Justice League: il crossover DC 'delude' al boxoffice. C'è aria di cambiamenti?

Riviste al ribasso le promettenti proiezioni pre-release del film di Zack Snyder, la Warner potrebbe ritrovarsi tra le mani il film più deludente del DCEU.

Justice League: il crossover DC 'delude' al boxoffice. C'è aria di cambiamenti?
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Come per le code chilometriche nel traffico autostradale, spesso anche le cause di un boxoffice "negativo" restano misteriose. Parliamoci chiaro: dopo gli elevati incassi dell'ultimo Wonder Woman (ben 821 milioni globali), la Warner sperava in introiti importanti anche con questo ultimo Justice League, in quanto primo crossover con tutti i supereroi DC e proprio successivo al film di Patty Jenkins. Non solo: nonostante le critiche alla troppa serietà di Batman v Superman e al contempo alla cialtroneria spicciola di Suicide Squad, entrambi i titoli del DCEU si erano portati a casa una cifra superiore ai 750 milioni di dollari, quindi risultati interessanti e molto promettenti per il futuro del DC Universe. L'avvento della Lega della Giustizia, in sostanza, doveva essere con le dovute distanze un successo alla Avengers, anche se ovviamente già rivisto al ribasso data la saturazione del mercato odierno dei cinecomic. Per la Warner un'apertura in un range di 110-120 milioni di dollari sarebbe stata più che positiva, e le proiezioni iniziali prevedevano proprio entrate stimate all'incirca su queste cifre, ma a ridimensionare ulteriormente le aspettative dello studio ci hanno pensato le recensioni americane, che hanno largamente affossato il film di Zack Snyder.

Revisioni

Ora, che in america si elevi a capolavoro assoluto del macro-genere quel Wonder Woman di cui sopra è senza dubbio un'esagerazione, dettata dalle ideologie trumpiane dilaganti in territorio USA, anti-femministe e pro-patriottismo macho. Su Rotten Tomatoes il cinecomic con protagonista Diana di Themyscira (Gal Gadot) ha uno score del 92%, il che è impressionante per un film non certo perfetto come questo, che resta comunque godibilissimo e discreto più o meno in ogni suo aspetto produttivo. È ovvio però come l'entusiasmo della critica d'oltreoceano (da noi tutto si è mantenuto su livelli più accettabili) abbia spinto il grande pubblico a fiondarsi in sala, lasciandolo poi divenire uno dei successi più inaspettati dell'anno. Tutto questo per dire come il deludente incasso al ribasso di Justice League (96 milioni di dollari in patria) possa essere frutto di tre fattori essenziali, che sono l'accoglienza negativa della stampa, il passaparola ancora più negativo del pubblico e, per induzione, un'audience ormai meno ricettivo dei titoli DC.
Appare chiaro come come in realtà la marvelizzazione di Batman e compagni non abbia convinto neanche un po' la maggior parte dei giornalisti di settore, più affezionati ai difetti ormai accettati di produzioni che vogliono prendersi sul serio. E Justice League ha quindi pagato un grande scotto nel suo volersi adattare alla Formula seppur con una propria identità. Il sentimento di dissenso si è poi diffuso nelle sale, tra buona parte degli spettatori, che si sono espressi senza mezzi termini contro il film di Snyder rivisto da Joss Whedon, tanto da incolpare quest'ultimo di una non-presa di posizione sul film e di un atteggiamento inappropriato nei confronti di un titolo sul quale aveva lavorato.

Tutto questo ci porta infine al fattore forse più importante dell'intera faccenda: il pubblico si è stufato dell'indecisione produttiva della Warner. Da L'Uomo d'Acciaio a Justice League, infatti, in cinque anni lo studio non ha saputo dare un tono definitivo al suo Universo, spaziando tra eccessiva gravità drammatica a improponibili siparietti comedy tra villain, incapace di trovare un equilibrio strutturale adeguato. E all'uscita nelle sale di un film DC ci si domanda ormai giustamente perché pagare per vedere un prodotto che sappiamo sarà sicuramente monco e inesorabilmente sbilanciato nei toni. Beh, checché se ne dica di Justice League, in realtà è forse l'unico progetto dalla Warner/DC ad aver trovato un suo preciso equilibrio, seppur ancora imperfetto, tra dramma e commedia, riuscendo soprattutto a creare un'inaspettata alchimia tra i protagonisti, in modo davvero poco dissimile dagli Avengers.
L'incasso del weekend d'apertura, comunque, è indicativo di un deficit dell'attenzione nel settore, relativo però solo ed esclusivamente alla DC, dato che ad esempio Thor: Ragnarok si è portato a casa al momento 740 milioni di dollari, aprendo in america con 122 milioni. Justice League a livello internazionale si è comportato però discretamente, incassando 185 milioni e raggiungendo così worldwide complessivamente 281 milioni di dollari. Cifre che sarebbero del 44% inferiori a quelle di Batman v Superman e L'Uomo d'Acciaio e che non lascerebbero scampo al tanto travagliato crossover DC, preventivando un incasso a fine corsa che non supererebbero i 750 milioni, un ammontare sicuramente importante ma drammaticamente basso rispetto alle proiezioni dello studio, che sperava finalmente di superare quell'agognato miliardo di dollari con uno dei suoi cinecomic. Tutto questo dovrebbe tradursi in un'inversione di tendenza nello studio che porterà a sicure revisioni all'interno delle fila produttive. Ci auguriamo solo che la Warner DC riesca a intraprendere una strada più luminosa in futuro, magari priva di continui bivi e curve impossibili, così da evitare sterzate stilistiche drastiche e procedere dritta e inerme lungo la via, un passo alla volta, sulle proprie gambe.

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