Il tema della famiglia nel mondo di Ken - Il Guerriero

Continuiamo il nostro approfondimento della grandiosa opera di Buronson e Hara, questa volta affacciandoci sull'importanza dei legami familiari.

Il tema della famiglia nel mondo di Ken - Il Guerriero
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Uscito per la prima volta in Giappone nel 1983, Hokuto no Ken (che tradotto è "Pugno dell'Orsa Maggiore) ha subito dimostrato di contenere al suo interno diverse tematiche e in generale dei veri e propri topoi molto cari alla cultura del Paese del Sol Levante e dell'arte manga.
Tra questi, su tutti, ricordiamo in particolare il focus martellante e centrale sulle Arti Marziali e la filosofia guida dietro a ogni scuola, da quella di Hokuto a quella di Nanto, il senso di sacrificio come mezzo di redenzione e immolazione per un bene più grande, i legami affettivi di natura amicale e il dolore, inteso sia in senso catartico che espiatorio, molto vicino al cosiddetto Bushido, la "Via del Guerriero".
Insieme a questi grandi esempi concettuali, lo scrittore dell'opera, Buronson, accosta e spesso amalgama anche temi cari alla cultura americana, dalla quale non nasconde di aver fortemente attinto per ideare spunti per la creazione del mondo post-apocalittico in stile Mad Max - riorganizzando ampiamente struttura e peso narrativo della Wasteland - e per materie quali amore e famiglia.
Tutto questo, ovviamente, ricordando sempre la natura Shonen di Ken il Guerriero, quindi esasperando in parte ogni elemento, caricandolo quando di pathos, quando di violenza estrema, ma sempre con un'accuratezza nella delineazione dei legami familiari - in senso genealogico e psicologico - certosina e maniacale.
A dire il vero, una volta che si ha sotto gli occhi l'intero quadro dell'opera, si intuisce come Ken sia in realtà una grande storia familiare, quasi un racconto dinastico declinato in forma manga, severo nella sua brutalità ma anche potente nella sua esecuzione narrativa, in cui ogni personaggio costituisce un tassello importante della famiglia, sia essa consanguinea o acquisita.
In occasione dell'uscita nelle sale della versione in HD del primo film della pentalogia animata, Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto (25 e 26 settembre nelle sale), vogliamo oggi approfondire proprio questa specifica tematica.

Legami

Fatto noto a tutti gli appassionati della serie, sia manga che anime, è come Ken il Guerriero si apra in medias res, quando ormai Kenshiro è stato scelto dal Maestro Ryuken come successore della Divina Scuola di Hokuto, separato da anni dai fratelli Toki, Raoul e Jagger e ramingo solitario per la Wasteland post-Terza Guerra Mondiale, alla ricerca del suo grande amore, Julia.
A dire il vero, almeno per buona parte della prima serie, proprio Julia rappresenta il motore narrativo dell'opera, in quanto personificazione dell'amore stesso, fisicamente tangibile, di potenza emotiva dilaniante ma comunque ineffabile. Non è un caso che proprio Julia sia al contempo fattore di purificazione morale e sentimentale per i fratelli Ken, Raoul, Toki e anche fonte di discordia e contenzioso all'interno della Famiglia di Hokuto, di cui i tre sono diretti discendenti, il primo della Casata Principale mentre gli altri due di quella cadetta.
L'amore è in Ken una forza potentissima, anche più del terrore imposto dalla sete di dominio di Raoul, il Re di Hokuto, flagello della Wasteland. Proprio Raoul è il personaggio attraverso il quale Buronson veicola un numero importante di sfaccettature di quello che è il nucleo familiare guidato da Ryuken, molte di più rispetto a quelle invece raccontate mediante le azioni e gli occhi di Ken, Toki o Jagger.
Raoul, se vogliamo, in tenera età è infatti il ragazzino problematico, quello che necessita di una guida illuminata che riesca a reprimere la sua grande forza, che possa insegnargli a usarla per fare del bene. Ryuken, purtroppo, non è esattamente la persona più adatta, in quanto il Maestro si prefigge soprattutto lo scopo di scegliere tra i Tre discendenti della Scuola di Hokuto un solo successore, cercando quindi non solo di crescerli in una malsana competizione, ma anche senza donargli quell'affetto puro e incondizionato di un genitore, figurando solo come allevatore di talenti.
Nonostante un clima competitivo, Ken e Toki riescono rispetto agli altri due a pensare a questo particolare nucleo come a una vera famiglia, in cui ci devono per forza di cose essere elementi discordanti che tratteggino il tutto con realtà, senza troppe ipocrisie bonarie.
Buronson, come dicevamo, non parte però dal passato dei protagonisti, ponendolo come prologo dell'opera, ma ripercorre il tutto attraverso flashback o lunghe digressioni nel corso delle varie serie, così da svelare un tassello alla volta un mosaico familiare intricato e affascinante, partendo proprio dal rapimento di Julia, che potrebbe raffigurare in modo un po' forzato anche la perdita di quell'amore che, con il successore ormai scelto e la determinazione di Raoul ormai fossilizzatasi in follia, ha distrutto la casa di Ryuken, maestro compreso, ucciso per mano dello stesso Re di Hokuto.

Sentirsi parte di qualcosa

Prima di arrivare a introdurre Toki o Raoul nel corso del manga, che sono insieme a Ken simbolo del concetto di famiglia allargata, l'autore ci presenta Bart e Lynn, i due bambini che accompagnano il nostro Kenshiro per quasi tutta la sua avventura. Questi vengono salvati da Ken nei pericolosi territori della Wasteland, tanto da decidere di seguire il loro benefattore lungo la sua iniziale missione di salvataggio dell'amata Julia.
Le relazioni diventano man mano sempre più profonde e articolate, creando incomprensioni, empatia e litigi tipici di una vera e propria famiglia, dove Ken è per Bart e Lynn il fratello maggiore che lo stesso Ken non è mai stato, in quanto più piccolo di Toki, Raoul e Jagger.
Nella sua generalità, Ken è la grande eredità umana trascritta in personaggio fumettistico da Buronson. Una figura che vive alla ricerca di redenzione, con sete di vendetta e tra rapporti tormentati, eppure con un grande cuore, un'anima che si rivela tenace e candida allo stesso tempo, che permea poi la violenza irrefrenabile dell'opera nella sua interezza.
È un personaggio eterno e completo, almeno nel genere shonen fumettistico, che abbraccia più generazioni, tramandato di padre in figlio come esempio di coraggio, abnegazione e ferrea volontà di lottare per salvare quel pizzico di bontà rimasta in un mondo ormai andato in malora.
Far passare Ken da fratello minore a maggiore è anche un po' il modo in cui Buronson dona continuità e carattere al protagonista, mettendolo davanti a delle responsabilità che prima forse non conosceva nemmeno, dandogli modo di scandagliare sempre più in profondità i legami che uniscono le persone, misteriosamente, in modi magari impensabili, che rendono un insieme di personaggi prima sconosciuti una famiglia, senza consanguineità ma per scopo, ideali o tormenti simili.
In questo senso, Ken il Guerriero è uno dei manga che apre di più alla diversità, che snatura il concetto stesso di famiglia naturale ma in modo positivo, sottolineando come sia molto più essenziale per l'animo umano sentirsi parte di qualcosa di unico e importante, piuttosto che esserne membro genealogicamente riconosciuto.

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