Jurassic World VS Jurassic Park: quali dinosauri regnano al cinema?

Con l'uscita di Jurassic World Dominion, è il momento di tirare le somme sulla nuova trilogia “giurassica”: come se la cava rispetto a Jurassic Park?

Jurassic World VS Jurassic Park: quali dinosauri regnano al cinema?
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Jurassic World - Il Dominio ha avuto le recensioni peggiori del franchise, ormai è un dato di fatto. La pellicola, uscita da un paio di settimane al cinema, ha collezionato una stroncatura dietro l'altra da parte degli esperti e di molti fan: come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione di Jurassic World - Il Dominio, infatti, il film ha degli alti e dei bassi, dividendosi tra il fanservice nostalgico nei confronti della prima trilogia e scelte di trama, regia e fotografia al limite dell'incomprensibile. Uno dei meriti più grandi di Jurassic World - Il Dominio è però quello di porre fine in maniera coerente alla seconda triade nata sulle spalle di quel Jurassic Park del 1993 di Steven Spielberg che è ormai divenuto un cult generazionale. Conclusa anche la serie di Jurassic World, dunque, è giunto il momento di decretare quale delle due trilogie del mondo giurassico sia la migliore mai apparsa al cinema

Dal parco al mondo

È inutile girarci intorno: nel complesso, la trilogia di Jurassic Park svetta al di sopra dei tre sequel come uno pterodattilo in volo, mentre la serie di Jurassic World rimane costretta a terra come il piccolo Compsognathus che vediamo per la prima volta proprio in Jurassic Park.

Attenzione però, perché, proprio come un Compsognathus, anche Jurassic World ha i denti affilati e, sotto certi punti di vista, sconfigge nettamente chi lo ha preceduto, mostrandosi talvolta persino come una serie più matura e persino più "pensata" di Jurassic Park. Partiamo però dai semplici dati matematici delle recensioni: sotto questo aspetto, vuoi anche solo per la valutazione bassa di Jurassic World Dominion, non possiamo che assegnare un punto a Jurassic Park, poiché il capostipite della saga vanta un invidiabile rating del 92% su Rotten Tomatoes, il più alto della saga. Al contrario, Il Dominio è il peggior film della serie in termini di valutazioni complessive, con un misero 30% (peraltro in continua diminuzione) sempre su Rotten Tomatoes.

Se la critica ha premiato Jurassic Park, però, il pubblico sembra amare la nuova trilogia: stando ai dati del box-office, il primo Jurassic World ha incassato più di 650 milioni di Dollari.

Si tratta di una cifra ben al di sopra di quella del primo Jurassic Park, che si ferma, sommando anche le re-release più recenti, a circa 405 milioni di Dollari. Anche Jurassic World - Fallen Kingdom ha fatto registrare incassi da paura, per un totale che sfiora i 420 milioni di Dollari, mentre Jurassic World Dominion sta riscuotendo un buon successo al botteghino, con ricavi per circa 144 milioni di Dollari in una sola settimana. D'altro canto, le anteprime al box-office di Jurassic World Dominion sono state persino al di sopra delle più rosee aspettative di Universal. Nonostante i dati numerici, comunque, ci sono anche degli evidenti miglioramenti qualitativi nella trilogia di Jurassic World rispetto ai tre prequel, che si focalizzano perlopiù sulla gestione della trama e dei personaggi.

Per esempio, la trama dei tre nuovi capitoli è più coesa di quella dei predecessori: se Jurassic Park, Jurassic Park - Il Mondo Perduto e Jurassic Park III raccontavano storie perlopiù indipendenti l'una dall'altra e legate tra loro in maniera piuttosto blanda, con rapporti talvolta complessi tra i personaggi di una pellicola e quelli dell'altra, Jurassic World è decisamente più compatto e racconta una vicenda unica, con gli stessi protagonisti e una maggiore linearità narrativa, quest'ultima da considerare nell'accezione più positiva del termine.

Il vantaggio dipende ovviamente dalla diversa collocazione storica delle due trilogie: nel caso di Jurassic Park, nonostante l'elevato budget, era difficile fare previsioni a lungo termine sul successo della serie, perciò ogni capitolo era pensato per funzionare in maniera standalone e auto-concludersi. La seconda trilogia, invece, arriva in un momento in cui il successo del franchise è ormai affermato e Universal può permettersi di investire sulla produzione quasi in parallelo di tre film intimamente legati l'uno all'altro: la differenza, in questo caso, è la stessa che c'è tra la prima e la terza trilogia di Star Wars, per intenderci.

Da Alan Grant a Owen Grady

Esattamente come per la terza trilogia di Star Wars, però, anche nel caso di Jurassic World un impianto narrativo più solido non porta con sé necessariamente dei personaggi migliori.

Al contrario, figure come Ian Malcolm, Ellie Sattler e Alan Grant riescono a rimanere nella mente degli spettatori, appassionati e non, grazie ad una caratterizzazione profonda e iconica, mentre l'Owen Grady di Chris Pratt e la Claire Dearing di Bryce Dallas Howard risultano piatti, stereotipati e noiosi, dunque molto meno memorabili delle loro controparti degli anni Novanta. Ci riserviamo invece di sospendere il giudizio sui villain: nel caso della nuova trilogia, infatti, i "cattivi" (dinosauri a parte) sembrano essere mossi da motivazioni più profonde e complesse di quelle di Dennis Nedry, Peter Ludlow e compagnia, che spesso si appiattivano sulla semplice cupidigia e poco altro. Tuttavia, per quanto poco profondi, i nemici della prima trilogia di Jurassic Park sono anche quelli che si fanno ricordare più facilmente dopo la visione dei film al cinema, anche perché i nemici "umani", in quel caso, sono spesso secondari rispetto ai T-Rex, ai Velociraptor, agli Indominus Rex e compagnia.

La maggiore continuità di trama garantita a Jurassic World dalle ottime fondamenta poste da Jurassic Park, poi, significa anche che la seconda trilogia riesce ad esplorare più compiutamente i temi morali ed etici che permeano la serie giurassica di Steven Spielberg.

È infatti soprattutto Il Dominio ad esplorare i pericoli dell'ingegneria genetica e le frontiere della bioetica, portando fino in fondo (almeno per un film action) una riflessione iniziata nel lontano 1993 e che, a trent'anni di distanza, ha ricevuto poco spazio nella settima arte. Inoltre, un altro pregio di Jurassic World sono le numerose retcon e spiegazioni dei buchi di trama dei predecessori, presenti soprattutto nell'ultimo capitolo della serie. Soprattutto, per gli amanti dello "scientificamente corretto", la nuova trilogia ha finalmente spiegato perché i dinosauri non sono mai stati accurati e realistici, mancando per esempio di becchi e penne: un punto di vantaggio per Jurassic World, specie agli occhi dei dinosaur nerds.

Sfortunatamente, spiegazioni, retcon e una migliore riflessione sui temi morali ed etici non si traducono in una sceneggiatura migliore dei tre prequel. Al contrario, il ritmo della trama, la qualità e il realismo dei dialoghi del primo Jurassic Park rimangono tuttora insuperati nella serie, mentre con la seconda trilogia abbiamo assistito ad un netto peggioramento sotto questo fronte, con scene fuori luogo e dialoghi quasi surreali, che hanno persino minato le performance recitative degli attori e reso meno "tridimensionali" i nuovi protagonisti, arrivando quasi a rovinare anche i ritorni tra i personaggi della prima trilogia.

Inoltre, la scrittura della nuova trilogia porta tutte e tre le pellicole che la compongono verso dei toni molto più leggeri che in passato, con innesti comici che rischiano di spezzare la narrazione e che non hanno un fine pratico vero e proprio: al posto di tali spezzoni da commedia action, i tre Jurassic Park presentavano delle vere e proprie scene horror, che ancora oggi sono rimaste impresse nelle menti di generazioni di spettatori.

Da John Williams a Michael Giacchino

La maggiore incisività delle scene di Jurassic Park dipende soprattutto dal comparto tecnico nettamente più ispirato e curato rispetto a quello di World, anche a distanza di quasi trent'anni dall'uscita del primo film e nonostante gli evidenti progressi avvenuti nel campo della CGI.

Ciò dipende in larga parte dal fatto che Jurassic Park avesse dalla propria l'effetto sorpresa, poiché era la prima pellicola nella storia del cinema a mostrare degli enormi dinosauri in animatronic (e poi in CGI): ovviamente si tratta di un vantaggio che la trilogia di Jurassic World non condivide, anche se i tre film di Colin Trevorrow e Juan Antonio Bayona utilizzano gli effetti speciali a dovere, realizzando dinosauri maestosi e terrificanti, benché più anonimi delle controparti degli anni Novanta. Certo è che, forse per via del design stesso della produzione, la nuova trilogia non risulta tanto accattivante alla visione quanto quella prequel, fatti salvi alcuni momenti dall'impatto scenografico veramente eccezionale, centellinati con il contagocce sulle prime due pellicole della serie e in misura molto minore sulla terza.

A cementare la supremazia della prima trilogia sulla seconda, infine, è anche l'incredibile comparto musicale di Jurassic Park, curato da John Williams ed entrato di diritto tra le soundtrack più amate della storia del cinema. Benché i tre Jurassic World abbiamo delle colonne sonore che ammiccano in più momenti a quelle dei predecessori, riprendendo in particolare il main theme del capostipite della serie, l'accompagnamento musicale di Jurassic World risulta molto meno d'impatto di quello dei tre film "originali", nonostante esso sia stato composto da un altro Maestro della musica hollywoodiana, Michael Giacchino.

In questo caso, poi, la scelta di spingere a tavoletta sul fattore nostalgia e recuperare una soundtrack conosciutissima e con più di trent'anni sulle spalle non sembra aver particolarmente giovato alla nuova trilogia. La mancanza di un main theme completamente originale, anzi, rivela la vera essenza di Jurassic World: un tentativo di replicare il successo di una formula ormai antiquata, ringiovanita a forza con degli innesti più action comedy rispetto al passato e senza uno studio approfondito di ciò che rendeva Jurassic Park un cult e dei punti di debolezza del film di Spielberg. Il risultato? Jurassic World non ha imparato dagli errori dei predecessori, portandoseli tutti con sé sul grande schermo e unendoli a delle derive action e comedy più vicine alle sensibilità del cinema mainstream moderno che a quelle della trilogia originale.

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