Jack Reacher 2: Punto di non ritorno, Tom Cruise nella Top 5 action

Mentre è nelle sale con il sequel di Jack Reacher: La prova decisiva, ecco i ruoli più 'cazzuti' di Tom Cruise attraverso 5 film

Jack Reacher 2: Punto di non ritorno, Tom Cruise nella Top 5 action
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Tom Cruise è pazzo! E non ci riferiamo solo al fatto che possa aver fatto colazione con la placenta della sua progenie, o ai suoi amorevoli deliri sul divano di Oprah, o alla sua crociata contro la psichiatria, additata come stregoneria del nuovo millennio. No, no. il divo di Mission: Impossible va ben oltre le mille controversie che hanno costellato la sua pluridecennale carriera. Una delle poche vere icone rimaste, uno dei nomi che in alcuni mercati del mondo costituiscono un sicuro box office draw, l'attore americano fa parte anche di una ristretta cerchia di pazzi che, quando prendono a cuore un progetto cinematografico, non si fanno problemi a mettersi totalmente in gioco. E perché no, a rischiarci pure le penne in qualche sporadico caso. È sbarcata nelle sale italiane la sua nuova avventura, Jack Reacher 2: Punto di non ritorno . A voi, lettori e lettrici, un breve excursus sui ruoli action che l'hanno visto protagonista nel corso degli anni. Di Ethan Hunt e degli stunt folli che ha fatto, abbiamo già parlato in un recente articolo (eccolo qui), per cui, per evitare d'esser ridondanti, ci concentreremo su altri ruoli. E non potevamo che cominciare da...


Pete "Maverick" Mitchell

Top Gun, film di Tony Scott del 1986, non ci portò in dono solo delle sequenze di combattimento aereo mozzafiato e che non hanno perso tuttora un briciolo del loro mordente, non ci regalò soltanto una colonna sonora indimenticabile ( e quando ti parte Danger Zone di Kenny Loggins in maniera randomica durante di Gta 5, vi sfidiamo a non immaginarvi col vostro giubbotto di pelle in sella ad una Kawasaki Ninja); Tony Scott lanciò nel firmamento hollywoodiano sto giovane ragazzetto, che, beninteso, avevo già qualche film alle spalle. Fu, però, la sua interpretazione del pilota scavezzacollo Pete "Maverick" Mitchell ad entrare con prepotenza nell'immaginario collettivo mondiale. Il tenente Maverick, che nella vita ha avuto numerose sfighe, tragedie e quant'altro. E che non sai se vorresti prenderlo a schiaffi, oppure vorresti esser il suo Goose, e bere una birra con lui, fargli da spalla, backup singer, per rimorchiare la McGillis di turno. Ti fa incazzare la sua arroganza, ti fa esaltare la sua noncuranza delle regole, gli copri le spalle quando Iceman provoca, sei spiazzato come lui quando Iceman non si rivela esser uno stronzo a tutto tondo, lasciando emergere un barlume di umanità. Cruise conferisce una tridimensionalità ad un personaggio che, magari, in mano ad un altro sarebbe stato incolore, avrebbe lasciato indifferente. Alcuni critici, all'epoca, affermarono che il successo di Maverick derivava dal fatto che, in un film prettamente d'azione, Cruise dimostrò con la sua prova, di esser capace allo stesso tempo di poter sostenere il ruolo di protagonista di un film action, di esser anche un convincente attore drammatico, e allo stesso tempo di render credibile anche il lato romantico del film. L'attore scavò a fondo nel suo personaggio, tentando e riuscendo a mostrare come, sotto la facciata di arroganza messa su dal pilota, si nascondesse un bisogno di dimostrare a se stessi ed al mondo di esser all'altezza di un'eredità paterna pesante. E, in tutta onestà, il pensiero che si possa riprendere in mano questo personaggio, e tutto il mondo che lo circonda, per un eventuale sequel, un po' ci mette i brividi.


John Anderton

Nel 2002 Tom Cruise interpreta John Anderton, detective dell'unità Precrimine nella sua prima collaborazione con Steven Spielberg, in Minority Report. Ed anche qui non si fa sul leggero, anzi, il personaggio è bello tosto. John Anderton ha una moglie ed un figlio; un giorno porta quel figlio in piscina, il tempo di immergere la testa sott'acqua per un'innocente gara di apnea, ed il figlio scompare nel nulla. Incapace di venire a patti con la scomparsa della prole, Anderton cade in una spirale autodistruttiva, e, tra divorzi e droghe, finisce per entrare nel dipartimento sperimentale di prevenzione del crimine, che sfrutti dei tre sensitivi, i Precog, per impedire omicidi prima che avvengano, e per arrestare i potenziali assassini. Oltre a sequenze di azione spettacolari, ed un setting davvero coinvolgente, la pellicola non ci va leggera sui temi che affronta, ancora di stretta attualità: se il tema centrale rimane il libero arbitrio contro predeterminismo, non passano inosservati né la questione tanto cara alla filmografia spielberghiana di un personaggio dal tragico passato famigliare, ma c'è anche una forte eco di quello che vivevano gli Usa in quegli anni e temi che tuttora a livello globale siamo costretti ad affrontare : fino a che punto un governo si può spingere per proteggere i propri cittadini? Quali sono i limiti per i prosecutori, e fino a che punto la privacy può esser garantita? Insomma il mix Spielberg, Cruise e Dick si rivelò esser una formula vincente.

Nathan Algren

Nel film del 2003 di Edward Zwick "L'ultimo samurai" a Tom Cruise viene affidato il ruolo di Nathan Algren, ex capitano dell'esercito statunitense, alcolizzato e spezzato dai traumi e le atrocità vissute durante le guerre contro i nativi americani. Dopo esser stato avvicinato dal suo vecchio comandante, gli verrà proposto di addestrare la neonata armata imperiale giapponese, sotto la supervisione dell'affarista Omura, che intende usare il suo esercito nuovo di zecca per sopprimere la ribellione capitanata dai samurai, contro l'imperatore. Questo fu uno di quei progetti che l'attore americano prese molto a cuore: passò quasi due anni nella preparazione del film, prendendo lezioni di scherma e sottoponendosi a diverse sessioni di studio della lingua giapponese. Inoltre rinunciò al suo solito enorme ingaggio, in modo da abbassare i costi di produzione, e abbandonò anche il progetto in parallelo di Antony Minghella, Cold Mountain, per potersi concentrare su L'ultimo Samurai. E, come da tradizione, anche in questo caso, il nostro Cruise in uno degli stunt ha rischiato grosso. Si racconta che Tom sia scampato per un pelo ad un potenziale incidente fatale, che vedeva coinvolta una spada fermatasi ad un pollice dal suo collo, durante le riprese. La scena vedeva lui e l'attore Hiroyuki Sanada alle prese con un combattimento con le spade, quando l'incidente si è verificato. Sanada si stava lanciando in un attacco con la spada verso Cruise, che era su di un cavallo meccanico, che si usa per le riprese ravvicinate. La macchina ebbe un malfunzionamento: nel momento in cui doveva abbassarsi per permettere a Cruise di evitare il colpo inferto dalla sua co-star, il cavallo meccanico non funzionò. Sanada fermò la lama giusto in tempo, a pochi centimetri dalla gola dell'attore americano.

Vincent

Solo Vincent. Perché non sappiamo granché dell'enigmatico personaggio portato sul grande schermo da Tom Cruise in Collateral, film di Michael Mann del 2004. Dopo aver interpretato per tanti anni il ruolo del buono, con il suo sorriso a ottocento denti, Cruise già verso la fine degli anni 90 comincia ad accettare ruoli più rischiosi, che sfidano la tipologia di personaggi che aveva collezionato negli anni precedenti: si va da Magnolia a Vanilla Sky, ma è Mann il primo ad offrirgli un ruolo che non gli era mai stato offerto prima, quello del cattivo, senza se e senza ma. E sì, lo sappiamo, risponderete subito in coro: e Lestat? Non ce la sentiamo però di definire il vampiro, portato per la prima volta sul grande schermo da Tom Cruise in Intervista col vampiro nel 1994, un classico cattivo, soprattutto alla luce delle successive iterazioni, su carta e pellicola, che lo hanno descritto più con le caratteristiche di un anti-eroe. Tornando a Collateral, vediamo come Mann e Cruise hanno costruito il personaggio del silenzioso sicario dai capelli grigi. Tutto nasce da uno script di Stuart Bettie, filmmaker australiano, che racconta di aver avuto l'idea durante un viaggio in taxi di ritorno dall'aeroporto di Sidney. Lì si delineò il soggetto, immaginando un maniaco omicida che prendeva un taxi ed il tassista che cominciava con nonchalance una conversazione col passeggero, ignorandone l'estrema pericolosità. Fu Mann poi a convincere Cruise; per aiutare sia lui che la co-star Jamie Foxx a catturare al meglio lo spirito dei personaggi, insieme a Stuart Bettie, Mann scrisse dei trattamenti che delineassero il background di Vincent e del conducente del taxi, Max. Cruise, infatti, raccontò come all'interno di quei documenti fosse raccontato come nacque la passione di Vincent per il jazz, ad esempio. Altra piccola curiosità: poiché secondo Michael Mann, Vincent era quel tipo in grado di entrare ed uscire da qualsiasi posto, senza che nessuno si accorgesse di lui, per calarsi meglio nel personaggio Tom Cruise dovette fare delle consegne per la FedEx, in un mercato affollato di L.A., senza che nessuno lo riconoscesse. Ah, non poteva mancare neanche qui l'immancabile incidente durante uno stunt: in questo caso una macchina guidata da Jamie Foxx accidentalmente urtò quella di Tom Cruise; Foxx racconta, scherzando, che subito dopo l'incidente, tutto la crew si precipitò prima a vedere come stesse Cruise, perché lui era la star principale del film, e solo in un secondo momento si sincerarono delle condizioni di Foxx.

William Cage

"Se amate Tom Cruise, assisterete ad una sua performance geniale, se invece lo odiate, lo vedrete morire qualcosa come 200 volte in questo film." Parola di Doug Liman, regista di Edge of Tomorrow del 2015, uno sci-fi che ci sta particolarmente a cuore, uno dei più spassosi degli ultimi anni. È arrivato il giorno della marmotta per Tom Cruise ed il suo maggiore William Cage! Così ci troviamo di fronte ad un ufficiale delle pubbliche relazioni, senza alcuna esperienza di combattimento, catapultato nel bel mezzo di una catastrofica invasione di una razza aliena inarrestabile. Con il piccolo twist che, al momento della sua prima morte, il nostro pacifico ed impacciato Cage si ritroverà intrappolato in un time loop, che col tempo lo trasformerà in una macchina da guerra. Il film è l'adattamento cinematografico di All You Need Is Kill, scritta da Hiroshi Sakurazaka nel 2004. Doug Liman loda il suo protagonista, sottolineandone il coraggio nella scelta del ruolo, ben lontano dagli standard dell'action hero a cui il nostro ci ha abituato. Dimenticatene l'arroganza, la sbruffonaggine, come il regista racconta: "Qui, all'inizio è un codardo totale. Non avete idea di quante volte strilli in questo film - è un ottimo urlatore! Nella mia esperienza, non so quante altre movie star avrebbero accettato un personaggio così vulnerabile." Venendo all'angolo "Tom Cruise che rischia la vita nell'ennesimo stunt" anche stavolta abbiamo a che fare con un incidente stradale, ma stavolta alla guida c'era Emily Blunt, che, durante la scena dell'inseguimento col minivan, saltò il segnale dove avrebbe dovuto sterzare, andando a finire dritta contro un albero, quasi uccidendo il povero Cruise, che era seduto dal lato del passeggero.

Menzioni d'onore

Sono tanti gli altri ruoli che meriterebbero di esser ricordati in questo speciale, ma come al solito tempo e spazio sono tiranni, e quindi vi ricordiamo al volo Roy Miller di Innocenti Bugie, i vari Jack di Oblivion, il Ray Ferrier de La Guerra dei Mondi. Ma soprattutto, per gustarsi appieno Jack Reacher 2: Punto di non ritorno, vi invitiamo a recuperare il primo Jack Reacher - La prova decisiva. Non ve ne pentirete.


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