Speciale Jurassic World - Dinosauri in Carne e Ossa

Per rendere ancora più entusiasmante l'attesa nei confronti del quarto Jurassic park, la Città universitaria “La Sapienza” si è trasformata in una vera e propria terra di conquista da parte delle mitiche creature preistoriche.

Speciale Jurassic World - Dinosauri in Carne e Ossa
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L'attesa è quasi terminata e, a quattordici anni da quel Jurassic park III (2001) che, diretto da Joe Johnston, fece da sequel agli spielberghiani Jurassic park (1993) e Il mondo perduto - Jurassic park (1997), portando per la terza volta sul grande schermo le magnifiche creature preistoriche digitalmente realizzate dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, arriva finalmente Jurassic world .
A firma di Colin Trevorrow, la quarta avventura giurassica - nelle sale cinematografiche italiane dall'11 Giugno - derivata dalle pagine di Michael Crichton vedrà protagonisti, tra gli altri, il Chris Pratt di Guardiani della galassia (2014), Vincent"Full metal jacket"D'Onofrio e la Bryce Dallas Howard di Terminator salvation (2009), mentre Steven Spielberg figurerà stavolta soltanto in qualità di produttore esecutivo.
Un evento accompagnato, fino a Domenica 31 Maggio 2015, dalla mostra Dinosauri in Carne e Ossa - Scienza e Arte riportano alla vita i dominatori di un Mondo perduto, volta a restituire l'immagine di un'affascinante Preistoria grazie a più di quaranta riproduzioni iperrealistiche a grandezza naturale di dinosauri e altri animali estinti, in una cornice d'eccezione: gli ambienti del museo di Paleontologia del dipartimento di Scienze della terra e del Giardino sperimentale del dipartimento di Biologia ambientale, presso la Città universitaria "La Sapienza".

La Sapienza park

Curato dai paleontologi Simone Maganuco e Stefania Nosotti e realizzato attraverso sofisticate tecnologie di ricostruzione scientifica e modellazione tridimensionale dall'azienda veneta Geo-Model in collaborazione con Sapienza Università di Roma, dipartimenti di Scienze della terra (Geologia e Paleontologia, Museo di Paleontologia) e Biologia ambientale, un percorso che, gestito e organizzato da Associazione Paleontologica A.P.P.I., apre, ovviamente, con l'Allosaurus fragilis, il carnivoro del giurassico meglio conosciuto.
Carnivoro dallo stile di vita simile a quello del coccodrillo e che non ha avuto alcun ruolo nei primi tre Jurassic park e che, presente su una delle copertine del romanzo, anticipa l'incontro con un imponente Diplodocus longus, ovvero uno dei più lunghi animali mai apparsi sulla Terra.
Da una fitta vegetazione, invece, è possibile veder spuntare il temibilissimo, mitico Tyrannosaurus rex, al quale la Settima arte (e non solo) ha attribuito non poche caratteristiche ad esso non appartenute, in quanto pare fosse ricoperto di piume e non squamato e tutt'altro che vero sembrerebbe il fatto che potesse vedere esclusivamente oggetti in movimento.
Un Tyrannosaurus rex che ha tra le proprie zampe i resti di un povero Triceratops horridus; come un pesce Mawsonia è bloccato da uno Spinosaurus aegyptiacus, che viveva nei fiumi pescando e che, di conseguenza, lascia pensare sia impossibile fosse il cattivo visto nella terza pellicola della serie.

A spasso con i dinosauri

Proseguendo nel verde, poi, s'incontrano, nell'ordine, un Indricotherium transouralicum, più grande mammifero di terraferma esistito, un Pachyrhinosaurus Iakustai e dei Galliminus bullatus, ornitomimosauri imitatori degli struzzi.
Erbivori che compaiono un po' nella saga senza avere particolare importanza, invece, sono i Parasaurolophus walkeri, i quali, nel percorso, anticipano i Deinonychus antirrhopus su cui sono stati modellati i famigerati Velociraptor, l'Ornitholestes hermanni, piccolo dinosauro carnivoro, il millepiedi Arthropleura armata, l'Ichthyostega stensioei, in possesso di caratteri intermedi tra pesce ed anfibio, il Mammuthus primigenius, pelosissimo antenato dell'elefante, e il Diplocaulus magnicornis, sorta di grossa salamandra dalla testa a forma di boomerang.
Il tutto, prima di passare alla seconda sezione della mostra, tra Megalonyx jeffersonii, bradipo terricolo, Smilodon fatalis, tigre dai denti a sciabola in realtà più piccola di un leone, Glyptodon clavipes, sorta di grosso armadillo, e Megaloceros giganteus, enorme cervo le cui corna, però, ricordavano maggiormente quelle dell'alce.
Senza contare l'uccello columbiforme Raphus cucullatus, detto anche Dodo, e il Thylacinus cynocephalus, lupo marsupiale della Tasmania... posti a conclusione dell'affascinante carrellata di ricostruzioni a grandezza naturale costituite da una particolare resina utilizzata anche per costruire scafi d'imbarcazione e resistente per mesi all'acqua e alla neve.

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