La tecnica dietro Spider-Man: Un Nuovo Universo fra colori, 3D e 2D

Scopriamo come Phil Lord, Christopher Miller e la loro eccezionale crew hanno creato Spider-Man: Un Nuovo Universo.

La tecnica dietro Spider-Man: Un Nuovo Universo fra colori, 3D e 2D
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Sin dalla sua esistenza, passata l'epoca dello stupore e della sperimentazione, l'arte cinematografica è andata costantemente a braccetto con la carta stampata, con la letteratura e - successivamente, a partire dagli anni '40 - con il fumetto. La "fusione" completa con quest'ultimo genere grafico-letterario è avvenuta in realtà solo negli ultimi 30 anni, con la recente accelerata dei Marvel Studios che ha creato un vero e proprio sottogenere a se stante.
C'è voluto però un film d'animazione uscito nel 2018 per determinare il matrimonio completo fra queste due forme d'arte, il cinema e il fumetto s'intende, Spider-Man: Un Nuovo Universo. Vincitore della statuetta come Miglior Film d'Animazione ai recenti Oscar 2019, il lungometraggio è riuscito a superare diversi limiti sino ad ora conosciuti nel campo della tecnica animata, fondendo insieme diverse lavorazioni e spezzando - di fatto - l'egemonia Disney-Pixar degli ultimi decenni in seno all'Academy.
Focalizziamoci dunque sulla nuova frontiera dell'animazione inaugurata da Phil Lord, Christopher Miller e la loro eccezionale crew, provando a capire i motivi per cui Spider-Man: Un Nuovo Universo ha dato inizio a una nuova era.

2D e 3D

Dopo l'uscita del film uno dei commenti più ricorrenti sui social, apparso spesso anche all'interno delle recensioni della stampa specializzata, è stato: "Sembra di assistere a tavole che prendono vita durante tutto il film". Una sensazione non troppo distante dalla realtà, poiché gli artisti che hanno lavorato a Spider-man: Un Nuovo Universo hanno combinato CGI (Computer grafica) e disegni in due dimensioni.
Nella pratica, semplificando il concetto per renderlo accessibile a tutti, gli animatori CGI hanno fornito migliaia di frame renderizzati al computer ai loro colleghi "analogici", che li hanno poi rifiniti in 2D. Questo approccio ha portato a un risultato finale molto vicino a un fumetto stampato, allo stesso tempo però vivo, con una profondità di campo talmente dinamica da "fuoriuscire" dallo schermo.
Questo meccanismo all'apparenza semplice ha in realtà richiesto diversi anni di lavoro, test e prove pratiche: inizialmente, un unico animatore ha deciso - insieme ai registi - il look da dare all'opera, c'è poi voluto un intero anno per raggiungere la perfezione desiderata, 12 lunghi mesi utili a produrre appena 10 secondi di materiale. Quando la produzione è partita a gonfie vele, con il render definitivo, il team di animatori è cresciuto mese dopo mese, arrivano a 142 unità nell'agosto del 2018; parliamo della più grande crew mai utilizzata da Sony Pictures per un singolo prodotto animato.

Danzare in una città al neon

La vittoria della statuetta è giustificata anche "dalle pieghe" dell'animazione, dai suoi dettagli e dalla cura maniacale riposta nella caratterizzazione dei personaggi. Ogni singolo protagonista ha movenze uniche, una propria grazia, si muove nello spazio cinematografico realizzando una sorta di danza, sia nelle scene più concitate che nei momenti di quiete assoluta. Per raggiungere l'obiettivo, gli animatori hanno talvolta sfidato anche le leggi della fisica, pensiamo ad esempio alla scena in cui Spider-Man sta pranzando in un ristorante e "rispedisce al mittente" con un singolo pugno un'auto che rompe il vetro del locale: un momento irreale, poiché l'auto appare come un oggetto del tutto solido, incapace di reagire alle più naturali leggi del mondo.
Lo stesso accade con le sequenze di Spider-Gwen, ma non solo, con il personaggio che sembra non avere peso, sembra non influire con la normale gravità: è leggera come piuma, vola e atterra con una naturalezza spropositata, eppure poetica. Una scelta che da una parte omaggia proprio il mondo dei fumetti stampati, dall'altra crea un umorismo di fondo, un'ironia e una dolcezza in grado di parlare senza aprire bocca, sfruttando invece i gesti e i corpi.
Altro elemento particolare, per non dire unico, della produzione è il massiccio utilizzo dell'Aberrazione Cromatica, in netta opposizione con la pulizia sfrenata e maniacale delle opere Disney, Pixar & Co. Spider-man: Un Nuovo Universo ha infatti colpito anche per le sue atmosfere al neon, "sporche", imprecise sullo sfondo, utili a donare alla città un proprio respiro, un proprio carattere. Ai colori "slegati" bisogna anche aggiungere un sapiente utilizzo di texture su gran parte delle superfici solide, utile a legare ancor di più il film al fumetto. (Nell'immagine della cover si notano chiaramente sia texture che aberrazione cromatica, anche se ritrovate questa tecnica praticamente in ogni frame del film)

Quello di Lord e Miller è poi un mondo "irregolare", fatto di linee oblique, dai palazzi che sembrano ripiegarsi su loro stessi ai vagoni dei treni e così via. Una scelta che si amalgama, e si completa, con la composizione dei singoli quadri, che al contrario è spesso simmetrica, squadrata, pulita ed estremamente precisa. Tutti questi elementi tecnici messi insieme, uniti ovviamente a una sceneggiatura appassionante, hanno creato non solo il miglior film d'animazione degli ultimi 12 mesi, hanno anche inaugurato una nuova era nel settore. Non uno standard, sia ben chiaro (e per fortuna) ma un tratto distintivo forte, degno di Spider-Man, l'eroe Marvel più amato e complesso di sempre.

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