Olocausto Nucleare, mentre la stessa tag line del film spiega apertamente che "il tempo sta per scadere". E se la minaccia più grande che il mondo abbia mai affrontato dovesse proprio essere il collasso stesso del tempo? E se Nolan avesse ideato uno spy movie palindromo, lasciando che più linee temporali convergano incidentalmente l'una sull'altra fino a un punto zero, al centro perfetto? Sì, sarebbe qualcosa di mai visto prima. Dal trailer si intuisce anche che Kenneth Branagh dovrebbe essere il cattivo di turno, Elizabeth Debicki la femme fatale e Robert Pattinson un collega del personaggio di Washington, forse il suo più fidato alleato.
Abbiamo sette mesi per prepararci al meglio alla visione di questo nuovo rompicapo nolaniano, e proprio il regista sembra volerci aiutare a entrare in sala con una predisposizione d'animo e mentale differente dal solito, quando ci invita a "a vedere il mondo con occhi nuovi", senza "tentare di comprenderlo" ma cercando di "sentirlo".

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