Il futuro dei Guardiani della Galassia dopo Avengers: Endgame

Ora che il finale dell'Infinity Saga del MCU è finalmente approdato in sala, guardiamo al futuro di uno dei gruppi più amati del grande schermo.

Il futuro dei Guardiani della Galassia dopo Avengers: Endgame
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Continuiamo a parlare del film evento dell'anno, addentrandoci questa volta in un nuovo aspetto del sontuoso cinecomic diretto dai fratelli Russo. Dopo la nostra recensione di Avengers: Endgame, l'analisi dello showdown finale e la disamina della figura di Thanos, torniamo al capitolo conclusivo dell'Infinity Saga per approfondire un aspetto in realtà non così fondamentale per l'attuale situazione dei fatti, per la precisione il futuro di uno dei gruppi più amati del Marvel Cinematic Universe: i Guardiani della Galassia.
Come sappiamo, il reintegro di James Gunn ha inserito nuovamente nella catena produttiva dei Marvel Studios Guardiani della Galassia Vol. 3, che arriverà nelle sale cinematografiche non prima del 2022, ma già adesso, dopo Endgame, possiamo iniziare a immaginare e speculare più concretamente sul prosieguo del franchise.
Visto il tema trattato e la ripresa direttamente dal film dei Russo, vi invitiamo a non proseguire oltre nella lettura dell'articolo nel caso non abbiate visto Endgme, così da non rovinarvi nulla sugli eventi di questa mastodontica conclusione dei primi undici anni del MCU.
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

Un nuovo ordine

Se state leggendo avrete sicuramente già visto Avengers: Endgame al cinema, scoprendo l'esito positivo della missione dei Vendicatori e il ritorno di tutti i protagonisti caduti a causa della Decimazione di Thanos. Il recupero delle Gemme dell'Infinito ha permesso agli eroi di riportare in vita ogni essere vivente ucciso in Infinity War, compresi quindi anche gli Avengers caduti, tra i quali tutti i membri dei Guardiani della Galassia eccetto il già sopravvissuto Rocket e Gamora, la cui morte su Vormir in cambio della Gemma dell'Anima si è rivelata irreversibile.
Guidati sul campo di battaglia da Captain America, Star-Lord, Drax, Teenage Groot e Mantis lottano con le unghie e con i denti per affrontare l'orda aliena composta dall'esercito di Thanos, avendo infine la meglio grazie al sacrificio di Tony Stark, che appropriatosi delle Gemme dell'Infinito schiocca le dita, cancellando dall'esistenza il Tiranno Viola e tutti i suoi accoliti.

Dopo il commovente e doloroso funerale di Tony c'è però un primo sprazzo verso quello che potrebbe essere il nuovo gruppo dei Guardiani della Galassia. Ci sono praticamente tutti "gli imbecilli" che già abbiamo avuto modo di imparare ad apprezzare nel corso di due film stand-alone e due crossover con gli Avengers, ma purtroppo il gesto di Tony ha considerato la Gamora del passato come un elemento da decimare, eliminandola dall'equazione perché ancora vicina all'odiato padre, nonostante il ribaltamento morale finale.

Succede off-screen e non ci viene in realtà mostrato direttamente, ma lo intuiamo guardando Star-Lord fissare con tristezza uno schermo con l'immagine di Gamora e la scritta in rosso "scomparsa".
Niente più Gamora, dunque, e forse persino Nebula potrebbe percorrere una strada in solitaria, lontana dagli altri Guardiani, il che è decisamente coerente con la fine dell'Infinity Saga e con la struttura dei fumetti, che vedono alternarsi in continuazione vecchi e nuovi membri, senza soluzione di continuità.
I legacci più essenziali tra i franchise degli Avengers e dei Guardiani della Galassia erano infatti proprio le due sorelle, che allontanate del gruppo rendono questo libero di muoversi ancora più lontano dall'esperienza Thanos e Guerra dell'Infinito, puntando verso nuovi orizzonti.

Questioni di comando

Per qualcuno che svanisce o se ne va, comunque, qualcun altro arriva, e non stiamo parlando di un personaggio qualsiasi, ma di un certo Dio del Tuono che - per come ormai declinato e snaturato - potrebbe rubare la scena a tutti, se davvero si manterranno quelle che sembrano delle promesse ben precise. Il Thor di Chris Hemsowrth ormai "drugato" decide infatti di lasciare il comando di New Asgardia per unirsi ai Guardiani, che è una palese dichiarazione di intenti verso qualsiasi detrattore del supereroe a partire dalla brillante decostruzione in chiave commediata di Thor: Ragnarok: il Dio vichingo tutto austerità, tuoni e forza bruta non esiste più, perché il lato umano ha preso il sopravvento, distruggendo ogni certezza divina del personaggio.
Quello di Endgame è l'apice evolutivo di Thor, che infatti devia verso la giusta dimensione tonale il protagonista, allontanandolo in definitiva dalla Terra e dagli Avengers e inserendolo in un contesto ormai a lui più consono, quello dei Guardiani, fatto di battute e azione, costruito per divertire e intrattenere, dimenticandosi dell'epica e puntando invece a dinamiche differenti fatte d'emozione, improvvisazione, autorialità e grande spettacolo.

Già nel siparietto finale dedicato all'onere del comando, si intuisce come i Marvel Studios abbiano cercato di amalgamare ancora più a fondo Thor nei rapporti familiari dei Guardiani, lasciando infatti intervenire tutti i membri e chiudendo per giunta proprio su un Dio del Tuono molto divertito, superbo quanto basta per essere il benvenuto in una banda così ben assortita di outsider spaziali.

Immaginare un talento comico e attoriale come quello di Hemsworth diretto da James Gunn non ci fa dormire la notte per la gioia, soprattutto in virtù di proiezioni fantasiose su cosa si potrebbe costruire con un personaggio quale Thor all'intero di quel conglomerato eterogeneo e fuori di testa come quello di Guardiani.
Possibilità illimitate di creare qualcosa di differente che potrebbe condurre il franchise verso chissà quale direzione, anche se per scoprirlo bisognerà attendere almeno l'uscita nelle sale di The Suicide Squad, prossimo film di Gunn.

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