Speciale Godzilla Fun Facts (seconda parte)

Secondo viaggio nelle mille curiosità dal mondo di Godzilla

Speciale Godzilla Fun Facts (seconda parte)
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Nel 1954 nacque la più grande leggenda di sempre per quanto riguarda il genere dei monster movie: Godzilla. Frutto delle paure dell'immaginario giapponese nei confronti dell'uso incontrollato dell'energia atomica, il più famoso kaiju di sempre ha dato vita ad una prolificissima serie di film che in patria sono diventati uno dei franchise cinematografici più grandi e iconici, e che ora genera anche un reboot hollywoodiano ad opera di Gareth Edwards, che arriverà nelle sale il prossimo 15 maggio.
Oggi vi proponiamo il secondo dei nostri speciali dedicati ai fun facts sul mitico “mostrone”: il primo lo trovate qui.
Ad esempio, sapete quanto era alto, in teoria, il Godzilla del film originale del 1954? Circa 50 metri. Se vi sembrano tanti, però, aspettate di vedere quello nuovo: è alto ben 108 metri di torreggiante stazza! Circa un terzo della Torre Eiffel, per dire, ben più alto degli 80 metri dello Gipsy Danger di Pacific Rim. Calcolate, inoltre, che un Evangelion è alto 40 metri e, pensate un po', Optimus Prime dei Transformers appena 7 metri e spicci.

Tra effetti speciali artigianali...

Inizialmente Godzilla doveva essere realizzato in stop motion, come King Kong. Il problema, però, è che allora non c'erano ancora artisti specializzati nella tecnica, in Giappone, e in un modo o nell'altro sarebbe costato troppo realizzarlo in quel modo. Si decise allora per la cosiddetta Suitmation in cui un attore si inseriva all'interno della tuta-costume del mostro e si aggirava per il set ricostruito in scala. Inizialmente ci fu molto scetticismo in proposito perché si pensava che film del genere fossero appannaggio del cinema americano, ma una volta uscito, il film di Honda guadagnò ampi consensi e il premio apposito agli “Oscar” giapponesi di quell'anno. Gli effetti speciali continuarono comunque a essere realizzati in maniera artigianale fino al 2004 (se escludiamo il film del 1998 di Roland Emmerich).

Sempre a proposito degli effetti speciali: la prima versione dell'alito radioattivo del mostro non era altro che fasci di luce. Gli oggetti distrutti o sciolti (come le torri elettriche del primo film) in realtà erano realizzati in cera, e venivano fusi lentamente tramite getti di aria carlda.

Vi abbiamo già parlato anche del fatto che il film vantava i primi, veri storyboard della storia del cinema giapponese. La cosa buffa è che, data la mole di disegni richiesti, diversi artisti vennero ingaggiati per disegnarli. Dato che allora il monster design non era ancora stato deciso, ogni autore disegnava Godzilla in modo diverso sulle tavole, rendendole anche poco chiare in certi frangenti.

...e vecchi trucchi del mestiere

La prima apparizione di Godzilla era diversa, negli storyboard. Il mostro doveva apparire con una mucca maciullata in bocca, evidentemente i resti dell'ultimo pasto. Un tocco splatter che Honda decise saggiamente di evitare, sia per non impressionare il pubblico sia per la resa scenica.

Il Godzilla del '54 fu uno dei primi film importati in Korea dopo la distensione dei rapporti tra il Giappone e il paese rivale.

Ci sono voluti cinquant’anni, ma nel 2004 Godzilla si è guadagnato la sua stella sulla Hollywood's Walk of Fame in occasione proprio del suo cinquantenario.

Il vecchio trucco del “riciclo” di footage e dello sfruttamento di elementi estranei alla produzione dei film ha radici profonde. Ad esempio, nel film del '54 vediamo alcune truppe militari avvicinarsi alla costa. Bene: trattasi di veri soldati dediti a manovre decisamente più “serie”, filmati da Honda a loro insaputa.

Lo stesso Honda si ritagliò un cameo nel film: è l'uomo che attiva la scarica elettrica da 300.000 volt che si abbatte sul mostro. Un gesto simbolico e catartico: invece di ucciderlo, il regista ha invece dato vita a uno dei franchise più lunghi e prolifici della storia del cinema.

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