Knives Out VS Glass Onion: qual è il giallo migliore di Rian Johnson?

Stesse dinamiche ma impostazione molto diversa, Rian Johnson ha diretto due film complementari, a tratti anche difficili da paragonare.

Knives Out VS Glass Onion: qual è il giallo migliore di Rian Johnson?
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Il popolo di appassionati del giallo ha tirato un grosso sospiro di sollievo nel leggere la nostra recensione di Glass Onion perché, a seguito dei timori riguardo una narrazione serializzata che sembrava inadeguata a replicare la magia del primo film, Glass Onion, il sequel di uno dei migliori thriller degli ultimi anni si è rivelato all'altezza del suo pesantissimo nome, e ci ha regalato quasi due ore e mezza di spettacolo puro e dialoghi pungenti.

Un secondo capitolo convinto dei propri mezzi e meno incline alle sperimentazione ed ai rischi rispetto a quel peculiare Knives Out (la recensione di Cena con Delitto è, come da tradizione per ogni mystery, nascosta in bella vista), votato al coinvolgimento visivo grazie alle sue scenografie da sogno ma, sul piano puramente "investigativo", riesce a reggere il confronto? La domanda è meno banale di quanto sembri, perché le profonde differenze tra i due titoli rendono difficile paragonare i loro cuori thriller.

Una famiglia non troppo affettuosa

Non deve sorprendere il profondo distacco tematico che separa due film appartenenti allo stesso filone, perché - seguendo con rispetto le proprie ispirazioni letterarie - l'intenzione dell'autore era di rifarsi alle celebri collane di gialli scritte da Agatha Christie e Arthur Conan Doyle, con un iconico protagonista (e qualche personaggio secondario) coinvolto in casi sempre diversi, senza una vera e propria narrazione orizzontale a collegare saldamente tra di loro i vari capitoli (per questo Rian Johnson si è lamentato della presenza di Knives Out nel titolo).

Quando abbiamo conosciuto il nostro Benoit Blanc era già uno degli investigatori privati più famosi del mondo, una vera e propria celebrità anche per i poliziotti incaricati di indagare su un presunto caso di suicidio. Assunto da una persona misteriosa, il detective è stato coinvolto nei dissidi parentali di una famiglia tutt'altro che amorevole, un crogiolo di egoismi ed incompetenze che veniva alimentato dai soldi di un autore di successo.

Il colpo di fulmine che ha fatto innamorare gli spettatori al primo Knives Out risiedeva quasi per intero nella sua impostazione da "gioco da tavolo": un'ampia magione, piena di passaggi segreti e piccoli particolari rivelatori - come lo scricchiolio di un gradino della scala - , sospettati con moventi da analizzare e alibi da smentire, mentre la morte del capofamiglia diventava un enigma da risolvere per incastrare uno degli indagati.

Lo scenario riportava subito alla mente i pomeriggi trascorsi giocando a Cluedo, e la qualità della scrittura completò il quadro di un piccolo capolavoro in cui il mistero sembra accartocciarsi su se stesso, mettendo in discussione di volta in volta ogni singolo familiare, finché la scoperta dell'ultimo pezzo del puzzle finisce col srotolare l'intera matassa e rendere tutto chiaro come il sole.

È un thriller intricato quello di Knives Out, ma mai cervellotico né eccessivamente pretenzioso, ed è un vero piacere sentirlo risolvere da Benoit Blanc al termine della pellicola: in perfetto stile "giallo a puntate", il detective enuncia l'intera sequenza di delitti e sabotaggi di fronte a tutti gli interessati, smascherando un colpevole che non sembrava covare i risentimenti più oscuri del gruppo.

Non è Knives Out 2

Il Benoit Blanc di cui veniamo a conoscenza nel 2022 è un uomo annoiato, incapace di ammazzare il tempo con gli stupidi giochi che piacciono ai suoi amici e desideroso di una vera sfida che metta alla prova il suo fine intelletto. Durante i primi minuti, mentre vengono presentate tutte le pedine che si muoveranno sulla scacchiera, Glass Onion sembra voler ricalcare le orme del suo predecessore e ci mette a conoscenza ancora una volta di un gruppetto variegato di possibili sospettati, di una morte che sembra accidentale perché nessuno ne beneficia, e di un detective coinvolto da una persona misteriosa, sconosciuta anche allo stesso investigatore.

Impiega quasi la metà del suo elevato minutaggio a slegarsi dal suo prequel, ma anche dalle prime sequenze possiamo trovare le profonde differenze che separano i due Knives Out: l'ambientazione è ancora lussuosa e particolare, ma l'isola privata di Miles Bron non nasconde indizi come faceva la villa di Harlan Thrombey, inoltre l'omicidio che Blanc sarà chiamato a risolvere sembra telefonato, anzi, quasi voluto dalla possibile vittima che ha architettato l'occasione perfetta per un assassinio.

Come se non bastasse, mentre i familiari del giallista potevano essere invogliati dalla sostanziosa eredità del defunto, l'eventuale dipartita del miliardario, che ci aspettiamo di ritrovare privo di vita da un momento all'altro, non gioverebbe a nessuno dei sospettati, i quali vengono invece sostenuti dai soldi di un amico che gli serve vivo e vegeto. Nonostante l'aperta citazione al Cluedo, questo sequel non si configura quindi come un "gioco da tavolo", ma più come un classico thriller nel quale il mistero viene chiarito da un'inattesa rivelazione.

Sovvertire i pronostici

La nuova indagine apre la propria narrazione ad un arco di tempo molto maggiore per ricercare nel passato possibili moventi ed ulteriori sospettati, perdendo il senso intimista che aveva saputo regalare la prima pellicola e guadagnando profondità, ma soprattutto allontanandosi definitivamente dalla gustosa sensazione di "scatola chiusa" che aveva reso intrigante e coinvolgente l'omicidio dello scrittore. Dopo aver giocato con i propri spettatori, sapendo benissimo che gli appassionati di Knives Out si aspettavano l'ennesimo caso da risolvere prestando attenzione ai dettagli nascosti, Glass Onion rivela le sue vere intenzioni e porta sullo schermo un enigma molto meno complicato rispetto a quello del suo predecessore.

Ancora una volta Benoit Blanc enuncia la soluzione in presenza di tutti i sospettati, ma non parla con la stessa soddisfazione che ha reso piacevole la sua esperienza precedente, perché l'omicidio in questo sequel è una pura vigliaccheria, ed il colpevole ha cercato di nascondere le prove contro di lui in una maniera così frettolosa e poco ragionata da rendere il detective furioso.

L'investigatore detesta le cose semplici, ed è per questo che lo "stupido" mistero di Glass Onion non regge il confronto con il piano quasi perfetto di Knives Out: è rivoltando le aspettative del pubblico che Rian Johnson è riuscito a sorprendere con un giallo meno intricato rispetto al suo prequel, inzuccherando l'opera con dialoghi esilaranti ed un impianto scenografico di altissimo valore, aprendo a qualsiasi possibilità il futuro di un franchise che ci ha regalato due pellicole simili per dinamiche ma dall'impostazione differente, entrambe ugualmente imperdibili.

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