Il cinema è morto: David Cronenberg spara a zero sulla sala ed elogia Netflix

Secondo David Cronenberg, il cinema è morto e sepolto, il futuro è nella televisione, in Netflix e nelle serie.

Il cinema è morto: David Cronenberg spara a zero sulla sala ed elogia Netflix
Articolo a cura di

Il cinema è morto. A dirlo non siamo certo noi ma un grande maestro come David Cronenberg. Ospite del Neuchatel International Fantasy Film Festival 2018, membro della giuria internazionale, il grande regista de Il Pasto Nudo, Spider, La Mosca ha ammesso di non andare più in sala da tempo, sentenziando a Screen Daily: "Per me il cinema è già morto. Ovviamente si continuano a produrre nuove opere, nuove immagini, ma il mezzo come lo intendevamo fino a qualche anno fa non esiste più."
"La sala non è più quella cattedrale sacra dove potevi andare insieme a tante altre persone. Ammetto di non andare più al cinema da tanto tempo, ho visto più film qui a Neuchâtel che negli ultimi cinque anni."
Parole molto dure, che attaccano a viso aperto l'attuale industria cinematografica, che evidentemente punta la quasi totalità delle sue carte sui Blockbuster di grido. Ma non solo, c'è dell'altro...

Il futuro è online

È indubbio che il mercato stia vivendo una sorta di crisi d'identità, le parole di Cronenberg però non si rifanno soltanto ai meri contenuti, è proprio la sala cinematografica "fisica" a esser messa in discussione.
Questo non sorprende, vista la recente vicinanza del regista a Netflix: "Della nuova piattaforma di streaming mi preoccupa una sola cosa, l'uso degli algoritmi. Mi fa star male l'idea che un algoritmo possa dirmi cosa posso vedere e cosa no, come se fosse una sorta di semaforo regolato dalle nostre scelte pregresse. Ho parlato a lungo con i dirigenti di Netflix e mi hanno assicurato che non è così, il sistema può riconoscere diversi utenti all'interno di uno stesso nucleo familiare, conosce chi sta guardando, è vero."
"La sua presenza però è limitata, la scelta finale se vedere o meno un film o una serie TV spetta sempre all'utente, l'interazione umana è ancora fondamentale."
Croneneberg non ha ancora lavorato con il gigante dell'on demand, ma la cosa potrebbe avvenire molto presto: "Ci sto pensando seriamente, ho alcune cose di cui vorrei discutere con loro".

Romanzi cinematografici

"Penso che le potenzialità di Netflix e delle serie TV siano enormi. Probabilmente sono l'equivalente cinematografico di un romanzo, poiché le due cose condividono tempi dilatati e libertà stilistica. Le serie sono una nuova forma d'arte, non c'è dubbio, possono arrivare a durare anche cinque o sette anni, e nulla hanno a che fare con i vecchi prodotti televisivi."

"Ho visto recentemente dei prodotti a dir poco incredibili, penso ad esempio a Babylon Berlin di Tom Tykwer, è davvero come leggere un romanzo. Un film a confronto è un racconto breve. Il giorno che avrò voglia di scrivere un romanzo, probabilmente realizzerò una serie per Netflix".
Questo conferma come il futuro, per Cronenberg, vada verso due direzioni ben distinte: da una parte un'industria della distribuzione sempre più frivola, dall'altra le nuove possibilità legate allo streaming e alle serie TV, in grado di offrire molta più completezza e di eguagliare - in termini pratici - l'efficacia di un romanzo. Una cosa è certa: stiamo vivendo un'epoca di cambiamenti profondi, che il cinema "classico" sia già morto davvero?