Speciale L'Incredibile Hulk

Bruce Banner/ Hulk: la dicotomia genio represso/furia incontrollabile secondo Marvel

Speciale L'Incredibile Hulk
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Introduzione a cura di Marco Lucio Papaleo

Bruce Banner, acuto ma introverso fisico nucleare, nell'atto di salvare un ragazzino dall'esposizione allo scoppio di una bomba gamma finisce per assorbire radiazioni sperimentali. Da allora, ogni volta che la sua psiche registra forti emozioni (e in particolare in caso di rabbia) Banner si trasforma in un gigantesco essere umanoide guidato dall'istinto. Dalla dicotomia genio represso/furia incontrollabile nasce dunque quest'iconico personaggio, che pure, nel corso degli anni, ha passato varie incarnazioni, nelle quali Hulk è più o meno senziente, intelligente, controllabile. Emblema dell'estrema versatilità dei personaggi Marvel sul fronte etico ed emozionale (si può passare da una versione 'per bambini' dei cartoni animati ad una molto adulta ed introspettiva di certe storie a fumetti con estrema semplicità, a seconda del volere degli autori) Hulk è da sempre l'asso nella manica dei Vendicatori ("Noi abbiamo Hulk" risponde sarcasticamente Tony Stark quando Loki afferma di avere dalla sua un esercito) ma anche la sua croce e delizia...vedasi saghe a fumetti come quella di Onslaught e World War Hulk.
Continua la nostra Road to the Avengers, ovvero la serie di speciali che ci accompagneranno di qui all'uscita dell'attesa pellicola di Joss Whedon (e oltre), con protagonista, questa settimana, il mitico Gigante di Giada.
Appuntamento due volte alla settimana con uno specialissimo Focus on sui protagonisti del film, e una speciale vignetta di PiccionCinema ad accompagnarlo, il tutto a cura dello specialista Mauro Antonini, che questa settimana regala ai nostri lettori una stupenda tavola in anteprima esclusiva.
"Slip inside the eye of your mind/ Don't you know you might find/ A better place to play"
Oasis - Don't look back in anger

Tra le moltissime figure che popolano l'universo narrativo dei fumetti Marvel pochi possono contare un'iconografia così condivisa nell'immaginario collettivo come Hulk, personaggio nato dalla fervida mente di Stan Lee e dalle prolifiche matite di Jack Kirby sul primo numero della serie The Incredible Hulk del 1962, appena un anno dopo che il duo di autori aveva dato vita ai primi supereroi Marvel, I Fantastici Quattro. Già la presenza nel gruppo dei Fantastici Quattro del membro mostruoso noto come La Cosa preludeva l'idea che, nell'immaginario di Lee e Kirby, l'adesione a canoni fisici di bellezza e perfezione non fosse caratteristica indispensabile per adempiere al ruolo di supereroe.

Come La Cosa anche Hulk è un mostro, ma se il primo vive un continuo dramma sull'apparire - la sua psiche, d'altronde, non viene alterata dalla mutazione - il secondo vive un dramma sull'essere, in quanto le sue due identità, rappresentate dallo scienziato Bruce Banner e dal mostro rabbioso Hulk, sono incompatibili e in continua lotta tra loro. Le fonti culturali a cui Stan Lee afferma di aver attinto per l'ideazione del personaggio lo legano, però, ad un immaginario horror piuttosto che canonicamente eroico: lo sdoppiamento di personalità è tratto da Dr.Jeckill/Mr.Hyde, mentre il suo aspetto è ispirato alla raffigurazione del Mostro di Frankenstein; tenendo conto, poi, che nelle prime storie Banner si muta in Hulk solo di notte per tornare uomo al sorgere del sole, si addiziona alle basi del personaggio anche un afflato di licantropia. E' interessante considerare come la cultura popolare nutra e generi se stessa ciclicamente, Stan Lee, da sempre grande appassionato di cinema di genere, identifica come basi della creazione di Hulk non tanto i romanzi gotici, quanto le loro versioni cinematografiche: in particolare la figurazione della creatura è molto vicina a quella dell'attore Boris Karloff truccato da Mostro di Frankenstein nei classici Universal degli anni '30. Sebbene Hulk venga comunemente identificato quale essere dalla pelle verde la sua epidermide è originariamente color grigio, scelta che Stan Lee modificò subito, dopo aver visionato la scarsa riuscita del grigio a livello tipografico nel primo numero, optando per il verde già dal secondo episodio della serie. Anche in questa dimensione d'immagine Hulk trova forte difficoltà ad inserirsi in uno schema etico, in quanto i suoi colori iconici - il verde e il viola - nei fumetti identificano generalmente i personaggi negativi, secondo la teoria del colore che vuole gli eroi principalmente abbigliati di colori primari e i malvagi di colori secondari. Ma Hulk non trova una collocazione precisa nell'ambito supercriminale: pur se causa continue azioni distruttive non agisce mai per cattiveria, non brama soldi, né potere, né tanto meno è alla ricerca della sopraffazione dell'altro. D'altra parte Hulk non può essere considerato neanche un supereroe a tutti gli effetti, a causa della sua totale mancanza di responsabilità. In realtà è come se la responsabilità supereroica sia inglobata tutta nella sua origine: nei comics, infatti, il Dr.Banner assume le radiazioni che lo mutano in Hulk dopo aver fatto da scudo umano tra l'esplosione di una bomba e un ragazzo capitato casualmente sul luogo dei test atomici. In seguito le sue trasformazioni da uomo a mostro verranno causate non da un bisogno di intervenire per la salvaguardia degli altri ma soprattutto per la propria, quando Banner è arrabbiato o in pericolo.

La prima traduzione live action di Hulk è in tv nella serie L'Incredibile Hulk (1977-78) che, sebbene semplicistica per scrittura e messa in scena, ha molto divulgato il personaggio tra chi non familiarizza con i fumetti. In Italia l'episodio pilota è un doppio episodio della serie montato in uno. Sono persino usciti al cinema come un dittico dal titolo L'incredibile Hulk (1977) e Il ritorno dell'incredibile Hulk (1978). L'esordio ufficiale del Gigante Verde al cinema è, però, nel 2003 con il film Hulk di Ang Lee, una pellicola molto profonda e ricca di elementi edipici, tratti dalla versione psicoanalitica del personaggio com'è nei comics scritti da Peter David, confezionata in un'estetica sofisticata in cui l'uso invasivo degli split screen trasforma lo schermo cinematografico in vere e proprie tavole a fumetti in movimento che inducono gli schemi percettivi dello spettatore ad eguagliare quelli di un lettore di comics. Accolto con pareri discordanti da pubblico e critica la Marvel decide di non sequelizzare la pellicola bensì di metterne in cantiere un reboot - L'incredibile Hulk di Louis Leterrier (2008) - inserito nel progetto Marvel Studios. La pellicola di Leterrier disconosce quella di Lee pur notandosi come lo script originario fosse pensato per un sequel della stessa, solo in seguito riadattato in forma di riavvio. Nel nuovo Universo Marvel cinematografico la genesi di Hulk ricorda quella della serie tv, mescolata con la versione narrata nei comics Ultimate che lo lega al siero del supersoldato di Capitan America, e si certifica la sua coesistenza col precedente film Marvel Studios - Iron Man di Jon Favreau (2008) - tanto che Tony Stark/Robert Downey Jr. appare persino nel film in un cameo. Seguendo il progetto dei Marvel Studios di mettere in continuity tutti i film tratti dai fumetti, la successiva apparizione di Hulk al cinema non sarà in un film solista bensì in The Avengers di Joss Whedon (2012) dove il gigante si scontrerà/incontrerà con numerosi altri paladini Marvel. E' curioso il fatto che al cinema non sia solo Hulk a frammentarsi in versioni psichiche differenti ma anche il suo alter ego Bruce Banner, che cambia l'attore che lo interpreta ben tre volte in tre film, dapprima Eric Bana nella pellicola di Lee, poi Edward Norton per Leterrier sostituito, infine, da Mark Ruffalo in The Avengers.
Mauro Antonini, giornalista crossmediale, scrittore ed autore, nonché curatore di Road to the Avengers, è anche autore di PiccionCinema, la popolare webseries che ci allieterà con le sue tavole, alcune delle quali realizzate apposta per l'occasione. Non perdetevi la prossima incursione di Piccion nel mondo degli Avengers, giovedì prossimo!
Piccion è un piccione viaggiatore, con il potere speciale di comparire nei momenti focali di tutta la storia del cinema. Invade spazi che non gli appartengono, si imPICCia, e si trova di vignetta in vignetta sbalzato in situazioni che lo vedono in pericolo o pronto a fare amicizia con le icone del cinema classico e contemporaneo. Piccion appare online ogni settimana in una "rubrica disegnata" in un elegante bianco e nero "classico" dal titolo PICCIONCINEMA, ad opera di Mauro Antonini, giornalista, studioso di cinema, comics e cultura pop e disegnatore, ed è visionabile sul suo blog e sulla pagina Facebook del progetto.
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