John Wick 3 - Parabellum è il miglior film d'azione dell'anno?

Il film di Chad Stahelski ha chiara cifra stilistica action, predominante e protagonista, impressionante e sofisticata. Lo rende un capolavoro?

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Ogni genere cinematografico è come un territorio appena scoperto: per conoscerne al meglio la geografia, è essenziale esplorarlo. Qualcuno ci prova ma ne mappa soltanto una parte, scegliendo di riempire delle mancanze con l'aggiunta di altro, materiale proveniente da terre esterne e diverse. Si miscela e si inventa, dunque, ma c'è anche chi sa perfettamente come cinematizzare al meglio un genere nella sua totalità, senza ricorrere a fusioni esterne, investendo tempo e pazienza nella costruzione ricercata e attenta di un prodotto sostanzialmente unico, inteso come composto da una sola venatura cinematografica.
Soprattutto nell'azione, è in verità più facile riuscire a confezionare titoli che vantino fieramente una natura pura e incontaminata, ma proprio per questo diventa estremamente complesso creare qualcosa di realmente efficace e impressionante, che resti addosso al pubblico una volta uscito dalla visione. Il Mad Max: Fury Road di George Miller e i due The Raid di Gareth Evans sono grandi esempi di questa volontà santificatrice dell'azione nella sua più gloriosa forma, tanto che hanno sintetizzato con precisione l'essenza stessa del genere, creando il primo un prodotto ipercinetico e profondamente cinematografico (in senso artistico e stilistico ancora oggi imitato ma inimitabile, a quattro anni di distanza), mentre il secondo una sintassi coreografica e registica davvero impeccabile.

Stesse intenzioni, budget e produzioni diverse, condivise già da qualche anno dal franchise di John Wick, nato con ambizioni ben più ridotte ma comunque evidenti, in particolar modo nel palese divertissment degli autori nel plasmare il genere in una grande parodia di sé stesso. John Wick 3 - Parabellum è adesso pronto a sbarcare in sala e portare alle estreme conclusioni queste ambizioni, accostandosi con merito ai due titoli sopra citati e guadagnandosi (almeno per ora) il titolo di miglior film d'azione dell'anno.

Ideale nella forma, essenziale nel contenuto

È importante capire come il terzo capitolo della saga (la nostra recensione di John Wick 3) sia insieme il più assurdo e il più riuscito dei tre film. Nel primo caso, si fa riferimento al contenuto del progetto e alla sua narrazione, elementi che spingono al massimo sul gusto della scoperta e su di un compromesso basilare: non sono loro il cuore pulsante del franchise. Ci sono e devono esserci, ma la spiegazione e l'approfondimento sono privilegi che John Wick preferisce non conferire, andando dritto per la sua strada mattonata di inventiva.
Il mondo criminale del Continental e della Grande Tavola viene dunque drasticamente sezionato e ampliato, esattamente come succedeva tra un The Raid e l'altro o in Mad Max, ma spiegarne apertamente l'esistenza o una logica di fondo non è compito così interessante per il film, perché non è quella l'intenzione primaria. C'è un setting intrigante con tutte le sue regole e ci sono personaggi affascinanti e carismatici con cui costruire dinamiche relazionali spoglie ma efficaci: il resto è lasciato alla fantasia impalcatrice di questo universo di sicari e organizzazioni sempre più complesso.
Nell'assurdo c'è quindi l'essenziale, lasciando che l'ideale cinematografico ammanti la forma del progetto, rendendola magnifica. La cifra stilistica dei John Wick è sempre stata quella di un'azione martellante, usurpatrice della run time dedicata in altri prodotti alla narrazione e protagonista assoluta, personificata nella figura di John e dei suoi violenti e combattivi avversari.

In Parabellum tutto questo viene ingigantito, evolvendo la stessa formula in un prodotto ancora più aperto a coreografie mozzafiato, lunghe e abbastanza complesse, che danno compiutezza artistica al prodotto e ne amplificano anzi la portata formale, qui più curata e quadrata rispetto ai capitoli precedenti.
C'è un gusto marcatamente più autoriale, perché Chad Stahelski ha ormai una firma registica riconoscibile, individuabile in tre fattori chiave della scena (dove si intende sempre quella d'azione): la chiarezza tattica degli scontri, le catch phrase al loro interno, il costante passaggio da sparatoria a CQC nei combattimenti.

È una corsa senza sosta dove gli snodi narrativi imposti abbassano infatti il ritmo sostenuto e pompato del prodotto, senza però minacciarne la qualità, perché integrati bene all'interno della metrica del film, sintatticamente concepita per essere respiro e adrenalina senza soluzione di continuità.
Senza sbilanciarci dunque troppo, non ci spaventa ammettere che John Wick 3 - Parabellum prende il meglio di due mondi e lo riduce a una grammatica formale e contenutistica che ha dell'incredibile.
Si addentra ancora di più nei meandri di un mondo criminale allucinante con una semplicità espositiva invidiabile, senza rinunciare a dialoghi di una certa bellezza o ad assurdità divertenti e fascinose.

Nel mentre, comprende ancor più che in passato come l'azione debba tenere conto di tre pilastri fondamentali, che sono la spettacolarità, la chiarezza e la coreografia, trittico non solo sempre presente in ogni singola costruzione action, ma predominante proprio all'interno di un prodotto che voglia essere proprio questo: spettacolare, chiaro e ottimamente coreografato.
Chad Stahelski non è soltanto un ottimo esploratore del genere, ma uno dei suoi nuovi e grandi conquistatori, mentre il suo Parabellum difficilmente sarà scalzato da uno degli avversari in arrivo nei prossimi mesi, forse da Hobbs and Shaw del collega e amico David Leitch, altro grande monarca del cinema d'azione contemporaneo. In qualche modo, insomma, siamo sempre in famiglia.

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