Speciale Hawkeye: Scrittori al cinema

Quando l'attore diventa scrittore...

Speciale Hawkeye: Scrittori al cinema
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Traendo spunto da una delle uscite cinematografiche più recenti, ovvero Midnight in Paris di Woody Allen, che ha per protagonista un Owen Wilson calato nei panni di uno sceneggiatore hollywoodiano in procinto di partorire il suo primo romanzo, abbiamo deciso di dedicare un corposo e potenzialmente interessantissimo special agli scrittori nei film, vale a dire a quegli attori che, nel corso della loro carriera, hanno interpretato personaggi di scrittori in noti e apprezzati film.

Per Charles Bukowski, scrivere è liberatorio, è un volo, è come fare all’amore con una bella donna e poi ricevere dei soldi in cambio. E’ troppo, insomma. Al contrario, per Stephen King, scrivere fa male alla salute, e lo sanno bene molti dei personaggi raccontati dapprima nei suoi libri e in un secondo momento trasposti sul grande schermo.
Difficile dunque fornire un’esplicazione esaustiva di cosa significhi (veramente) scrivere. Senza dubbio, per mantenere fede a quanto detto dagli autori sopracitati, possiamo dire di sentirci in sintonia con ambedue i pensieri, perché, come pochissime altre cose al mondo, scrivere può essere, in certi casi, una vera e propria libidine senza eguali, un’esperienza mistica piena di soddisfazioni e in grado di dare un senso a tutto quel che ci circonda. Per contro, scrivere può anche rivelarsi un incubo senza via d’uscita, perché il blocco dello scrittore, a volte, assume davvero le fattezze di qualcosa di insormontabile, che ci rende la vita impossibile - soprattutto se scrivere è il nostro lavoro - e che ci rende spesso inclini a pesanti crisi nervose.
Quello che segue è un excursus dei titoli che, in sede di scrutinio, ci sono sembrati i più idonei a comporre il nostro special. La selezione è stata dura e naturalmente abbiamo dovuto sottostare a diversi sacrifici, indi per cui non aspettatevi di trovare tutto quel che desiderate.
Noi, per quel che ci riguarda, abbiamo fatto del nostro meglio, e come ogni penna che si rispetti, dobbiamo attenderci dal pubblico una giusta e sincera considerazione del lavoro svolto.
A voi il giudizio!

JACK NICHOLSON/JACK TORRANCE (SHINING)

All work and no play makes Jack a dull boy...

Letteralmente: Troppo lavoro e nessun divertimento rende Jack un ragazzo annoiato.
Una citazione che è ormai storia e che ha ricevuto infinite traduzioni. Da noi, in principio, era solo: Il mattino ha l’oro in bocca, che nulla c’entra con il significato effettivo della frase ma che ha comunque dato un’ulteriore tocco di genialità a un’opera già di per sé geniale.
Shining, ovviamente. Un film di cui si sa ormai troppo ma dal quale non ci stancheremo mai di farci deliziare.
E l’esempio più emblematico - o, per meglio dire, iconografico - dello scrittore al cinema ce lo regala proprio lo straordinario Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance, professore disoccupato che accetta di fare da custode all’Overlook Hotel durante l’inverno e che tenta invano di dare vita a un romanzo. Il resto della storia lo conosciamo tutti..
Look trasandato, sigaretta accesa, burbon con ghiaccio, scure tra le mani e ghigno malefico stampato in faccia rendono Jack lo scrittore per antonomasia.
Grazie Stephen King e grazie Stanley Kubrick!

JAMES CAAN/PAUL SHELDON (MISERY NON DEVE MORIRE)

Rimanendo sempre in tema Kinghiano, come secondo titolo della nostra playlist, abbiamo scelto il capolavoro di Rob Reiner Misery, con protagonista un James Caan ai suoi massimi livelli - e una Kathy Bates premiata con l’Oscar a dargli filo, o meglio, carta da torcere - che veste i panni di Paul Sheldon, scrittore di successo costretto a sottostare alle angherie della sua fan numero uno per rimanere in vita.
Come quasi tutti i suoi colleghi, anche - e soprattutto - Paul Sheldon compie un rituale ogni qual volta termina un romanzo: non fuma da anni, quindi prende un fiammifero e si accende una sigaretta. Non prima, però, di aver bevuto un buon bicchiere di Dom Perignon. Sublime...

TIMOTHY HUTTON/THAD BEAUMONT (LA META' OSCURA)

Di nuovo Stephen King e di nuovo...l’Orrore.
Curioso il fatto che, nelle pellicole da noi considerate le più rappresentative rispetto al tema che stiamo affrontando, la figura dello scrittore si eriga sempre sullo sfondo di scenari tetri e minacciosi. Uno scenario che calza a pennello per un pezzo da novanta come Thad Beaumont, alle prese con la difficile battaglia volta a sconfiggere il suo pseudonimo, George Stark, il quale, nel frattempo, ha assunto le fattezze di una vera e propria entità fisica, dalla personalità tutt’altro che pacifica. Opera visionaria del grande George A. Romero!

JOHNNY DEPP/MORT RAINEY (SECRET WINDOW)

Il blocco, probabilmente...
Quello dello scrittore, che ti arriva dritto nel cervello e ti azzera le difese immunitarie portandoti alla pazzia.
A raccontarcelo è sempre lui, il Re del brivido, che affida a David Koepp il suo Finestra segreta, giardino segreto - racconto contenuto nella raccolta Quattro dopo mezzanotte - per farne quella che, alla fine, risulta una pellicola senza dubbio imperfetta, con uno dei finali più riciclati e deludenti che si siano mai visti, ma pervasa da un fascino irresistibile, con un eccezionale Johnny Depp nei panni di Mort Rainey, noto giallista in piena crisi creativa da poco separatosi dalla moglie e che diventa oggetto delle persecuzioni di John Shooter, suo (presunto) collega dal quale viene accusato di plagio.
Lui, l’ex Tom Hanson di 21 Jump Street con i suoi Ray-Ban d’ordinanza, la sua vestaglia sciatta e stropicciata e i suoi capelli da massaia depressa, ricopre un posto di degna attenzione al fianco dei modelli sopraccitati.

NICOLAS CAGE/CHARLIE KAUFMAN (IL LADRO DI ORCHIDEE)

Cambiano genere e autore ma non sostanza. Già, perché lo sceneggiatore Charlie Kaufman - sì, quello che ha vinto l’Oscar per Se mi lasci ti cancello e che ha scritto Essere John Malkovich - qui interpretato da un insolitamente bravo Nicolas Cage, è anch’egli vittima del blocco dello scrittore.
Impegnato nella trasposizione di un libro della giornalista Susan Orlean (Meryl Streep), Charlie fatica a trovare idee ed è inoltre vittima della sua inguaribile timidezza che gli impedisce di trovare stimoli e di farsi rispettare dai colleghi. In più, ci si mette di mezzo la concorrenza con il fratello Donald, al lavoro sulla stesura di un thriller.
Scrittura e depressione sono dunque due elementi che, spesso e volentieri, formano un binomio perfetto. Quest’ultimi due casi ne sono la diretta testimonianza.

BILLY CRYSTAL/LARRY DONNER (GETTA LA MAMMA DAL TRENO)

La notte era...

Questa la frase con cui lo scrittore interpretato da Billy Crystal in questa insolita e piacevole commedia diretta da Danny DeVito inizia a far scorrere i suoi pensieri ogni qual volta tenta di scrivere. Pensieri che, purtroppo, non arrivano...
Larry Donner, scrittore in crisi, si vede soffiare dalla ex moglie - che di scrittura ne capisce quanto un analfabeta - il romanzo della sua vita, che si rivela presto un best seller.
Per mantenersi è dunque costretto a insegnare in un corso di scrittura, cui partecipa, tra gli altri, l’ingenuo Owen, che trascina Larry in un’improbabile serie di tragicomici delitti dalla quale sarà assai difficile uscire.
Il blocco creativo proposto in chiave ironica ma con un efficace sottofondo noir, che affronta, sempre in modo scherzoso, il tema del plagio. I protagonisti Crystal e DeVito apportano, con le loro performance, un preziosissimo contributo.

COLIN FARRELL/ARTURO BANDINI (CHIEDI ALLA POLVERE)

Dall’omonimo romanzo di John Fante, è il bravo Colin Farrell a portare sullo schermo le vicende di Arturo Bandini, scrittore italiano residente in un malfamato quartiere della Los Angeles degli anni ’30 che tenta di sfondare con i suoi racconti. Punto cardine della narrazione è la storia d’amore tra Bandini e una cameriera messicana di nome Camilla Lopez.
Diretto da Robert Towne, il film si sorregge forse su troppi cliché e abusa di situazioni ultra note, ma nel complesso si tratta di un prodotto discreto e ingiustamente sottovalutato.
Da riscoprire!

MATT DILLON/HENRY CHINASKI (FACTOTUM)

Henry Chinaski, ovvero l’alter ego di Charles Bukowski, interpretato dall’ottimo Matt Dillon in quella che è una degna trasposizione dell’omonimo romanzo dello scrittore californiano.
Chinaski sogna di diventare uno scrittore, ma per mantenersi è costretto a fare i più disparati lavori, che quasi mai riesce a portare a termine. La sua vita scorre languida tra alcool, donne e sesso compulsivo, imbucando, di tanto in tanto, qualche lettera destinata alla casa editrice Black Sparrow contenente pezzi delle sue novelle.
L’eccellente regia di Bent Hamer rende giustizia a un capolavoro della letteratura partorito da una delle più geniali menti che si siano mai viste in giro.

PETER WELLER/BILL LEE (IL PASTO NUDO)

E proprio dalla mente di Bukowski sembrerebbe essere uscito anche un altro pezzo forte del nostro special come Bill Lee, personaggio che porta invece la firma di William S. Burroghs e rieditato, per l'occasione, da David Cronenberg. A prestargli anima e corpo in un’opera allucinata e controversa è il non conosciutissimo Peter Weller.
Analogamente a Chinaski, anche Lee è uno scrittore sbandato e tossicomane, che si guadagna da vivere facendo il disinfestatore.
Accidentalmente, spara alla moglie Joan e la uccide. Vedendosi dunque costretto a fuggire da New York, si avventura in un viaggio schizofrenico ai limite del razionale all’interno del quale troverà nella sua macchina da scrivere - che, di notte, si trasforma in un enorme scarafaggio parlante - l’unico, vero conforto.
Un trip come se ne fanno pochi!

PATRICK FUGIT/WILLIAM MILLER (QUASI FAMOSI)

Ma ora spazio ai giovani!
Ecco quindi arrivare il primo, chiaro esempio di enfant prodige con William Miller, giovanissimo giornalista che viene ingaggiato dalla rivista Rolling Stone per seguire la tournée degli Stillwater e scriverne un pezzo.
Patrick Fugit e altri formidabili attori - tra cui una Kate Hudson candidata all’Oscar - animano una pellicola avvincente in cui il regista Cameron Crowe imprime frammenti della sua adolescenza mischiati con una sfrenata passione per la musica rock.
Scrittura e assoli di chitarra in un cocktail adrenalinico!

ROB BROWN/JAMAL WALLACE (SCOPRENDO FORRESTER)

Altro enfant prodige - appena più grandicello rispetto a William Miller - della macchina da scrivere è Jamal Wallace, studente di colore con ottimi voti a scuola e approcciatosi alla scrittura totalmente per caso.
La scintilla scatta infatti grazie al burrascoso ma fortuito incontro con William Forrester, scrittore scorbutico divenuto leggenda per aver vinto il premio Nobel e per essersi ritirato dalle scene dopo un solo romanzo.
Interessante, in questo film di Gus Van Sant, il rapporto tra nuove e vecchie generazioni di scrittori, i cui punti focali vengono rappresentati da Rob Brown per quanto riguarda i giovani, e da Sean Connery per i veterani.
Sequenze d’impatto e citazioni azzeccate per un’opera forse troppo commerciale ma che ha, dalla sua, una gran quantità di pregi.

NICOLE KIDMAN/VIRGINIA WOOLF (THE HOURS)

Per rendere Nicole Kidman una scrittrice sufficientemente credibile è stato necessario imbruttirla. Non sembra neanche lei, infatti, l’attrice che interpreta la celebre Virginia Woolf nel cupo The Hours di Stephen Daldry. Ma, evidentemente, il duro processo di trasformazione è servito, perché grazie al make-up e alla sua straordinaria performance, la Kidman si è aggiudicata l’Oscar come miglior attrice.
Fragile e tormentata, la Woolf non è diversa dalle tante altre figure di scrittori che abbiamo trattato nel nostro special, e la Kidman è brava nel tratteggiare un personaggio estremamente significativo per la letteratura mondiale donandogli anima e corpo in modo assolutamente sincero e senza esagerazioni.
Non è un caso, dunque, che l’abbiamo scelta come figura più rappresentativa per le scrittrici al cinema.

ANTHONY FRANCIOSA/PETER NEAL (TENEBRE)

Chiudiamo la nostra carrellata con un gioiello italiano a firma del miglior Dario Argento, che ha al centro di sé la figura dello scrittore Peter Neal, meravigliosamente interpretato dal compianto Anthony Franciosa.
Non è la prima volta che Argento si trova, nella sua filmografia, a trattare la figura di uno scrittore. Prima di Tenebre, era infatti già accaduto con L’uccello dalle piume di cristallo, con Tony Musante a interpretare il ruolo dello scrittore Sam Dalmas.
Ma l’affascinante complessità e le varie sfaccettature che Franciosa dona al suo personaggio ci hanno spinto a preferirlo a Musante, che è comunque degno di plausi.
Peter Neal è un romanziere di successo che si trova a Roma per la presentazione del suo nuovo libro. Durante il suo soggiorno, si sussegue una lunga serie di omicidi che sembrano collegati proprio a lui.
Sia la trama che il suo personaggio avranno risvolti inaspettati.
Dario Argento si diverte a imitare Kubrick realizzando un thriller da antologia, sollevando molti aspetti della personalità di uno scrittore che, troppo spesso, il pubblico tende a mettere in secondo piano. Ne sono un esempio la doppia personalità, la schizofrenia e la perversione.
Se è vero che la cosa più importante di un testo - sia esso un romanzo, uno special o una recensione - è il finale, allora siamo quasi certi che questo sia bellissimo. Anzi, perfetto.

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