Halloween: 10 film horror da scoprire nella notte più spaventosa dell'anno

In occasione della notte di Halloween abbiamo deciso di recuperare alcuni titoli horror in gran parte sconosciuti al grande pubblico.

Halloween: 10 film horror da scoprire nella notte più spaventosa dell'anno
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E anche quest'anno la notte del terrore è giunta, tra dolcetti e scherzetti e incubi che si annidano nel folklore locale rivisitati in chiave di puro merchandising: Halloween is back again, e quale occasione migliore, ormai di cadenza annuale a dire il vero, per recuperare film a tema con cui trascorrere piacevoli momenti di paura? In questo speciale abbiamo deciso di concentrarci su titoli meritevoli (di diversa provenienza, epoca e tono) ma poco conosciuti dal grande pubblico, piuttosto che riciclare "playlist" trite e ritrite, sperando di attizzare la vostra curiosità al punto giusto per recuperare queste piccole gemme che, pur in alcuni casi assunte a piccoli o grandi cult, non hanno mai ottenuto la corretta attenzione mediatica.

Noroi

Il 12 aprile del 2004 la casa del giornalista del paranormale Masafumi Kobayashi viene completamente distrutta da un terribile incendio in cui perde tragicamente la vita la moglie dell'uomo. Quest'ultimo, invece, risulta scomparso nel nulla. Il reporter aveva da poco finito di girare un documentario sulla sparizione di una bambina dotata di poteri ESP e sulla presunta possessione di un'attrice, casi collegati tra loro e apparentemente legati a un antico rituale. Spaventoso mockumentary sulla scia di The Blair Witch Project, con riprese a mano e una storia terrificante, Noroi è firmato dal regista nipponico Koji Shiraishi che, attraverso fittizi filmati di repertorio creati ad hoc, riesce a inquietare lo spettatore dal primo all'ultimo secondo, in un crescendo di tensione e paura che attanaglia anche dopo la visione. La cercata veridicità degli eventi è agevolata da riprese non per forza indispensabili ai fini della trama, ma che donano un senso di maggiore realtà. Un film che in più occasioni gela il sangue nelle vene.

Begotten

Un uomo mascherato, segregato in una casa nel bosco, si dilania le membra fino ad uccidersi. Poco dopo una donna, prima nascosta, e anch'essa coperta in volto, inizia a masturbare il cadavere, dal cui seme nasce un figlio deforme. Questo, insieme alla madre, viene torturato da una tribù di uomini incappucciati. Un'opera disturbante più per la violenza psicologica che per quella visiva, alla fine "attenuata" dall'uso di un bianco e nero sporco e sfuocato che guarda fotograficamente al cinema muto. Con cui in comune ha anche la gestione sonora, con dialoghi totalmente assenti, e pochi frusci e rumori affidati ai suoni della natura. Dio e la Natura, la crudeltà degli uomini, i danni che questi compiono oggi giorno verso Madre Terra: il film di Elias Merhige è ricolmo di significati e tutto fuorché fine a se stesso, rendendosi frammento crudele e visionario con cui trasmettere sensazioni malsane e inquiete attraverso l'immagine, tracciando percorsi interpretativi, brucianti e crudeli, che spremono l'anima e la ragione.

Wake Wood

Dopo la morte della loro figlia Alice, azzannata da un cane rabbioso, Patrick e Louise si trasferiscono nella piccola cittadina di Wake Wood per cercare un nuovo inizio. Mentre Louise, farmacista, apre una propria attività, Patrick mette le sue doti di veterinario al servizio del vicinato. Ben presto la coppia scopre che un mistero aleggia nella comunità, e che i morti possono ritornare in vita, se scomparsi da meno di un anno. Le condizioni però sono chiare: il risorto può rivivere soltanto per tre giorni, e non può allontanarsi dai confini locali... Wake Wood è un horror disturbante che tra antiche tradizioni pagane e inquietanti resurrezioni riesce a tenere incollato lo spettatore sino ai titoli di coda, con un uso calibrato e mai gratuito di una sana componente gore e un notevole impatto drammatico nella gestione dei protagonisti, tra cui spicca l'Aidan Gillen di Game of Thrones.

Kairo - Pulse

Il mondo dei morti sta entrando in contatto con quello dei vivi, e Tokyo si ritrova ben presto assediata dai fantasmi, che catturano chiunque entri in contatto con loro attraverso il mezzo di internet. Un ragazzo e una ragazza si incontrano e cercano insieme la salvezza. Si traveste da horror, ma è in realtà una profonda metafora sull'uomo e la condizione di solitudine, soprattutto contestualizzata al mondo nipponico. Il film di Kiyoshi Kurosawa (oggetto di un pessimo remake hollywoodiano), è inquietante e pervaso da un'atmosfera opprimente e claustrofobica, che evita il facile spavento a favore di una ricerca del significato della vita e offre diversi spunti di riflessione, riuscendo a generare al contempo un terrore costante e sotterraneo. La mezz'ora finale, dal sapore apocalittico, travalica il genere di appartenenza in maniera sublime.

Le vergini cavalcano la morte

La marchesa Erszebet Bathory, discendente della famosa e sanguinaria contessa, sogna di mantenere per sempre la giovinezza. Il marito invece, uomo ambiguo, trascorre il tempo con i falconi e le sue amanti. Quando in città si tiene il processo per un atto di presunto vampirismo, i due escogitano un crudele tranello per poter ottenere entrambi ciò che vogliono. Le vergini cavalcano la morte è un raffinato horror spagnolo degli anni '70 che indaga sul mito dei vampiri seguendo la strada del folklore e delle antiche tradizioni, rimanendo in questo modo collegato ad una base di verosimiglianza, per poi giungere ad un finale originale e fuori dai canoni. Non privo di riflessioni sociali, si distingue per una messa in scena della violenza sobria, con un cast in buona forma su cui spicca una splendida Lucia Bosè.

Dead Sushi

Keiko, figlia di un leggendario cuoco di sushi, decide abbandonare la casa paterna quando la sua dieta in "stile karate" diventa troppo restrittiva. La ragazza trova lavoro in una locanda, dove viene però messa in ridicolo dalle colleghe e dai clienti. Quando un giorno arriva in vacanza un gruppo di manager di una ditta farmaceutica, le cose prendono un'ulteriore brutta piega: un ex-ricercatore della ditta cova infatti intenti malvagi e usa un siero da lui inventato per risvegliare gli istinti omicidi del sushi, trasformando il cibo e chi lo ha ingurgitato in mostri assetati di sangue umano. Keiko dovrà così usare le sue abilità con le arti marziali per affrontare la terribile minaccia. Noboru Iguchi, maestro del trash/splatter nipponico, imbastisce su una trama da "WTF" un divertentissimo ed emoglobinico b-movie di genere ad alto tasso di risate, con alcune sequenze citazioniste di non poco conto e un cast totalmente in parte, a cominciare dalla combattiva e sexy protagonista Rina Takeda.

Frankenstein's Army

Un gruppo di soldati russi, disperso nelle campagne, riceve un messaggio di aiuto da un'altra loro divisione. Recatasi sul posto la pattuglia si imbatte in una vera e propria carneficina di civili, ma non trova nessuna traccia dei compagni che avevano mandato l'SOS. Ben presto gli increduli soldati si trovano a fronteggiare una minaccia imprevista e mostruosa: una vera e propria orda di non morti, assemblata con pezzi di metallo e dicotomiche protuberanze, si pone loro davanti ponendosi come ostico nemico. E nei sotterranei del villaggio dimora il loro creatore, il diabolico dottor Frankenstein. Un mix tra divertimento e orrore splatter per l'esordio alla regia dell'olandese Richard Raaphorst. Frankenstein's Army è un originale mix tra toni grotteschi e atmosfere steampunk, ironia nera e critica politica, realizzato con un'inventiva visiva di prim'ordine (creature mostruose e sempre diverse che spiccano per genialità realizzativa), non privo di una violenza a tratti disturbante, per un found footage fresco e vitale.

Southbound

Mitch e Jack, due amici di vecchia data, si ritrovano sporchi di sangue in fuga su un pick-up; non ci è dato sapere la natura del loro presumibile atto criminale, ma scopriamo che la coppia ha qualcosa da espiare quando viene seguita a distanza da delle inquietanti presenze, sorta di neri angeli vendicatori pronti a far pagare loro una qualche colpa. Quando poi i nostri si trovano bloccati in una piccola stazione nel deserto, con la strada che continua a riportarli in quel luogo qualsiasi direzioni questi percorrano, comprendiamo come poteri al di sopra di ogni logica spiegazione siano scesi in campo. Mostruosi mietitori alati, sette sataniche, improvvisate operazioni ospedaliere, creature di stampo vampiresco e brutali invasioni casalinghe caratterizzano i novanta minuti di Southbound, ispirato horror antologico che lega saldamente ognuno dei suoi cinque episodi, strettamente organici sia a livello di causa/effetto sia dal punto di vista temporale, incastrati in un loop senza fine che coinvolge i rispettivi protagonisti, ognuno con una colpa o un rimorso da affrontare.

He never died

Jack è un essere immortale che vive in completa solitudine per cercare di tenere a freno i suoi istinti cannibalistici, nutrendosi di sacche di sangue comprate illegalmente. La monotona quotidianità dell'uomo viene sconvolta dall'inaspettata visita della figlia diciannovenne Andrea, mai conosciuta, che cerca di ristabilire un rapporto col padre. Jack però proprio in quel periodo ha un conto in sospeso con una banda di criminali che decidono di rapire la ragazza e tenerla in ostaggio per arrivare a lui. Che, venendo meno al suo istinto solitario e taciturno, deciderà di riportare in vita il suo naturale istinto bestiale per salvarla. Henry Rollins, icona della musica punk, è la star assoluta di questa comedy/horror giocata su un piglio tragicomico e non privo di sortite drama thriller. Violenza, risate e malinconia si amalgamano con equilibrio in questo racconto che usa il fantastico per tracciare un percorso esistenziale di un uomo solitario e immortale, affamato di sangue umano, la cui vera identità viene svelata nella mezzora finale.

Possession

Mark e Anna, sposati da anni e con un figlio piccolo, entrano in crisi quando l'uomo scopre il tradimento della moglie, la quale lentamente comincia a perdere anche la ragione. Ma Mark non sa che la donna vive ora con una creatura ripugnante, forse da lei stessa generata, che mette a repentaglio le vite di tutti coloro che la conoscono. Eccessivo, ridondante, disturbante. Il capolavoro horror di Andrzej Zulawski è un delirio violento di anime e corpi, in un "festino" grand-guignol spietato e inesorabile dove la follia inesorabilmentee inzia a mietere le proprie vittime. Inquietante la fisionomia dell'essere, curata dal maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi, e altrettanto impressionanti le performance di Sam Neill e Isabelle Adjani, quest'ultima protagonista di una lunga sequenza in metropolitana che raggela letteralmente il sangue entrando nella storia del filone tutto.

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