I Crimini di Grindelwald, J.K. Rowling come George Lucas?

Il secondo capitolo della pentalogia dedicata a Newt Scamander ha evidenziato diverse problematiche di natura narrativa nella scrittura dell'autrice.

I Crimini di Grindelwald, J.K. Rowling come George Lucas?
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I Crimini di Grindelwald non se la sta vedendo bene al botteghino mondiale. Forse a causa delle molte recensioni negative ricevute, il secondo capitolo della pentalogia cinematografica dedicata a Newt Scamander (Eddie Redmayne) non sta incassando come previsto, specie a fronte di un budget di 200 milioni di dollari. Le previsioni parlano già di una cifra finale inferiore al predecessore, il che dovrebbe far riflettere la Warner Bros. e J.K. Rowling su due aspetti: se tenere conto del feedback dei fan e se modificare qualcosa in termini produttivi, come la stessa durata della saga o l'investimento, tendenzialmente in crescita per progetti di questa portata (c'è già stato un incremento di 20 milioni rispetto al primo film).
Tra diverse incongruenze con la saga di Harry Potter e troppi ribaltamenti narrativi visibilmente improntati "sull'effetto wow" anziché sulla qualità drammaturgica e stilistica della scrittura, con questo Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwad la Rowling ha scoperto ancora di più il fianco non solo ai suoi detrattori, ma anche ai fan affezionati della prima ora, che non sono riusciti in alcun modo a soprassedere a scelte superficiali ("da fan-fiction", dicono) e velleità libertine rispetto alla continuity, descritte come "imperdonabili".
Mancano ancora tre film alla fine della saga, ma il problema già sottolineato da molti è il seguente: J.K. Rowling è l'equivalente di George Lucas nella seconda trilogia di Star Wars? Parliamone.
[ATTENZIONE, SPOILER A SEGUIRE]

La retta via è smarrita?

Il paragone tra J.K. Rowling e George Lucas parte innanzitutto dal setting dei loro rispettivi progetti. I Crimini di Grindelwald - ma anche il primo Animali Fantastici - è ambientato decenni e decenni prima di Harry Potter, esattamente negli anni '20, e si prefigge l'obiettivo di raccontare una società magica in crisi dove si accresce il potere del Mago Oscuro interpretato da Johnny Depp. Questo ricorda molto da vicino la seconda trilogia di Star Wars, anch'essa prequel e ambientata anni prima di Una nuova speranza, con una Repubblica in tumulto socio-politico e l'incrementarsi del Lato Oscuro della Forza, con ascesa al potere del Senatore Palpatine e la trasformazione di Anakin Skywalker in Darth Vader.
Per quanto riguarda Animali Fantastici, la mancanza di un quadro totale della saga non ci permette di soffermarci poi molto sulle intenzioni della Rowling - almeno non quelle finali -, ma già da questo primo aspetto la similitudine con quanto fatto da Lucas è molto forte. Gli accostamenti narrativi e creativi, però, continuano, anche in relazione alle saghe principali, quelle dedicate a Harry Potter da una parte e a Luke Skywalker dall'altra.
È infatti evidente come i due filoni narrativi principali delle rispettive saghe siano simili, soprattutto in riferimento al "viaggio dell'eroe". Sia Harry che Luke imparano uno le arti magiche e l'altro la Via della Forza, entrambi all'interno di questi mondi tentacolari, avvolgenti e con un background ben delineato che dà veridicità alle opere. I due protagonisti crescono ed evolvono all'interno dei loro mondi, scoprendone segreti e personaggi lentamente, adoperandosi al contempo nell'accaparrarsi l'attenzione dell'audience e a servire come fulcro emotivo centrale della storia.
Con le saghe prequel, invece, il discorso cambia in egual misura.
Il focus e l'attenzione si sposta dall'eroe al mondo, anche se poi veniamo a conoscenza di come Anakin sia divenuto Darth Vader o di come Newt trovi la sua strada nel Mondo Magico. Da una parte, però, c'è tutto il focus preponderante sulla corruzione nel Senato e il lento approssimarsi all'Impero, mentre dall'altro si incrociano le storie di Albus Silente e Grindelwald, di Jacob e Queenie e di Credence, quest'ultimo adesso cardine portante dell'intera trama. Si potrebbero persino tirare dei parallelismi nella costruzione dei vari personaggi.

Jar Jar Bink e Nagini, ad esempio, sono della aggiunte inconsistenti ai fini della storia, ma per raccontarle si toglie spazio a chi invece ha un ruolo fondamentale al suo interno, come Obi-Wan Kenobi o Albus Silente, che vengono approfonditi mentre le loro storie si perdono nel mix. Dietro al mondo dei prequel di Star Wars c'era un gran potenziale narrativo, a detta di molti sperperato in vano in dibattiti politici soporiferi o creazioni di personaggi sbagliati, tanto da arrivare a frustrare anche la passione dei fan più sfegatati, esattamente come sta accadendo adesso con Animali Fantastici. La tendenza a sottostimare determinati protagonisti e centrare l'attenzione su altri è evidente, ma il problema della Rowling - come quello di Lucas - va ben oltre il semplice deragliamento dai giusti binari narrativi.
C'è dietro anche un discorso produttivo e di lettura forse sbagliata delle capacità stilistiche e creative intrinseche sia della scrittrice britannica che del regista.

Potrebbe sembrare una semplificazione, ma il lavoro di qualità lo fa soprattutto la squadra e un confronto attivo sulle idee, con critiche costruttive e feedback di vario tipo. Tutti elementi, questi, che nel tempo sia per la Rowling che Lucas sono venuti a mancare. Per quanto riguarda Lucas, infatti, nel passaggio tra la prima e la seconda trilogia, il regista ha perso non solo il mitico produttore Gary Kurtz (che contribuì pesantemente al concetto di Forza), ma anche l'allora moglie, Marcia Lucas, il cui contributo al montaggio è oggi riconosciuto come uno dei più grandi meriti dei primi tre film. La Rowling, dal canto suo, ha licenziato dopo Harry Potter il suo primo agente letterario, Christopher Little (lo stesso che contribuì al successo della saga del maghetto), acquisendo nel tempo sempre più potere grazie al suo Wizarding World, tanto che la collaborazione attiva con il produttore David Heyman non sia adesso poi così costruttiva, con il secondo spaventato dall'idea di sfidare la creatività della sceneggiatrice.
Infine, le capacità di scrittura dei due. George Lucas - lo sappiamo - dopo Una nuova speranza ha contribuito solo al soggetto iniziale de L'Impero colpisce ancora e de Il Ritorno dello Jedi, figurando in definitiva come creatore della saga nei sequel. Da Il Ritorno dello Jedi a La Minaccia Fantasma, poi, sono passati 16 anni che non hanno permesso al mondo di testare l'effettiva capacità di filmmaking di Lucas, compresa la sua scrittura, che si è infatti rivelata pomposa e mal mitigata dall'intervento della produzione, che ha lasciato libero sfogo all'autore, senza frenare coscienziosamente la sua creatività.
Allo stesso tempo, pur essendo una grande scrittrice di romanzi, la Rowling ha dimostrato di avere dei problemi quando si tratta di porre in essere una sceneggiatura cinematografica, sia formalmente che dal punto di vista dei contenuti, un'azione molto differente dallo scripting di un romanzo, specie nella costruzione del ritmo. Tiene troppo conto della parola e dei dialoghi sulla carta, insomma, senza immaginarli poi trasposti nel medium per cui sono stati concepiti, sbagliando formalmente la costruzione di una scena e minandone poi la riuscita cinematografica.

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