I cinque alieni più iconici della storia del cinema

Lo spazio inesplorato riserva un numero impressionante di meraviglie da scoprire, ma anche pericoli e insidie da cui tenersi alla larga. Pronti a partire?

I cinque alieni più iconici della storia del cinema
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A volte, non solo in campo cinematografico, ci sono dei personaggi di finzione in grado di sedimentarsi in maniera indelebile all'interno della cultura pop, riuscendo a entrare nel cuore di migliaia (o più spesso milioni) di persone per merito di una moltitudine di fattori - che spaziano dal character design al profilo psicologico.
In alcuni casi, però, ci sono determinati personaggi che riescono a fare un ulteriore step, riuscendo a trasformarsi in vere e proprie icone di un determinato stile o genere e arrivando addirittura a travalicarne i confini, imponendosi come metro di paragone per tutte le opere successive.
Di seguito verranno quindi analizzati cinque degli alieni più iconici della storia del cinema, molto spesso conosciuti anche da persone che non hanno mai visto i film in cui compaiono.

E.T.

E.T. l'extra-terrestre, film del 1982 diretto da Steven Spielberg, ci trasporta in un mondo in cui le emozioni sono al centro di tutto.
Il regista, con l'omonimo personaggio che dà il titolo al film, racconta una storia fantascientifica ammantata da una forte componente fantastica/favolistica, impegnandosi per descrivere la figura dell'alieno non come una minaccia ma, al contrario, come un'entità benevola che ha bisogno d'aiuto.
E.T., infatti, pur non avendo sicuramente un aspetto gradevole, riesce a entrare comunque in sintonia con gli esseri umani per la propria bontà d'animo.
Il regista ha puntato molto su questo aspetto, cercando il più possibile di donare all'alieno protagonista un'aura di purezza e innocenza in netto contrasto con la visione spesso negativa attribuita alle razze interplanetarie viste in innumerevoli altri film. Nell'opera, sono proprio gli esseri umani a fare la parte dei cattivi, dato che i vari scienziati e militari che compaiono all'interno del racconto hanno intenzioni tutt'altro che amichevoli verso l'alieno.
La scena del volo della bici è poi riuscita a racchiudere in modo ottimale l'anima pacifista del film, capace di raccontare un'amicizia universale in cui tutti i pregiudizi vengono abbattuti, senza dimenticare la storica frase "E.T. telefono casa", ormai parte della storia del cinema.
E.T., vista la sua enorme popolarità, è stato anche oggetto di varie trasposizioni videoludiche, tra le quali l'ormai leggendaria edizione del 1982 per Atari 2600, famosa più per i suoi demeriti che per altro.
L'Atari fu infatti costretta a sotterrare milioni di cartucce invendute nel deserto dell'Alamagordo (Nuovo Messico), particolare che ha dato il via anche alla creazione del documentario Atari: Game Over.

Predator

Di tutt'altra pasta invece l'alieno protagonista della pellicola omonima datata 1987 e diretta da John McTiernan, in cui vediamo un gruppo di agguerriti soldati combattere contro una minaccia sconosciuta proveniente dallo spazio.
L'alieno protagonista del film, appartenente alla razza degli Yautja, rappresenta in pieno lo spirito della caccia; Predator, infatti, per tutto il film bracca gli umani in una sorta di gioco al massacro in cui sa di essere in vantaggio su ogni fronte.
Quello che però ha elevato Predator a vera e propria icona del cinema di fantascienza è in realtà il suo carattere; l'alieno infatti rappresenta perfettamente l'unione tra antico e moderno, dato che lui stesso (come la sua tribù), pur avvalendosi di tecnologie avanzatissime, è in realtà legato a usanze tribali, in cui la forza bruta gioca un ruolo fondamentale.
La particolarità del personaggio è infatti quella di possedere una sorta di senso dell'onore in grado di fargli comprendere il valore dei propri avversari; l'alieno quindi, nonostante sia mosso da una ferocia senza precedenti, è riuscito a far breccia nel pubblico proprio per la sua indole di guerriero, capace, pur provenendo da mondi lontani, di riconoscere in alcuni casi la tempra combattiva delle sue potenziali vittime.
La sua armatura (e il suo volto senza l'elmo) hanno poi sicuramente contribuito a renderlo uno degli alieni più iconici di sempre, tanto da comparire non solo in vari sequel ma anche in libri, fumetti e videogiochi dedicati.

Tripodi

Nel 1897, lo scrittore H.G. Welles pubblica una delle sue opere più famose: La guerra dei mondi. L'opera, che viene adattata per via radiofonica più volte (anche da Orson Welles, che riuscì a sconvolgere un numero impressionante di ascoltatori, convinti di star vivendo sulla loro pelle un'invasione aliena reale), trova spazio al cinema nel 1953 per merito dell'adattamento a cura del regista Byron Haskin.
Il film, ancora oggi, è considerato un vero e proprio classico della fantascienza, capace di racchiudere in un'ora e mezza di durata tutta una serie di idee, suggestioni e influenze che sono poi state riprese innumerevoli volte da moltissimi film successivi.

La guerra dei mondi rappresenta perfettamente la fantascienza anni '50, in cui gli alieni sono visti come mostri invasori dalle intenzioni tutt'altro che pacifiche; il clima generale è infatti quello dell'allerta costante, dell'attacco imminente, dell'apocalisse alle porte.
Il film, figlio di un periodo storico in cui gli Stati Uniti uscivano dagli orrori della seconda guerra mondiale per piombare in quelli della guerra fredda, rappresenta forse una vera e propria rinascita per la fantascienza, ora in grado di raccontare l'attualità in maniera più marcata evolvendosi da prodotto di nicchia a genere apprezzato anche dal grande pubblico.
L'opera è poi tornata alla ribalta con il remake del 2005 diretto da Steven Spielberg che, pur presentando varie criticità, è riuscito a donare ai Tripodi un look originale e al passo con i tempi, così da mettere in scena, ancora una volta, l'invasione aliena più famosa della storia del cinema.

Darth Vader

Nel 1977, George Lucas crea Guerre Stellari e il mondo (cinematografico e non) cambia per sempre. Darth Vader, figura cardine dell'intera saga fantascientifica, rappresenta forse più di tutti il concetto di iconicità legata a un personaggio.
Moltissime persone, infatti, pur non avendo mai visto nessun film della saga, conoscono comunque la suggestiva figura in armatura nera dotata di respiratore, capace di risultare d'impatto anche a quarant'anni di distanza dal primo capitolo.
Vader, che all'interno della vecchia trilogia di Star Wars rappresenta il male supremo da sconfiggere (con vari rimandi anche all'epica fantasy), in realtà nasconde anche un lato eroico e al tempo stesso tragico, dato che la sua storia completa (narrata nella trilogia prequel) fa comprendere allo spettatore ancora di più l'umanità dello stesso, cercando di focalizzarsi non solo sulla sua maturazione caratteriale ma anche sulla sua discesa verso l'abisso.
Vader rappresenta quindi la nemesi per eccellenza, la minaccia insormontabile che prima o poi bisogna affrontare almeno una volta nella vita ma che alla fine, impegnandosi, si può infine sconfiggere.
Il personaggio, dotato sì di un'immensa forza fisica, ma al tempo stesso estremamente tormentato dai fantasmi del proprio passato (e per questo anche estremamente fragile), è riuscito con il passare del tempo a diventare una vera e propria icona senza tempo, capace di ambire al ruolo di uno dei villain più caratteristici mai creati.

Alien

Nel 1979, Ridley Scott dirige Alien, uno dei film di fantascienza più amati e apprezzati di sempre.
La creatura aliena protagonista delle vicende, lo Xenomorfo, rappresenta in tutto e per tutto la ferocia che caratterizza tutti i predatori più spietati del mondo animale.
La minaccia sconosciuta che inizia a decimare uno dopo l'altro i membri dell'equipaggio della Nostromo, la nave in cui si svolgono le vicende del primo film, non è mossa da invidia, rancore o qualsiasi altra emozione che possa in qualche modo giustificare la sua sete incessante di sangue.
Alien incarna le nostre paure primordiali, il nostro senso di impotenza di fronte all'ignoto, il nostro terrore più puro verso una minaccia che non si può sconfiggere in nessun modo perché più forte, più veloce e, molto spesso, anche più spietata e intelligente di noi.
La sua ferocia, per quanto brutale e distruttiva, è allo stesso tempo pura e incontaminata, scevra quindi da qualsiasi sovrastruttura etica e/o morale di qualsiasi tipo, particolare in grado di rendere Alien una macchina da guerra implacabile con cui non si può ragionare e/o mediare in nessun modo.
Lo Xenomorfo, dotato di un design unico, è stato anch'esso oggetto (così come molti dei suoi illustri colleghi comparsi in questo articolo) di riadattamenti in numerosi altri media. Recentemente, dopo alcuni prodotti non all'altezza, lo Xenomorfo è tornato alla sua natura originaria con il gioco Alien: Isolation, opera in grado di catturare perfettamente l'essenza più pura di uno degli alieni più famosi di sempre.

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