Speciale Interstellar - Master class tra i buchi neri

In occasione dell'uscita in home video di Interstellar di Christopher Nolan, aggiudicatosi il premio Oscar per gli effetti visivi, si è svolta una particolare master class presso l'università degli Studi di Roma Tor Vergata

Speciale Interstellar - Master class tra i buchi neri
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"In Interstellar c'è molta più scienza del film hollywoodiano medio. Quando si fa un lungometraggio di fantascienza, si desidera andare su determinati pianeti, ma sappiamo che esiste il limite della velocità della luce, un problema molto complesso. Lo spunto di partenza su cui, poi, si è basata la pellicola di Christopher Nolan, è il lavoro di Kip Thorne, uno dei massimi esperti di gravità al mondo, studioso, in particolare, dei buchi neri".
È quanto osservato dal professor Amedeo Balbi, Docente di Astrofisica all'università degli Studi di Roma Tor Vergata, nel corso della master class tenutasi sul posto il 1 Aprile 2015, in occasione dell'uscita in home video - sotto il marchio Warner - del grande successo fantascientifico premiato con l'Oscar per i migliori effetti visivi.
Intervento tramite cui è stato possibile apprendere i punti di contatto tra la realtà e la vicenda di Cooper alias Matthew McConaughey, ex pilota collaudatore ed ingegnere formato secondo le regole adrenaliniche delle Giovani Aquile che sfidano continuamente i propri limiti aspirando ad aprirsi una strada nella galassia, il quale, in un futuro prossimo con il mondo messo in ginocchio dalla crisi delle produzioni agricole, intraprende un importantissimo viaggio finalizzato a scoprire se l'umanità potrà continuare la propria vita tra le stelle.

Tutto il resto è Nolan

Viaggio in cui si avventura affiancato dalla dottoressa Amelia Brand, ovvero Anne Hathaway, dall'astrofisico Romilly e da Doyle, rispettivamente interpretati da David Gyasi e Wes Bentley; man mano che, al di là di Jessica"Zero Dark Thirty"Chastain, Topher Grace, Michael Caine, John Lithgow e Casey Affleck, fa la sua entrata in scena anche Matt Damon.
Viaggio di cui Balbi ha rivelato come l'autore de Il cavaliere oscuro sia riuscito ad interpretare e mettere in pellicola tantissime teorie sino ad allora delegate solo ai libri di testo e alle lezioni di astrofisica; prima che si parlasse della "borsa di studio" che premierà lo studente meglio in grado di interpretare il tema della ricerca di pianeti abitabili negli spazi siderali, quindi dentro e fuori il sistema solare, e di lasciare la parola a Lorenzo Bellù, Global Perspectives Studies della FAO, il quale, a sua volta, si è concentrato sull'argomento che fa da preambolo al film: i cambiamenti climatici che disegnano uno scenario disagiato in termini di alimentazione, con l'esigenza immediata da parte dell'uomo di cercare pianeti da colonizzare.
Infatti, ha dichiarato: "Ci sono dei fenomeni abbastanza conosciuti che governano l'evoluzione della razza umana, ovvero la crescita della popolazione e del reddito di acquisto. Sono essi i due aspetti che governano il rapporto degli uomini con il pianeta, ma anche quello degli stessi tra loro. In futuro, la crescita sarà più veloce nei paesi meno industrializzati, mentre l'aumento del reddito dovrebbe contribuire a ridurre il problema della fame. Avremo difficoltà a mantenere nel futuro ciò che abbiamo acquisito adesso. Tra l'altro, nessun paese può definirsi sviluppato, in quanto il concetto di sviluppato sta ad indicare qualcosa di finito, raggiunto. Comunque, come è possibile vedere in Interstellar, null'altro, se non la passione, può spingere alla salvaguardia del pianeta".

Definizione stellare... di un doppio blu-ray

Una spiegazione volta ad evidenziare come queste problematiche siano, purtroppo, una triste realtà che, nel giro di un lasso di tempo relativamente breve, potrebbero generare scenari simili a quelli raccontati nelle quasi due ore e cinquanta di visione a causa del riscaldamento globale e dell'esponenziale aumento dell'anidride carbonica dispersa nell'aria.
Quasi due ore e cinquanta di visione che, con il succitato Thorne coinvolto anche in qualità di produttore esecutivo e un avvio d'attesa non distante da quelli che caratterizzano determinati lavori di M. Night Shyamalan, tirano in ballo la possibilità di balzare tra vari sistemi solari attraverso un cunicolo spazio-temporale altrimenti detto wormhole.
Mentre, prima che il plot sfoci nel thriller, si respira, a tratti, l'aria di Gravity di Alfonso Cuarón, sebbene risulti chiaro che, con non poco citazionismo cinefilo (si pensi solo al ritrovamento dell'astronave che ricorda quella de Il pianeta delle scimmie), l'intento della nona fatica del cineasta inglese classe 1970 punti a rappresentare il proprio personale Solaris o 2001: Odissea nello spazio.
Fatica finalizzata a ricordare che l'amore, pur essendo qualcosa che non si può toccare e conservare, rimane con noi malgrado le distanze del tempo e dello spazio, offerta nella preziosa edizione in alta definizione non solo con codice per scaricarne legalmente la copia digitale, ma in doppio blu-ray il cui secondo interamente riservato ad oltre tre ore di contenuti extra.

Extra... terrestri!

Contenuti che vanno da quattro trailer a The science of Interstellar, speciale di cinquanta minuti incentrati sul lavoro di Thorne e sulla scienza che, appunto, ha ispirato l'operazione; senza contare il fondamentale Inside Interstellar, diviso in quattordici filmati atti a ripercorrere l'intera lavorazione del kolossal, dai modelli utilizzati alla creazione degli universi esplorati.
Documenti non poco interessanti se pensiamo che Enrico Flamini, Chief Scientist di ASI (Agenzia Spaziale Italiana), cui è spettato il compito di chiudere la master class, ha parlato, tra l'altro, del grande impegno dell'Italia in termini di esplorazione spaziale sia nel sistema solare che oltre: "Perché il nostro paese lavora a stretto contatto con altri stati, producendo tecnologie che, grazie alle sonde spaziali progettate da ASI, consentono di arrivare ad esplorare latitudini molto distanti solo qualche anno fa. Questo tipo di viaggi ha una caratteristica ben precisa, distante magari dall'immaginario collettivo, in quanto sono ‘senza ritorno', più simili a vere e proprie scoperte di nuove terre da abitare, come fecero gli antenati dei residenti della Polinesia, per esempio, che partirono alla volta di un territorio sconosciuto convinti di arrivare in un'area totalmente ignota, ma che, invece, è poi diventata la loro casa e quelle delle generazioni a seguire. E conoscere altri ambienti oltre la Terra potrebbe rappresentare una delle soluzioni ai nostri problemi".

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