Speciale Intervista ad Asia Argento

Intervista ad Asia Argento in occasione della presentazione del patchwork Onedreamrush

Speciale Intervista ad Asia Argento
INFORMAZIONI FILM
Articolo a cura di

Festival Internazionale del film di Roma, Auditorium studio: Asia Argento presenta Onedreamrush, unpatchwork fatto da quarantadue registi che, in corti da 42 secondi a testa, presentano la loro visione del sogno. Partecipi del progetto, grandi protagonisti del cinema internazionale come David Lynch, Mike Figgis, Abel Ferrara e inoltre, appunto, la nostrana Asia in veste di regista. Il sogno: un tema vastissimo, fatto di mille sfaccettature e introspezioni, 42 artisti lo mettono su pellicola in un brevissimo frangente capace di far, a sua volta, sognare. Incontriamo Asia in conferenza che ci parla un po' di lei e del suo cinema:

Cosa c’è nel tuo stile che piace così tanto ai registi con cui lavori?

Asia Argento: Il giorno in cui lo capirò smetterò di fare questo mestiere, io francamente, non è che vada matta per me stessa.

Forse il tuo modo di fare così selvaggio?

AA Si, selvaggio mi piace, rende bene l’idea: è giovane, dinamico, forte. In effetti ho avuto anni molto selvaggi, ho iniziato a nove anni ed ho avuto il miglior maestro di cinema e di vita: il cinema stesso.

Qual è stata la svolta? C’è stato momento in cui ha capito come voleva condurre la sua vita?

AA In tanti momenti ho pensato di aver capito tutto ma non era così, la prima svolta importante l’ho avuta con la Comencini: lavorare con lei è stato stranissimo, così serioso che ho creduto di non voler più fare quel tipo di lavoro. Dopo lei non ho fatto nulla per tre anni, poi è arrivato Michele Placido, lui ha davvero cambiato la mia vita, mi ha ridato la voglia di fare cinema.
Penso che tutti noi abbiamo dentro i personaggi del mondo, sta al regista tirarli fuori.

Tu ti sei affermata con questa forte connotazione selvaggia. Nella vita sei davvero così?

AAAssolutamente no, sono timidissima. Ricordo che non uscivo mai di casa e guardava continuamente film, ancora oggi sono una sorta di eremita sedentaria. Al cinema cercavo di interpretare personaggi estremi proprio per colmare questa mia mancanza.

Parliamo della tua natura: tu nel cinema ci sei praticamente nata, hai mai pensato di non voler intraprendere questa carriera? Magari durante l’adolescenza, periodo di ribellione per eccellenza?

AA Neppure per un secondo, io amavo guardare film, specialmente quelli di mio padre, non ho mai avuto forme di ribellione in questo senso. Il mio sogno in realtà era di scrivere per il cinema, poi pensai di fare l’attrice, ricordo che mia madre mi disse di lasciar perdere e mio padre che gli attori erano gente terribile, che io avrei dovuto fare l’attrice.

Per quale motivo hai deciso di girare film ad un certo punto della tua carriera (23 anni, ndr)?

AA Perché avevo una storia, sentivo di doverlo fare. Mi spiace che il film ( Scarlett diva) sia stato accolto così male, era un film estremamente imperfetto, è vero, ma era anche così pieno di ironia, cosa che nessuno aveva capito..

Stare davanti e dietro la macchina da presa com’è stato?

AA: Come dicono negli states, bisogna essere molto ”Anal” quando si lavora con la cinepresa, ovvero, bisogna essere diretti, senza esitazioni, durissimi. Truffaut diceva che il regista è quello che deve rispondere alle domande, non importa come. Devi saper gestire tutto in situazioni simili, devo molto ai miei collaboratori.

Qual è la cosa più divertente da fare nel cinema?

AA: Il regista, sicuramente. E’ qualunque cosa, dal fotografo all’attore allo sceneggiatore, il regista deve essere in grado di fare qualunque cosa, è un uomo in grado di convivere con le proprie ossessioni.

I suoi mostri sacri quali sono?

AA: Tutti gli “ini”! Fellini, Pasolini, Rossellini.

Preferisce lavorare in Italia o all’estero?

AA: Italia senza ombra di dubbio, c’è un ambiente molto più caloroso. L’america è una vera industria, nonostante io abbia lavorato anche con registi dotati di budget limitatissimi! Gus Van Sant ad esempio, è un grande, riesce a lavorare splendidamente con due soldi.

La cosa più divertente che ha fatto al cinema?

AA: I film americani: sono pieni di esplosioni, armi, ti trattano da dio, mi viene sempre da dire “’mmazza quante ce n’hanno”

Dietro la cinepresa c’è quasi sempre un uomo, che ne pensa?

AA:Ecco, questo è un argomento che mi preme moltissimo. C’è un forte maschilismo nel mondo del cinema, gli uomini lavorano di più e guadagnano più delle donne, è ingiusto, lotterò contro questo.

Lavorare con tuo padre invece? Com’è iniziata?

AA: Mi colse di sorpresa.. avevo sedici anni e non avevo mai lavorato con lui, un giorno venne su un set dove si stava girando e disse ad un amico, davanti a me, che io sarei stata la protagonista del suo film successivo, trauma, fu meraviglioso per me.

Come ti tratta sul set?

AA: Più passa il tempo e più diventa severo con me

Un commento sul film che abbiamo appena visto?

AA: Sono le menti di quarantadue persone malate! Mettere questo su schermo per tutti è di vitale importante, quando sei regista hai un dovere

C’è un ruolo in particolare che avresti voluto interpretare?

AA: No a dire il vero, forse solo Bette Davis in Che fine ha fatto Baby Jane?, ma è più che altro ammirazione.

Che consiglio daresti ad una persona che vuole avvicinarsi al mondo del cinema?

AA: Guardare tanti film ed avere tanto “buscio de culo”.

Quanto attendi: Asia Argento

Hype
Hype totali: 23
63%
nd
ROMA09
Recensione Videogiochi Triage
Triage
ROMA09
Recensione Videogiochi After
After