Speciale Godzilla

Il ruggito di Gojira terrorizza San Diego

Speciale Godzilla
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Correva l'anno 1954, erano passati nove anni dal lancio della prima bomba atomica, la Guerra di Corea era appena finita ma una guerra molto più lunga e logorante era appena iniziata: la Guerra Fredda. Lo spauracchio nucleare era vivo e vegeto e il timore di un conflitto atomico faceva più paura che mai. In questo clima arrivò nelle sale cinematografiche giapponesi un film che avrebbe influenzato radicalmente la cultura nipponica e mondiale. Quel film era Godzilla di Ishirō Honda. Nato a causa delle radiazioni provenienti dagli esperimenti nucleari americani, il mostro incarna tutta la paura di una nazione verso un'arma che ne ha segnato indelebilmente la storia nazionale. Il successo fu clamoroso e Godzilla divenne il mostro più famoso della storia del cinema, alla pari con King Kong. Negli anni vennero prodotte ben ventisette pellicole che vedevano l'enorme “Gojirasauro” scontrarsi contro mostri di varia natura e dimensioni, dall'astice gigante Ebirah all'enorme falena Mothra, dal dragone tricefalo King Ghidorah fino alla versione robotica di se stesso costruita da una razza aliena, Mecha-Godzilla. Con il passare degli anni e con l'accrescersi della sua fama Godzilla si trasformò da devastante nemico dell'umanità a paladino e difensore di quest'ultima. Tralasciando il poco riuscito remake di Roland Emmerich del 1998, arriviamo ad oggi e al nuovo remake della Legendary. Con ventotto film all'attivo è difficile parlare sia di remake che di reboot, ma anzi, sarebbe più semplice parlare di una nuova visione (occidentale) con protagonista il mostro classico (orientale). Un nuovo film che si andrà a posizionare in linea con la lunga serie di pellicole della casa di produzione Toho. Diretto da Gareth Edwards, regista nel 2010 dell'ottimo Monsters (film che univa all'elemento fantascientifico un'atmosfera intima da film indipendente), la nuova versione si preannuncia grandiosa:quantomeno questo è ciò che si è detto al panel di San Diego.

Sul set di un costoso film indipendente

Arrivati al Comic-Con direttamente dal set del film, dove le riprese si erano concluse due giorni prima, c'erano il regista Gareth Edwards e il trio di attori protagonisti Elizabeth Olsen, Aaron Tyler-Johnson e Bryan Cranston. Prima del panel è stato proiettato il filmato del lancio di una bomba atomica degli anni Cinquanta per poi passare al test-reel che si era già visto l'anno scorso, giusto per scaldare l'atmosfera. Il regista ha aperto le danze dicendo che le riprese del film sono state ultimate e ringraziando sentitamente il produttore Thomas Tull e tutti coloro alla Legendary e alla Warner Bros. che hanno reso possibile il progetto e che gli hanno concesso la quasi totale libertà creativa. Poi hanno preso la parola i tre attori protagonisti che a turno hanno raccontato le loro esperienze sul set.
Elizabeth Olsen ha detto che inizialmente credeva che sarebbe stata un'esperienza molto diversa da tutte quelle che ha avuto visto l'enormità della produzione ma così non è stato: “L'atmosfera era piccola e creativa. Non ho mai dovuto aspettare per ore prima che si allestisse tutto. Stavamo continuamente sul set a lavorare. Sembrava una produzione indipendente, davvero”. Ha inoltre spiegato che il suo personaggio sarà un'infermiera ma che sarà anche una giovane madre.
Anche Aaron Tyler-Johnson è rimasto stupito dall'atmosfera intima che si respirava sul set: “Sembrava di essere sul set di un film d'autore dall'enorme budget”. La prima volta che si è incontrato con Gareth Edwards questi gli aveva spiegato che intendeva girare il film come se fosse un film d'autore e non solo un blockbuster, conservando quindi la sua personale vena autoriale che ha reso il suo film precedente Monsters così apprezzato dalla critica.
Ed è proprio grazie alle atmosfere del suo primo film che la star di Breaking Bad, Bryan Cranston, ha accettato di partecipare al progetto: “[Monsters] era fantastico perché aveva trasformato un monster-movie in un film focalizzato sui personaggi dove provavi davvero empatia per i protagonisti. E questo è quello in cui ha trasformato Godzilla”. Ma l'attore ha fatto anche notare che il film sarà pieno di grande azione da blockbuster. Quando gli è stato chiesto se sia cresciuto con i Kaiju-Eiga (film di mostri giapponesi) l'attore ha risposto divertito: “Lo chiedi a me solo perché sono il più vecchio?” ma ha poi spiegato che da piccolo amava Godzilla perché non aveva rimorsi. “Volevo vedere le scene di distruzione. Dopotutto sono un ragazzo!

Godzilla vs. Mothra?

La parola è poi passata al regista che ha raccontato di come si sia deciso di mettere al centro della storia i personaggi e l'umanità intera. In fondo si racconta la storia di un mostro gigante e quindi ci si è voluti soffermare sulle reazioni degli esseri umani di fronte a questa scoperta sorprendente. Non voleva che sembrasse che quella dei protagonisti umani fosse una storia a parte (vedi il remake di Emmerich ma anche alcuni dei sequel giapponesi come Gojira, Minira, Gabara del 1969 dove la storia dei kaiju è completamente separata da quella degli umani, tranne per un contatto telepatico tra il giovane protagonista e il figlio di Godzilla, Minilla).
Edwards ha raccontato un divertente aneddoto sulle riprese. Quando è arrivato in Canada per la prima volta e ha dovuto dichiarare la ragione per il suo soggiorno ad un funzionario doganale, gli è stato chiesto se stesse girando Godzilla (anche se il progetto presentato aveva il nome in codice di Nautilus) e alla sua risposta affermativa questi ha esclamato: “Non mandare tutto a pu#ç@ne, amico!
Infine il regista ha spiegato che per lui questo progetto è stato una vera e propria passione e non solo un semplice lavoro per l'ennesimo blockbuster. Ha potuto lavorare a stretto contatto con la Toho (la storica casa di produzione giapponese che diede i natali a Godzilla) e ha girato il film con il desiderio che possa diventare parte dell'eredità della Toho e non solo l'ennesimo remake senz'anima.
Chiudendo il panel il moderatore Chris Hardwick ha detto: “Prima che ve ne andiate c'è qualcosa che vorremmo farvi vedere” al che Cranston si è alzato e ha cominciato a sbottonarsi i pantaloni tra l'ilarità generale. Dopo le risate le oltre seimila persone nella Sala H hanno potuto vedere del footage inedito del film che ha svelato la presenza di un altro mostro oltre a Godzilla. Sebbene non si sia visto completamente possiamo dire che assomiglia alquanto alla falena gigante Mothra. Il filmato inizia con alcuni soldati e uomini in tute anti-radiazioni correre in giro per poi passare ad una carrellata dei personaggi principali. Non ci sono dialoghi ma la tensione monta gradualmente con la sensazione che stia arrivando qualcosa di grosso. Letteralmente. Dopo altre sequenze di gente impaurita che fugge vediamo finalmente un'enorme creatura devastare un'area vicino ad un aeroporto. Ma non è Godzilla! Quello che vediamo è un mostro con delle zampe da insetto e quelle che sembrano delle ali. Degli elicotteri aprono il fuoco tentando di fermarlo ma senza risultato. Poi arriva l'inquadratura classica. Dall'interno di un edificio vediamo l'enorme zampa di Godzilla passarci davanti e lo vediamo avvicinarsi al mostro sconosciuto per affrontarlo. Il filmato si chiude con Godzilla alle spalle di “Mothra” (?) rivelando che quest'ultimo appare molto più piccolo rispetto al gigantesco Gojirasauro.
Che dire? L'iniziale scetticismo di fronte a questo nuovo adattamento di Godzilla, dopo il filmato del panel, è scomparso completamente, e le “trappole” dell'adattamento occidentale sono state schivate in modo eccellente. L'approccio di Edwards è molto autoriale e non trasformerà il film nel solito blockbuster tutto esplosioni, ma approfondirà notevolmente anche l'aspetto umano dei personaggi. Inoltre quello che abbiamo visto (sebbene mai per intero) è un Godzilla che ricorda da vicino quello classico della Toho e non quello di Emmerich. Infine, se aggiungiamo la presenza di un altro mostro (o forse più di uno) non possiamo che dire che la trepidazione con cui aspettiamo questo film è quantomeno decuplicata.

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