I cinema riaprono dopo sei mesi: quanto c'è da festeggiare?

La riapertura delle sale cinematografiche non è in verità appoggiata in toto dalle distribuzioni, che preferiscono aspettare.

I cinema riaprono dopo sei mesi: quanto c'è da festeggiare?
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Siamo tutti concordi, apertura è il contrario di chiusura; in tempi pandemici, ri-apertura è l'opposto di lockdown. Mentre settori come quello della ristorazione soffrivano una serrata dei locali con annessa l'importante possibilità di continuare a lavorare tra asporto e domicilio, l'arte, il turismo e la cultura hanno pagato probabilmente il prezzo più alto di questa Pandemia di Coronavirus. Consapevoli dell'arrivo della Seconda Ondata ma troppo provati dal primo lockdown per percepire l'effettivo pericolo di un nuovo e importante aumento dei casi, la scorsa estate c'era stata una riapertura più o meno di massa di cinema e musei, con la ripartenza anche del turismo. Purtroppo è durato poco, all'incirca quattro mesi, perché il peggioramento delle situazioni ospedaliere e il carico nelle terapie intensive hanno costretto il Governo Conte a optare per l'ormai noto sistema regionale a colori e per chiusure mirate, non generalizzate.

Sei mesi dopo la Seconda Ondata, a circa un mese dal picco della Terza e a pochi giorni dall'uscita dal cosiddetto plateau, con un curva dei contagi finalmente in discesa (anche se lenta), il Governo Draghi insediatosi lo scorso febbraio ha voluto ascoltare l'appello dei lavoratori di settore provati e allo stremo delle forze, permettendo (anche) le riaperture dei cinema dal 26 aprile. Notizia accolta ovviamente con grande felicità da tutti gli amanti dell'esperienza comunitaria della sala ma che purtroppo nasconde più di una perplessità.

Chi, quando e quali

Siamo a primi a desiderare un ritorno alla condivisione del cinema in sala, per noi esperienza imprescindibile legata alla Settima Arte che ci auguriamo riesca a sopravvivere allo strapotere della piattaforme streaming, per una convivenza ragionata e reciprocamente fruttuosa. Detto questo, non è tutto oro ciò che luccica, e sicuramente la possibilità di riaprire i cinema non comporta necessariamente delle riapertura di massa e immediate.
La prima domanda a cui rispondere è quindi: "chi" ha già riaperto nel giorno prestabilito dal governo? La risposta è semplice: gli stessi che lo avevano fatto lo scorso giugno, piccole sale e circuiti particolarmente "impegnati". Per farvi qualche esempio, a Roma parliamo del Cinema Quattro Fontane o del Nuovo Sacher di Nanni Moretti, a Milano il Cinema Anteo, il Beltrade e il Cinemino - ma non solo. Luoghi conosciuti e già precedentemente frequentati da cinefili affamati di film che possono godere ora di un importante vantaggio (anche se buttarla in competizione è davvero orribile) rispetto ai gestori dei multisala, guardando a importanti catene quali UCI Cinemas, The Space Cinemas o Cityplex.

La seconda domanda da porsi è allora: "quando" riapriranno anche queste catene, che ormai dominano le più grandi città del Paese e le province? Non è raro, infatti, scoprire come in diverse cittadine di media grandezza in ogni parte dello stivale UCI e The Space abbiano abbattuto ormai da anni il tessuto cinematografico di minori dimensioni per insediarsi come unici multisala disponibili, il che significa che in questi luoghi, senza di loro, non esiste esperienza in sala. E attualmente, a parte un generico "metà maggio" annunciato da UCI Cinemas, The Space e altri hanno solo sottolineato "la felice accoglienza della normativa del governo", celeri però nell'affermare che "non si riaprirà ufficialmente secondo le date indicate".

Immaginando che questi multisala non riapriranno i battenti prima del 17 o 24 maggio (che sono due lunedì), il Governo Draghi ha permesso con un mese d'anticipo le riaperture guardando specialmente agli esercenti più piccoli e bisognosi, che stanno godendo e godranno in questi primi dell'effetto astinenza di cinefili e pubblico affezionato. Quando però in sala non si trova il cinema considerato mainstream e i titoli proposti si possono vedere per molte persone soltanto a un centinaio di chilometri di distanza, l'effetto felicità subisce un crollo verso il basso delle aspettative, e paradossalmente perché c'è ancora da aspettare.

La grandi distribuzioni non stanno aiutando, avendo posticipato tutti i loro titoli più importanti all'estate o all'autunno 2021, ma alcuni importati film degli Oscar annuali come Una donna promettente, Minari, The Father, Un altro giro di Thomas Vinterberg ma soprattutto Nomadland di Chloe Zhao sono usciti o stanno per uscire al cinema distribuiti da Universal, Academy Two, Movies Inspired e BiM Distribuzione, le più interessate al benessere e alla riprese dell'esperienza cinematografica in sala.

È stato inoltre annunciato che anche l'ultimo film di Woody Allen, Rifkin's Festival, uscirà al cinema il prossimo 6 maggio grazie a Vision Distribution, ma di fatto resta soprattutto il problema del dove vederlo per migliaia di italiani. Al netto di una gioia sommaria per un ritorno alla normalità e alla sala, dunque, per festeggiare bisognerà almeno attendere la riapertura delle grandi catene sopra citate e capire quanto durerà questo apparente idillio, nella speranza che non arrivi dunque una nuova e indesiderata serrata obbligata nel giro di uno o due mesi. L'accelerazione e il rafforzamento della campagna vaccinale, comunque, sono l'unica arma in grado di scongiurare una simile prospettiva.