Speciale Interstellar: l'esperienza IMAX

Saltare tra le stelle come Nolan avrebbe voluto: l'esperienza IMAX di Interstellar

Speciale Interstellar: l'esperienza IMAX
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Prima ancora di iniziare a girare, Christopher Nolan aveva già deciso: l’esperienza di Interstellar per lui sarebbe stata obbligatoriamente da vivere, per il pubblico, in Imax. Una convinzione che lo aveva già annoverato tra i pionieri del 70mm ai tempi di The Dark Knight, in cui aveva girato alcune scene proprio con una pellicola più grande per garantire allo spettatore una qualità visiva superiore. Ma cosa diciamo quando parliamo di Imax o di 70mm? Quali sono le differenze principali con una normale proiezione in una qualsiasi sala?
Per quanto riguarda Interstellar, le proiezioni nelle normali sale sono riadattate ad una pellicola 35mm per ogni frame. Al contrario, le proiezioni Imax hanno un formato 70 per 48.5mm per ogni frame, proiettato su uno schermo che ha come dimensioni standard 16x22 metri, quindi molto più di una normale sala. Guardare un film in Imax quindi, soprattutto un film come l’ultimo di Christopher Nolan, non è semplicemente uno spettacolo qualsiasi: è una vera e propria esperienza lunga 49 reels e pesante circa 280kg, riversata su uno schermo con qualità video e audio incredibilmente superiori.

The way Nolan intended

Lo stesso regista ha invitato gli spettatori, quando possibile, a sperimentare l’esperienza di Interstellar "come lui l’ha concepita", per l’amore del film. L’incoraggiamento di Christopher Nolan assume un valore non soltanto estetico ma anche simbolico, nel momento in cui ci troviamo di fronte ad una proiezione che scivola di fronte a noi in pellicola ed alimenta quel modo di fare film che, nonostante abbia un occhio al futuro, non dimentica mai il nostro passato. Proprio come lo stesso film che, nonostante parli di luoghi che l’essere umano non ha ancora esplorato ma solo teorizzato, si spinge costantemente a mostrare un modo di vivere ancorato ad antichi retaggi, di un’umanità stanca che si ritrova di nuovo agricola ma non dimentica l’antico e primario amore genitoriale.

Vista in questa prospettiva, l’esperienza Imax diventa quasi obbligatoria e la scelta di affrontare addirittura un viaggio per raggiungere le pochissime sale disponibili si trasforma in un’avventura che, durante le tre ore di proiezione, viene comunque ripagata. Le immagini girate in 70mm restituiscono infatti una qualità innegabile aiutate soprattutto dal comparto audio, spesso sottovalutato durante queste proiezioni - ed invece fondamentale: la qualità dell’audio, sia effetti sonori che soundtrack, è incredibilmente superiore rispetto ad una proiezione normale e restituisce ottimamente sia i momenti di silenzio totale che quelli più forti, in cui la musica di Hans Zimmer sovrasta l’intera scena. La qualità audio da sola varrebbe la spesa di una seconda visione Imax.

Un’esperienza magica anche se imperfetta

Ci sono tuttavia, nell’esperienza Imax, alcune imprecisioni impossibili da non registrare: la più fastidiosa è alla base dell’intero progetto, ovvero la decisione di Nolan di non girare tutto in 70mm ma di lasciare che alcune parti venissero presentate in 35mm e successivamente riconvertite. Lo stacco è purtroppo evidente e sebbene nelle proiezioni in sale standard non sia affatto percepibile, in sale Imax è purtroppo più evidente, soprattutto in relazione all’incredibile potenza visiva delle scene in 70mm originali. La pellicola risulta a volte troppo scura nelle scene in fattoria - fattore dovuto probabilmente ad una necessità registica per cercare di venire incontro alle impostazioni dei proiettori - ed in alcune parti a causa della grandezza dello schermo i movimenti di camera possono arrivare ad infastidire lo spettatore. Difetti perlopiù tecnici, nell’ultimo caso addirittura soggettivi, che tuttavia si dimenticano nell’esperienza generale.

La pellicola infatti brilla letteralmente nella seconda parte, dove le rappresentazioni del wormhole e dei nuovi pianeti incantano lo spettatore e lo trascinano completamente nella visione restituitaci da Hoyte Van Hoytema che, nelle sequenze Imax, non fa rimpiangere lo storico collaboratore di Nolan, Wally Pfister. Nonostante non sia un’esperienza perfetta, guardare un film in Imax significa guardarlo con l’ombra di Christopher Nolan seduto sul sedile accanto, sentire il peso delle telecamere con cui ha nativamente girato quelle immagini che ci scorrono davanti, percepire il senso più profondo di quel suo amicale consiglio. Significa perdersi nello spazio, viaggiare dentro la navicella con Matthew McConaughey e Anne Hathaway, guardare al futuro e tornare al passato nel provare quella meraviglia infantile che ci afferra il cuore. E alla fine, quando compare il suo nome nei titoli di coda, sentire Nolan sussurrarci all’orecchio "io te l’avevo detto", e sorridere nel sapere che alla fine ne è valsa la pena.

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