I migliori film d'azione usciti nel 2017, da Baby Driver a Dunkirk

La nostra classifica del miglior cinema action uscito nell'anno ormai al termine, dai virtuosismi di Edgar Wright fino alla tecnica di Christoper Nolan

I migliori film d'azione usciti nel 2017, da Baby Driver a Dunkirk
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Un altro anno sta finendo, e anche per quanto riguarda l'ambito cinematografico è tempo di stilare una classifica dei migliori film usciti in questo ricchissimo 2017. Ormai lo avrete intuito, ma per questioni di differenziazione tra generi e maggiore inclusione di molti validi titoli, noi di Everyeye abbiamo deciso di suddividere le nostre liste in svariate Top 5, e oggi è il turno dei migliori film d'azione, genere ormai molto caro anche in ambito pop. Prima di iniziare la classifica, però, una precisazione: per evitare ripetizioni, la Top 5 odierna non includerà nessun titolo puramente cinecomic, quindi se non vedrete Thor: Ragnarok, Guardiani della Galassia Vol. 2 o Logan - The Wolverine non preoccupatevi: sono già tutti riportati in una classifica appositamente dedicata che trovate a questo link. Sottolineato il necessario, andiamo a cominciare.

5. Atomica Bionda

Se c'è una cosa essenziale e sacrosanta che ci ha fatto capire prima Mad Max: Fury Road nel 2015 e adesso Atomica Bionda di David Leitch è che anche le donne possono essere delle vere bad-ass. Il film con protagonista una platinatissima Charlize Theron è tra il cinema più muscolare dell'anno, violento sesso in movimento, magari con qualche gap in diverse transizioni azzardate e una narrazione ballerina, ma nella tecnica assolutamente incredibile. Su tutti va ricordato un piano sequenza strutturato in 3 floor della durata di 10-12 minuti, pensato per sorprendere e lasciare a bocca aperta e sviluppato perfettamente da Leitch, da far invidia anche a un Cuaron o a un Inarritu, di diritto tra le migliori sequenze action di sempre. Interessanti plot twist e una scena di sesso bollente chiudono poi il cerchio per un film che eleva la donna a paradigma estremo di intelligenza, violenza e carattere.

4. Kingsman: Il cerchio d'oro

Esagerato, divertente e fumettistico: il sequel di Secret Service diretto ancora una volta da Matthew Vaughn si è rivelato una scommessa vinta e assolutamente in linea con l'anima del franchise. Kingsman: il cerchio d'oro trascende l'essenza stessa del cinecomic e abbraccia totalmente la sua natura action, aprendosi con un rocambolesco inseguimento al cardiopalma semplicemente da applausi. Nella sua indiscutibile riuscita come sequel, il film resta però relativamente ingabbiato nella sua anima fumettistico-parodica, sorprendendo con sincerità per il suo ipertrofismo formale, riconoscendo i meriti di Secret Service e adempiendo rispettosamente ai suoi oneri. La virtù più grande del cinema di Vaughn è poi la propria identità, cristallina, composta da un scrittura vibrante e sagace e inframezzata da sequenze action come pochi sanno girare, oltre a una cura per la colonna sonora davvero maniacale, fil rogue che lega Kingsman: Il cerchio d'oro agli altri film d'azione usciti nel 2017.

3. King Arthur: Il potere della Spada

L'ultimo film di Guy Ritchie è tra quelli che più hanno diviso la critica nostrana da quella d'oltreoceano, nonostante alcuni punti di contatto nell'analisi del progetto. Il fatto è che la visione ritchiana tutta rock'n'roll e di strada della leggenda britannica funziona ed entusiasma, anche e soprattutto grazie allo stile ipercinetico del regista e a una narrazione sfasata, che vanno a formare un quadro generale magari meno genuino di Sherlock Holmes ma certamente potente e riuscito. La sconquassante colonna sonora di Daniel Pemberton è poi un plus valore importante e quasi essenziale di un film alla Ritchie fino al midollo.
King Arthur fa infatti incetta di tutti gli elementi che hanno reso arrogante e gigioneggiante il cinema del buon Guy e li declina in uno Snatch made in Londinium, dall'azione iperbolica e dalla struttura eccessiva, per questo tendenzialmente grandioso. Non amarlo significa non amare l'esagerazione nella sua forma più pura e british, un'affermazione forte che ci sentiamo di sostenere con altrettanta sicurezza, la stessa che ha portato l'Artù di Charline Hunnam dritto fino al trono.

2. Baby Driver - Il genio della fuga

L'ultimo, ricercato e virtuoso film del geniale Edgar Wright si rifà ai crime thriller degli anni '70, anche di serie B, per poi trovare una sua sontuosa identità stilistica nel dualismo musica-sequenza, rendendolo un vero tutt'uno nella messinscena. Baby Driver è cinema allo stato purissimo: un crime movie contaminato da una love story dove un montaggio alla Wright (dimensione della sua autorialità) utilizza la musica per scandire ogni secondo del minutaggio totale. Un titolo cinematograficamente parlando davvero aggressivo, che sa rendere anche una semplice sparatoria un momento di pura esaltazione per lo spettatore, concentrato nel seguire la successione degli eventi della scena ma totalmente assuefatto ed estasiato dalla sua struttura, studiatissima e in traiettoria, precisa. Un titolo innovativo e di grande impatto sensoriale, dall'inventiva strabordante, di profonda e sensibile creatività.

1. Dunkirk

Maestosa, sublime, emozionante: l'esperienza da sala regalataci da Christopher Nolan con il suo eccellente Dunkirk è impareggiabile e dalla tecnica sontuosa. Il regista voleva che vivessimo il dolore e l'angoscia dei 400 mila soldati alleati bloccati nella spiaggia di Dunkerque, tra cacciabombardieri in picchiata e scontri aerei realistici, e per farlo ha superato sé stesso, cercando come non mai di sorprendere per una ricercatezza concettuale invidiabile. La narrazione è sempre nolaniana, sfasata ma dalla struttura centrata, solo che al centro del progetto non doveva neanche esserci una sceneggiatura, perché l'essenziale era l'identificazione, la sensazione di accerchiamento, di impotenza, di paura. Le sonorità in questo quadro svolgono allora un compito quasi complementare, forse vere e assolute protagoniste della scena, in un falso crescendo shepardiano da applausi.

Terra, cielo e mare. Sopravvivenza, difesa e speranza. Una gestione del tempo encomiabile e Hans Zimmer che supera se stesso, fa il giro e doppia anche le sue più rosee aspettative. Christopher Nolan che confeziona la sua opera più impeccabile e importante. Cinema che rimette al mondo, poderoso, incessante, poetico e sublime, avvincente e trascinante. Dunkirk è un classico istantaneo, ennesima consacrazione di un regista impareggiabile, adesso inarrivabile. Come le scogliere bianche di Dover. Come l'Inghilterra per i soldati su quelle spiagge, molto vicina ma mai così lontana. Qualcuno poi lo raggiungerà sicuramente, chissà se prima o se poi, ma per il momento il sentore della sua arte si dirama ovunque, delicato e avvolgente. Ed è come essere a casa.