Speciale Ghost Team One e le parodie horror

Un breve, ma divertente excursus tra le migliori parodie horror!

Speciale Ghost Team One e le parodie horror
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Il cinema dell’orrore, già nei primi anni di vita della settima arte, lasciò immergere lo spettatore in situazioni di fantasia con lo scopo di impaurire o, peggio, terrorizzare lo spettatore tra mostri, entità soprannaturali, esorcismi e serial killer. Fino alla deriva verso i mockumentary, un sottogenere che, sfruttando i codici del documentario classico, “illude” il pubblico proponendo una storia fittizia come reale. Apparentemente agli antipodi con film comici e commedie, l’horror ha dovuto con il tempo imparare a convivere con queste forme d’arte diverse, reinventandosi in divertenti parodie dove alla tensione e alla paura si alternano gag e situazioni esilaranti. Come in Ghost Team One - Operazione fantasma, una riuscita commedia horror sbarcata in Home Video, lo scorso 22 gennaio, grazie alla Universal Pictures Italia. Un film low budget che ironizza sul tema delle case infestate e sugli esorcismi, strizzando l’occhio a moderne saghe come Paranormal Activity. Ghost Team One racconta la storia di Sergio e Brad, due ragazzi che per far colpo sulla avvenente Fernanda, ossessionata dalle storie con protagoniste entità ectoplasmiche, si impegnano a girare un documentario che permetterà di fare luce sugli oscuri avvenimenti accaduti nella loro casa molti anni prima. Un horror molto ben realizzato, che non scade mai nel demenziale e nella volgarità gratuita. Ora, andando al ritroso nel tempo, andiamo alla scoperta di altri degni esempi del genere, con le più fortunate parodie horror realizzate per il cinema, partendo da un classico del 1960.

La piccola bottega degli orrori

La piccola bottega degli orrori è una pellicola diretta dal prolifico Roger Corman, un regista visionario capace di realizzare film interessanti e divertenti nonostante le ristrettezze economiche, in termini di budget, alle quali era costantemente sottoposto. Il titolo del film richiama in maniera evocativa il luogo dove il commesso Seymour ha portato una strana e vorace pianta, acquistata poco tempo prima da un mercante cinese. Una pianta che sembra portare fortuna a Seymour e allo stesso negozio, ma che nasconde un inquietante segreto: si nutre di sangue umano e “pretende” lauti pasti ai quali il povero commesso dovrà provvedere, trasformandosi, così, in un killer occasionale. Tra il protagonista e la pianta si realizza un rapporto di amore e odio fino a un drammatico finale con il tradimento del vegetale, che si manifesta alla polizia in tutta la sua crudeltà. Il film di Corman ottenne un discreto successo, ma fu soprattutto nei successivi anni che il suo lavoro venne ampiamente rivalutato. Etichettato come un semplice regista da B-Movie, il cineasta originario di Detroit divenne in seguito un punto di riferimento per le trasposizioni cinematografiche delle opere di Edgar Allan Poe, mentre La piccola bottega degli orrori approdò prima a New York, Off-Broadway, e nuovamente sul grande schermo grazie al remake del 1986 diretto da Frank Oz.

Per favore non mordermi sul collo

Diretto da Roman Polanski, Per favore non mordermi sul collo racconta dell’avventura in Transilvania vissuta dal Professor Abronsius e dal fedele assistente Alfred, impegnati in una ricerca sul campo sul fenomeno del vampirismo. Giunti sul posto si imbatteranno in una bella locandiera che cercheranno di salvare dalle grinfie del temibile Conte Von Krolock. A metà strada tra horror e commedia, generi sapientemente bilanciati da Polanski stesso, che qui ammiriamo anche nelle vesti di attore, Per favore non mordermi sul collo colpisce per l’immaginario a forti tinte fiabesche e, nonostante una ambientazione gotica, esplode in tutta la sua ironia grazie alle numerose e ben realizzate gag, in uno stile che verrà successivamente ripreso da Mel Brooks in Frankenstein Jr.. Il regista polacco realizza una apprezzabile e coraggiosa messa in scena che omaggia, ma allo stesso tempo dileggia, il genere vampiresco e le annesse credenze popolari, come croci e specchi. Nel ruolo della locandiera la sfortunata e bellissima Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, che solo due anni dopo perse la vita brutalmente assassinata da una setta guidata dal musicista e criminale statunitense Charles Manson, riconosciuto come il mandante della strage nella quale persero la vita quattro persone. La moglie di Polanski, in quel momento, era incinta di 8 mesi.

Frankenstein Junior

Nel 1974 Mel Brooks propose una divertente trasposizione cinematografica del libro Frankenstein di Mary Shelley. Il regista newyorkese portò in scena una parodia del mito originale approfittando di una fotografia in bianco e nero che nostalgicamente ricordava le produzioni hollywoodiane degli anni trenta. Il film, scritto dallo stesso Brooks e da Gene Wilder, protagonista anche nelle vesti del Dr. Frankenstein, ottenne uno strepitoso successo al box office e ancora oggi viene considerato tra le migliori commedie americane di tutti i tempi. Il capolavoro di Brooks è ancora vivo, come la creatura, nell’immaginario collettivo grazie a una ricostruzione che vira versa la commedia ma senza abbandonare la letteratura di riferimento, quasi omaggiando il cinema del passato e uno dei personaggi più amati del genere horror. Il film fu nominato agli Oscar del 1975 nelle categorie Migliore sceneggiatura non originale e miglior sonoro. Frankenstein Jr. racconta le gesta del professore Frederick Frankenstein, nipote del celebre medico passato alla storia per i suoi oscuri esperimenti, che, ormai convinto di essersi lasciato alle spalle l’ingombrante eredità, sarà costretto a recarsi in Transilvania per ricevere il lascito testamentario disposto dal nonno. Qui il richiamo del male sarà talmente forte da convincere il medico, aiutato dal misterioso gobbo Igor, la procace Inca e da Frau Blücher (vecchia amante dell’antenato), a portare avanti la tradizione famigliare.

L’armata delle tenebre

L’armata delle tenebre è il terzo capitolo di una saga horror iniziata con La casa, film d’esordio del regista Sam Raimi e interpretato dall’attore feticcio Bruce Campbell. In questo terzo capitolo Ash, già protagonista nei primi due episodi, viene catapultato indietro nel tempo, in una realtà medievale dalla quale potrà fuggire solo ritrovando l’ambito Necronomicon, il celebre libro dei morti. L’armata delle tenebre è un mix di generi, dall’avventura all’azione, dal fantastico all’horror, con alla base una dichiarata e irresistibile ironia. L’aspetto umoristico del film ha dimostrato come fosse possibile unire degli aspetti tipici del cinema horror, e splatter, con elementi spiccatamente comici. Il film di Raimi è diventato un oggetto di culto grazie alla interpretazione di Campbell che, tra una battuta e l’altra, ha saputo attingere al linguaggio del corpo per portare sul grande schermo un divertente eroe solitario, in una forma autoironica. La deriva demenziale del film, inserita in un contesto di riferimento così ampio, tra viaggi nel tempo, cavalieri ed epiche battaglie, risulta funzionale pur allontanandosi da quella infiltrazione comica, ma d’autore, portata al genere da registi come Brooks e Polanski.

Scary Movie

Quando pensiamo alle parodie horror non possiamo che ricordare Scary Movie, la longeva e fortunata saga creata dai fratelli Wayans con l’intento di scimmiottare celebri pellicole dell’orrore, e non solo, del passato. Da Scream a So cosa hai fatto fino fino agli Slasher movie Venerdi 13 e Nightmare, passando per The Blair Witch Project e non risparmiando nemmeno i protagonisti di Dawson’s Creek, con lo stesso James Van Der Beek, protagonista nei panni di Dawson Leery nel celebre teen drama, che si presta a un divertente cameo. Uno strepitoso successo in termini di pubblico convinse della bontà del progetto e vennero realizzati diversi sequel, con una evidente virata verso il demenziale e la partecipazione di attori come Leslie Nielsen, Charlie Sheen, il tarantiniano Michael Madsen e Snoop Dogg. Immancabile la presenza di Anna Faris nei primi quattro episodi, mentre le quote rosa della saga venivano garantite anche da maggiorate come Carmen Electra e Pamela Anderson. Nel primo capitolo, decisamente il migliore della saga, Scary Movie rinuncia parzialmente alle gag esasperate a favore di una storia lineare che ricorda la trama, in particolare, di Scream, il celebre film horror diretto da Wes Craven.

Benvenuti a Zombieland

Grazie a La notte dei morti viventi di George A. Romero, nonostante il tema del non morto fosse già presente in diverse pellicole del passato, anche gli zombie sono diventati tra i protagonisti dell’immaginario horror e allo stesso tempo si sono evidentemente esposti al pericolo parodia. Benvenuti a Zombieland, del regista Ruben Fleischer, è una delle commedie horror più apprezzate negli ultimi anni. Merito di un cast d’eccezione, dove spicca l’irresistibile Woody Harrelson e un Bill Murray che interpreta se stesso in un futuro post-apocalittico contrassegnato da una imponente invasione di defunti ritornati improvvisamente in vita. Il film racconta di un viaggio on the road intrapreso dal furbo Columbus, il rude Tallahassee, e le due sorelle Wichita e Little Rock, verso un parco giochi che si crede essere l’unica zona non contaminata dai non morti. Benvenuti a Zombieland riesce, infine, a coniugare alla perfezione uno scenario urbano falcidiato dall’epidemia con momenti di tensione che, abilmente inseriti nel contesto, minano la serenità dello spettatore. Uno zombie movie che fa ridere, molto, e che lascia riflettere sulla società americana e sul suo modo di vivere, tra bandiere degli Stati Uniti rovesciate e un parco giochi idealizzato come novella roccaforte.

L’alba dei morti dementi

Ancora una volta gli zombie sono i protagonisti di un progetto cinematografico esilarante. L’alba dei morti dementi, diretto da Edgar Wright nel 2004, ha convinto da subito critica e pubblico grazie alla divertente interpretazione di Nick Frost e Simon Pegg, due scansafatiche britannici che si ritrovano a combattere contro orde di furiosi non morti. Nella prima parte la pellicola colpisce per la capacità di mostrare un mondo in rovina dilaniato dal risveglio dei defunti, mentre i due protagonisti sembrano non accorgersi di nulla, ponendo l’accento sulla vita forse eccessivamente monotona che si respira negli ambienti della working class inglese. In seguito il film rispetta un canovaccio di genere già visto, ma non per questo manca di originalità, compreso un brillante finale nel quale gli zombie vengono rappresentati come “addomesticati” e impegnati in una sorta di reality show alla tv. L’alba dei morti dementi racconta una storia tipica del cinema dell’orrore non rinunciando alla comicità e proponendo delle chiavi di lettura alternative che esulano da un discorso meramente cinematografico per sfociare in una riflessione ben più ampia sulla condizione sociale e sull’incidenza dei media nella nostra vita. A volte, i veri zombie si nascondono in poltrona e solo una improvvisa epidemia può risvegliarli dal sonno “eterno”.

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