Il grande piano quinquennale dei Marvel Studios

Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha annunciato dopo il Comic-Con la pianificazione completa dei prossimi cinque anni cinematografici.

Il grande piano quinquennale dei Marvel Studios
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Nella vecchia Unione Sovietica, il cosiddetto "Piano quinquennale" era il più grande strumento di politica economica del regime socialista. La prima applicazione fu sotto il comando di Josif Stalin, dal 1928 al 1932, mentre l'ultima dal 1990 al 1991, ridotta a causa del disfacimento del comunismo. Il funzionamento era molto semplice: si individuavano una serie di obiettivi da raggiungere entro e non oltre i cinque anni in più o meno ogni settore economico, specie in termini produttivi.
A modo loro, ormai da undici anni, anche i Marvel Studios lavorano "a regime", cioè applicando precise regole produttive a una visione lungimirante e funzionale del mercato cinematografico mainstream, senza scadere ovviamente nella rigidità politico-economica del caso sopra citato.
Kevin Feige, Bob Iger e soci programmano: guardano al futuro con lo stesso ottimismo ben riposto di chi conosce le proprie capacità e comprende i propri limiti, cercando di diversificare e ampliare lo sviluppo andando a lavorare sul modello produttivo. È così che, dopo la Fase 3, si è deciso di revisionare secondo le esigenze odierne lo schema di presentazione e uscite dei nuovi cinecomic del Marvel Cinematic Universe, che in realtà sono adesso anche serialcomcis. È così che è nato il piano quinquennale 2020 - 2024 dei Marvel Studios.

Tabella di marcia

Prima ancora dell'arrivo di Avengers: Endgame, vicini ormai alla conclusione dell'Infinity Saga e della lunga Fase 3 più volte cambiata in corsa, Feige spiegava che la Marvel stava già programmando il prossimo decennio di cinecomic.
L'arrivo della piattaforma streaming Disney+ e delle tante opportunità che riserva allo sviluppo dei titoli supereroistici, però, ha probabilmente ridimensionato in positivo lo scheduling del calendario d'uscite, modificandone la struttura stessa del MCU. Come già spiegato dal nostro Edoardo Ferrarese, la Fase 4 è infatti molto più legata a un modello produttivo serializzato, tanto che parte integrante del futuro prossimo dell'Universo Condiviso sono anche le serie tv dedicate a Falcon & The Winter Soldier, a Loki o a WandaVision.
Disney+ è stato il vero gamechanger introdotto nel mercato, che ha dato modo alla Marvel non sono di svecchiare uno schema lavorativo non datato ma ormai prevedibile, ma anche di concepire un concreto interscambio narrativo tra cinema e televisione, andando a miscelare la continuity del MCU tra i due mezzi.
Per farlo, comunque, è apparso essenziale ridimensionare anche solo marginalmente le uscite cinematografiche e ristrutturare le cosiddette Fasi, accorpando cinecomics e serialcomics insieme per creare un unicum completamente nuovo. E anche il periodo di programmazione è stato drasticamente ridotto.

Se ben ricordate, l'annuncio della Fase 3 fu davvero un evento gigantesco. Si passava dalla Civil War (con l'introduzione di Black Panther e Spider-Man) all'arrivo dei due ultimi Avengers, eppure anche quello era un periodo di adattamento e ricerca, tanto che nel tempo sono stati molti i progetti aggiunti alla lista del terzo filone narrativo del MCU, da Spider-Man: Homecoming ad Ant-Man and the Wasp, fino ovviamente a Captain Marvel, con una necessaria revisione strutturale delle finestre di lancio dei vari titoli.

Succedeva perché il quadro generale non era ancora completo, si voleva fare tanto e lo si voleva fare bene, ma per i Marvel Studios quello è stato ancora un grande momento d'apprendimento, un lungo periodo di cinque anni che ha permesso a Feige di implementare ulteriormente le sue abilità produttive, dandogli modo di comprendere che è meglio lavorare pubblicamente sul breve periodo, anche per una questione di facilitazione promozionale.

È sempre bello creare hype, ma forse è meglio crearlo nel momento giusto e non giocarsi prima del previsto le proprie carte. I dieci anni programmati post-Fase 3 sono così stati ridimensionati a 5, periodo per giunta diviso in due fasi ben distinte tra loro. La Fase 4 ormai la conosciamo e siamo certi che non vedrà ulteriori aggiunte: è stata sviscerata in modo pragmatico e diretto, preciso, senza lasciare troppe domande sulle uscite che ci terranno compagnia dal 2020 al 2021 tra cinema e streaming.

Giusto per dare un'anticipazione della Fase 5 e della seconda parte del grande piano quinquennale Marvel, comunque, Feige ha introdotto Mahershala Ali come nuovo Blade, spiegando che il film a lui dedicato uscirà solo nel 2023, nel vivo della quinta ondata di cinecomic, aggiungendo anche che insieme a lui arriveranno i reboot de I Fantastici 4 e degli X-Men.
Riflettendoci, tra Blade e i bentrovati diritti del quartetto supereroistico e dei mutanti, l'annunciato Guardiani della Galassia Vol. 3, gli ormai certi Black Panther 2 e Captain Marvel 2 e l'arrivo di quello che potrebbe essere l'Universo Notturno della Marvel (guardiamo soprattutto a Moon Knight), la Fase 5 è già servita e pronta ad essere annunciata, anche se Feige e Iger vogliono aspettare ancora un po', forse il D-23 di Agosto.

È una possibilità reale che darebbe modo ai Marvel Studios di esplicitare tutti i piani del prossimo quinquennio, suddividendo gli annunci in due fasi ben distinte e potendo inoltre riservarsi il diritto di andare a modificare in corso la Fase 5 senza intaccare la Fase 4. È per questo, forse, che la quarta ondata Marvel si abbatterà sul mercato nel giro di due anni e non quattro come la precedente. I cambiamenti sono comunque tanti rispetto al passato e c'è il bisogno di costruire una nuova saga da zero, il che significa anche la necessità di ricevere un certo feedback da parte dei fan e una forte risposta del mercato, che a undici anni di distanza da Iron Man ha raggiunto il picco massimo con Endgame, incoronandolo film di maggiore incasso nella storia del cinema.
Non vuole comunque essere un malaugurio ma una semplice riflessione, il fatto di sottolineare che, una volta in cima, si può solo tentare di restare saldi sulla vetta o guardare in basso. A nostro avviso, almeno per i prossimi cinque anni, sembra però che la Marvel sia decisa a spostare funzionalmente il baricentro produttivo per mantenere un equilibrio ineccepibile. Cadere non fa insomma parte del piano.