Guardiani della Galassia senza James Gunn: Marvel dovrebbe fermarsi?

Dopo Guardiani della Galassia Vol. 3, James Gunn ha abbandonato la regia della saga: i Marvel Studios dovrebbero fermarsi con i film dei Guardiani?

Guardiani della Galassia senza James Gunn: Marvel dovrebbe fermarsi?
Articolo a cura di

Guardiani della Galassia Vol 3 è l'ultimo film di James Gunn per i Marvel Studios. Lo sapevamo già da tempo, e il regista sembra aver mantenuto la parola: dopo una campagna promozionale estremamente emotiva, che ha convinto i fan che quella appena arrivata al cinema sarebbe stata l'ultima avventura di Peter Quill e compagnia, James Gunn ha detto addio ai Guardiani ed è passato definitivamente alla Distinta Concorrenza ed a Warner Bros., per le quali svolgerà il ruolo di "mente" del DCU, in partenza tra il 2024 e il 2025. Ora che il regista non lavora più per Disney, però, che ne sarà dei Guardiani della Galassia? In molti si aspettavano un addio definitivo al team con Guardiani della Galassia Vol. 3, che invece ha "scorporato" il supergruppo e lo ha spinto in direzioni narrative completamente nuove. Nessuna delusione per i fan, che possono aspettarsi di rivedere Star-Lord, Gamora, Rocket Raccoon e Groot sul grande e piccolo schermo, ma una terribile domanda sorge spontanea: come sarà il dopo-James Gunn per la formazione spaziale del MCU?

Una questione professionale, non personale

È inutile nascondersi dietro a un dito: Guardiani della Galassia Vol 4 si farà, e l'idea che il terzo capitolo della saga rappresentasse una chiusura totale con Star-Lord, Gamora, Rocket e compagnia è stata più una trovata di marketing che una possibilità concreta.

Certo, alcuni addii di peso ci saranno: pare che Dave Bautista non tornerà più come Drax (anche perché si starebbe preparando ad un ruolo nel DCU, secondo i beninformati di Hollywood), mentre anche il ritorno di Zoe Saldana come Gamora e di Pom Klementieff come Mantis sembra incerto. Non a caso, come Bautista, anche la stessa Klementieff potrebbe saltare sul carrozzone del DCU di James Gunn nei prossimi mesi. Tuttavia, al netto di due o tre addii di peso, strumentali anche a sfoltire e, per certi versi, "svecchiare" una lineup di supereroi che con il tempo sarebbe diventata posticcia, sono molti i personaggi disponibili a tornare nel MCU riprendendo i propri ruoli: tra di essi abbiamo, per esempio, Chris Pratt come Star-Lord, che ha aperto di recente ad un ritorno alle giuste condizioni, ma anche Vin Diesel come Groot e persino Bradley Cooper come Rocket Raccoon. Proprio per quest'ultimo, dunque, si prefigura una duplice carriera nel mondo dei cinecomic, dal momento che egli sarà sia un membro centrale dei Guardiani della Galassia che, forse, anche il nuovo Lex Luthor del DCU (a meno che il ruolo non vada a Nicolas Hoult, che James Gunn starebbe considerando seriamente per la parte).

Al netto delle speculazioni sull'eventuale ritorno di questo o quell'attore o attrice, che come sempre si risolverà con dei nuovi contratti con Disney e Marvel, magari con cachet rivisti al rialzo, un altro motivo per cui i Guardiani torneranno è l'incredibile successo di pubblico di Guardiani della Galassia Vol 3, che in una sola settimana ha superato il risultato di tutta la run al box-office di Ant-Man and the Wasp: Quantumania e che sembra reggersi incredibilmente bene grazie al passaparola, con delle perdite di pubblico irrisorie dopo il primo weekend di programmazione: un evento ormai più unico che raro per l'MCU, che potrebbe consacrare il film come il primo, vero successo commerciale Marvel post-Endgame.

Se il flusso del denaro porta dritto dritto a Guardiani della Galassia Vol. 4 e a qualche altra produzione, magari destinata a Disney+ e a tema Star-Lord, anche le due scene post-credits di Guardiani della Galassia Vol 3 spingono con forza in tal senso. La prima ci indica chiaramente che "Star-Lord tornerà", mentre la seconda ci mostra il nuovo team dei Guardiani di Rocket, composto da Groot, Kraglin, Cosmo, Adam Warlock e Phyla-Vell. Un cambio di paradigma pressoché totale per la principale formazione "spaziale" del MCU, che porta al centro della scena figure poco conosciute (Kraglin e Phyla-Vell su tutte) o con cui potrebbe essere difficile empatizzare.

La spinta verso la sperimentazione

Su queste basi, se c'è un elemento che segnerà profondamente i Guardiani post-James Gunn, esso sarà una tendenza alla sperimentazione sempre più ardita con il gruppo.

Sì, Star-Lord tornerà nel MCU, ma sembra che lo farà come personaggio standalone, separato dal resto del suo ex-team, che invece sembra, dalla prima scena post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3, molto più sui generis rispetto alla formazione originale. Per esempio, tolto Kraglin nessun Guardiano è un "essere umano" o un umanoide adulto: passando in rassegna la formazione, infatti, abbiamo due animali dotati di parola (Rocket e Cosmo), due "bambini" (Phyla-Vell e Adam Warlock) e un gigantesco mostro in CGI (Groot). Certo, Adam non è esattamente un bambino, e comunque c'è Kraglin, ma è evidente che il nuovo team sia molto meno "standard" dei primi Guardiani, i cui unici personaggi davvero fuori dagli schemi erano Rocket e Groot, peraltro rimasti entrambi in questa seconda iterazione del supergruppo. Un team composto da figure così atipiche, con le quali lo spettatore medio potrebbe fare persino fatica a identificarsi o a empatizzare, potrebbe rappresentare una seria sfida per chi gestirà i Guardiani d'ora in poi, ma potrebbe anche amplificare i "tratti somatici" della formazione ideata dallo stesso James Gunn una decina d'anni fa, esaltandone il tratto di "reietti spaziali" e di mescolanza poco coesa di figure dai burrascosi trascorsi.

Una sorta di ritorno alle origini, dunque, dalle quali i Guardiani della Galassia potrebbero ripartire più forti che mai, magari persino con un tocco autoriale diverso da quello dello stesso Gunn. D'altro canto, il quasi-azzeramento della formazione e la sostituzione dei suoi "pezzi da Novanta" con eroi meno noti e, forse, anche meno carismatici, potrebbe porre le basi per la regia di un cineasta meno "artigiano" e più "autore", un po' come già successo con Chloe Zhao per Eternals e con Sam Raimi per Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

Una mossa che si sposerebbe bene con i progetti di Kevin Feige per il futuro dell'MCU, che dovrebbero passare per la diversificazione del tono dei film in uscita e, soprattutto, per la collaborazione con registi già affermati di Hollywood. Nello specifico, con una componente sempre più grande del MCU nello spazio (o comunque nel genere sci-fi, basti pensare a Thor, a The Marvels o al sequel degli Eterni), è possibile che la "chiave" del futuro dei Guardiani stia proprio nel renderli un team unico, iconico e quanto più "sperimentale" possibile, magari puntando su un regista giovane ma di carriera, un po' come è successo una decade fa proprio con James Gunn.

Dalla parte opposta, la sperimentazione post-Gunn potrebbe anche concretizzarsi in un nuovo approccio a personaggi già noti, ovvero a tutti quei "fuoriusciti" dal gruppo dei Guardiani. Il primo nome che ci viene in mente è quello di Star-Lord, che - se ci vogliamo fidare della seconda scena post-credits del terzo film che lo ha per protagonista - farà presto o tardi il suo ritorno nel MCU.

Rimuovere Peter Quill dal contesto e dal team del quale ha sempre fatto parte per dieci anni è chiaramente un atto di rottura con la direzione di James Gunn, che potrebbe portare ad uno sviluppo a sé del personaggio, magari più "intimo" e meno funzionale all'economia tra personalità all'interno dei Guardiani. Benché le (eventuali) avventure da solista di Star-Lord saranno probabilmente molto più canoniche di quelle dei nuovi Guardiani, anch'esse potrebbero rivelarsi una palestra per i nuovi registi del Marvel Cinematic Universe e portare quest'ultimo verso nuovi lidi. Addirittura, Disney e Marvel potrebbero decidere di "mettere da parte" il Peter Quill post-adolescenziale che abbiamo finora visto al cinema e inserirlo in un contesto totalmente diverso e ben più adulto, come quello di Eternals 2, uno dei film più autoriali del MCU in arrivo tra le Fasi 6 e 7. Sembra insomma che, dato il loro addio al regista, i personaggi che egli ha contribuito a far amare ai fan si imbarcheranno in avventure completamene nuove, con toni del tutto diversi da quelli che abbiamo sperimentato finora: una scelta doverosa per un brand che deve rispettare la pesante eredità di James Gunn nel MCU.

La lezione di James Gunn

Leggendo tutte queste prospettive, però, a qualcuno sarà balenata in mente una domanda. Ma conviene davvero riprendere in mano i Guardiani della Galassia ora che l'era-Gunn è finita? La risposta ovviamente ce la darà solo il tempo: che Disney e Marvel andranno avanti con la saga è praticamente certo, più per ragioni di business che di amore per l'IP. Ovviamente, però, ciò non scioglie le doverose riserve sulla qualità di un eventuale Guardiani della Galassia Vol. 4 o di una pellicola da solista di Star-Lord. A nostro avviso, tuttavia, mettere definitivamente nel cassetto un team con decenni di storia a fumetti (la quale peraltro sta continuando anche in questi stessi anni, con delle avventure tra le più memorabili mai vissute dal gruppo) sarebbe veramente un peccato.

Insomma, i Guardiani della Galassia non possono "andare in pensione" per sempre nell'MCU, così come non possono farlo gli Avengers, gli Eterni, la Spider-Family e gli altri super-gruppi della Casa delle Idee. Certo, la delicatezza di un passaggio di testimone come quello tra James Gunn e chiunque sarà il suo successore impone estrema cautela a Marvel, che potrebbe significare anche "tenere in pausa" i Guardiani per qualche anno in più del previsto, per assicurarsi un rilancio in pompa magna e, soprattutto, degno di quanto abbiamo già visto al cinema in quella che per ora è la saga di maggiore qualità dell'intero MCU.

Spostando l'analisi su un piano meno romantico e più disilluso, molto dipenderà dalle scelte di business di Marvel e Disney, specie in ragione del successo di Guardiani della Galassia Vol. 3.

Se quest'ultimo dovesse spingere la Casa di Topolino a velocizzare i lavori sull'inevitabile ritorno dei Guardiani, in qualsiasi forma esso avvenga, il rischio di un flop clamoroso sarà elevato; viceversa, se Disney e la Casa delle Idee si prenderanno il proprio tempo, specie con la ricerca di un regista perfetto per i nuovi Guardiani, i suoi sforzi potrebbero concretizzarsi sia in un fresh start per il supergruppo che in un nuovo successo al botteghino. D'altro canto, porre fine alle apparizioni cinematografiche di Rocket, Star-Lord, Gamora e compagnia, a nostro avviso, non sarebbe assolutamente una scelta che renda giustizia a James Gunn e all'impegno che questi ha profuso nella sua trilogia: il cineasta americano non ha mai nascosto di essere un avido lettore di fumetti prima che un regista, un fan Marvel prima che un lavoratore sotto contratto per Disney. Da grande fan, è indubbio che James Gunn voglia rivedere i Guardiani sul grande schermo. Da "padre" del team cinematografico, però, egli - come anche i suoi fan - si aspetta che le nuove trasposizioni puntino tutto sulla qualità e sull'autorialità, seppur all'interno di un'ottica da blockbuster come quella che ha caratterizzato la prima trilogia.

Quanto attendi: Guardiani della Galassia Vol. 3

Hype
Hype totali: 162
79%
nd