Speciale Godzilla: dagli anni '70 ai '90

Prosegue la furia distruttiva del mostrone nipponico per eccellenza!

Speciale Godzilla: dagli anni '70 ai '90
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Considerando che nella prima parte (la trovate qui) di questo lungo speciale dedicato al lucertolone radioattivo più famoso delle immagini in movimento eravamo rimasti a Gli eredi di King Kong, diretto nel 1968 da Ishiro Honda e destinato a coinvolgere diversi altri mostri del filone kaiju eiga, al di là di Godzilla e di altri già famosi compagni di distruzione, prima di proseguire è giusto spendere due parole per quelli che, in quell’occasione, lo hanno affiancato per la prima volta.
Quindi, Gorosaurus, già comparso l’anno precedente in King Kong, il gigante della foresta, dello stesso regista, è un dinosauro ispirato al Tyrannosaurus rex e caratterizzato da una testa dalla forma leggermente triangolare e da un corpo ricoperto da scaglie verdi e con pancia arancione; Baragon è apparso per la prima volta nella fatica hondiana datata 1965 Frankenstein alla conquista della Terra e, oltre a grosse orecchie ed un corno sulla fronte, possiede fauci irte di affilate zanne e zampe artigliate; Kumonga è il grosso ragno de Il figlio di Godzilla; Varan è una sorta di gigantesca iguana introdotta nel 1958 tramite Varan the unbelievable, firmato sempre da Honda, come pure il fantascientifico Atragon, del 1963, nel quale si palesò il serpente marino Manda.

Dalla vendetta alla furia del mostro!

Detto questo, continuiamo con il 1969, anno dell’inedito in Italia Gojira Minilla Gabara - All kaijū daishingeki, che, altresì noto come Godzilla’s revenge, Honda mette in piedi in economia, tanto da ricorrere ampiamente a stock footage per rccontare la vicenda di un bambino povero preso continuamente di mira dal bullo del quartiere; nella stessa maniera in cui Minilla, con il quale entra telepaticamente in contatto, è vessato sull’isola dei mostri dall’elettrico Gabara (tra l’altro, anche nome del bullo).
Ed è l’entrata in scena di due ladri rapitori a completare l’insieme, cui segue due anni dopo il bizzarro Godzilla - Furia dei mostri di Yoshimitsu Banno, che, tra look darkeggiante, sequenze psichedeliche in discoteca e, addirittura, spruzzate di gore, non solo pone Godzy contro l’organismo alieno Hedorah, la cui passione è alimentarsi degli scarichi industriali per raggiungere le dimensioni di gigantesco mutante tossico capace di corrodere gli esseri umani tramite il proprio acido, ma ce lo mostra assurdamente impegnato a sfruttare il suo alito atomico come propulsione di un jet per inseguire l’avversario in volo (!!!).

Ai confini dei kaiju eiga

Ma, sebbene gli spettatori tendano a fuggire sempre più dalla sala, è il successo riscosso da personaggi televisivi come Ultraman a spingere i produttori a rigettarsi nelle avventure godzillesche, nuovamente affidate alle mani del ritrovato Jun Fukuda che, nell’ordine, confeziona Godzilla contro i giganti, Ai confini della realtà e Godzilla contro i robot.
Nel primo, del 1972, al di là di scene riciclate che coinvolgono Rodan, Kumonga e la mantide Kamacuras, abbiamo alieni simili a scarafaggi che, assunte sembianze umane ed aperto un luna park come copertura per il loro piano di conquista della Terra, manovrano il solito King Ghidorah e il nuovo arrivato Gigan, dalla testa simile a quella di un uccello; mentre c’è anche il tempo di mostrare una conversazione tra Godzilla e Angilas accompagnata da nuvolette a fumetti sostituite dal doppiaggio nelle edizioni estere (compresa quella italiana).
Il secondo, del 1973 e conosciuto anche con il titolo Godzilla contro Megalon, tira in ballo l’imponente scarabeo del titolo - scartato dall’idea iniziale per il precedente film - insieme a Gigan, usati dal popolo sottomarino di Seatopia, stanco dell’inquinamento, per attaccare i giapponesi; i quali, oltre a Big G, hanno stavolta dalla loro anche il robot Jet Jaguar (chiaramente ispirato al già citato Ultraman e, a quanto pare, risultato del disegno vincitore di un concorso per scuole elementari).

L'attacco dei cloni

Il terzo, invece, del 1974, vede al fianco del mostro protagonista King Caesar, divinità protettrice del popolo Izumi, e come macchina distruttrice usata dagli extraterrestri Mechagodzilla, ovvero la riproduzione robotica di Godzilla (chiaramente derivata dal MechaKong del succitato Kong, il gigante della foresta).
E, nel 1975, è Distruggete Kong! La Terra è in pericolo, ultimo Godzilla movie per mano di Ishiro Honda, a chiudere la prima, vecchia serie, ovvero quella definita Era Showa.
Un lungometraggio il cui Kong del titolo, in realtà, non è il gorilla che tutti conosciamo, bensì l’acquatico Titano-Kong, fornito di grossa pinna per generare venti e alleato di una nuova versione di Mechagodzilla nei consueti tentativi di conquista del mondo attuati dagli alieni.
Nel 1977, però, grazie al riscontro al botteghino del King Kong diretto l’anno precedente da John Guillermin, Luigi Cozzi - poi autore di perle del trash italico quali Scontri stellari oltre la terza dimensione e Paganini horror - opera un nuovo montaggio sulla versione americana del primo Godzilla, allungandola di venti minuti per mezzo dell’inserimento di scene prese da altri film e da documentari sulla Seconda Guerra Mondiale, modificandone la colonna sonora e aggiungendo il colore tramite l’utilizzo di vari gel.

Comincia l’Era Heisei

Circolata con il suo titolo Godzilla, il re dei mostri, la versione in questione è conosciuta anche come Cozzilla e, da essa, bisogna balzare al 1984 per continuare a parlare del distruggi-palazzi più amato dal pubblico dagli occhi a mandorla.
Infatti, si tratta dell’anno de Il ritorno di Godzilla di Koji Hashimoto, che, ignorando del tutto i sequel precedenti, si ricollega direttamente al capostipite segnando l’inizio della cosiddetta Era Heisei della saga e riportando alla luce il drago, che, a trent’anni esatti, torna cattivo in quello che è, in fin dei conti, più un remake che una continuazione del classico hondiano.
Una gigantesca rosa acquatica e provvista di linfa corrosiva fa la sua entrata in scena in Godzilla contro Biollante, diretto nel 1989 dal Kazuki Ohmori responsabile due anni dopo anche di Godzilla contro King Ghidorah, che, tra viaggi avanti e indietro nel tempo e la consueta macchinazione per distruggere il Giappone, vede il ritorno in scena della creatura a tre teste.
Il 1992, invece, è l’anno di Godzilla contro Mothra di Takao Okawara, che, oltre alla falena buona del titolo, accompagnata dalle immancabili gemelline sacerdotesse qui ribattezzate Cosmos, introduce la sua sorella malvagia Battra e un archeologo alla Indiana Jones.

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