Ghost Rider al cinema: le due versioni con Nicholas Cage a confronto

Ghost Rider, seppur non sia uno dei personaggi Marvel più famosi, è sbarcato al cinema ben due volte, con risultati purtroppo non così esaltanti. Perché?

Ghost Rider al cinema: le due versioni con Nicholas Cage a confronto
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Nonostante il successo crescente ottenuto dai cinecomic, portati alla ribalta da film seminali quali Spider-Man targato Raimi e i primi X-Men di Bryan Singer, poi esploso definitivamente con l'avvento del Marvel Cinematic Universe, determinati personaggi della Casa delle Idee non sono riusciti a essere valorizzati appieno una volta sbarcati al cinema.
Un esempio calzante, da questo punto di vista, è indubbiamente il personaggio di Ghost Rider, eroe non troppo conosciuto dal pubblico ma che in realtà ha avuto ben due trasposizioni cinematografiche, purtroppo non così esaltanti (soprattutto la seconda), seppur con qualche elemento interessante al loro interno.
Dopo quindi la disamina delle varie versioni di Hulk arrivate sul grande schermo, siamo ora pronti ad analizzare le incarnazioni di Ghost Rider.

Il Ghost Rider di Mark Steven Johnson e Nicolas Cage

Il personaggio Marvel creato da Roy Thomas, Gary Friedrich e Mike Ploog nel 1972, soprattutto nel nostro Paese, è sempre stato un eroe di nicchia, conosciuto magari maggiormente dai fan dei comics dell'Uomo Ragno per via di qualche sua celebre apparizione, come ad esempio in Maschere di Todd Macfarlane, ma nulla di più.
A complicare le cose ci ha ovviamente pensato il fatto che il supereroe non è mai stato legato a un singolo alter ego, ponendo gli stessi autori di fronte al dilemma di capire in primis quale personaggio far apparire al cinema.
Se dal punto di vista dei fumetti alcune saghe (più o meno recenti), concepite come reboot, sono riuscite a dare nuovo lustro a un personaggio davvero molto interessante ma non così sfruttato, in campo cinematografico le cose sono andate un po' diversamente.
Nell'adattamento del 2007 si è così deciso di puntare su Johnny Blaze (interpretato da Nicolas Cage) e su uno dei suoi avversari più temibili, Blackheart, figlio di Mefisto.
Il personaggio principale cinematografico risulta però caratterizzato da alti e bassi di varia natura, con alcuni momenti in cui lo vediamo più propenso all'introspezione e altri in cui viene fuori una sua vena maggiormente comica e scanzonata.

Il difetto più grande del film è infatti quello di non riuscire a calcare mai davvero la mano sulla componente dark e oscura (che poteva in realtà donare all'opera una marcia in più), rimanendo imprigionato in una sorta di limbo contenutistico eccessivamente propenso a mettere in scena situazioni non così impattanti dal punto di vista emozionale.
Gli stessi dialoghi tra i vari protagonisti risultano eccessivamente sottotono e talvolta ridicoli, regalando all'intera opera un mood non così adatto alla profondità del personaggio in questione.
Il Johnny Blaze del film è un individuo segnato dal suo difficile passato ma comunque incline alla battuta, spettatore abbastanza passivo degli eventi e sicuramente più vicino al concetto di antieroe che di supereroe in piena regola.
L'origin story non riesce pienamente a svolgere il suo ruolo di introduzione al personaggio presentando numerosi antagonisti (quanto comprimari) poco caratterizzati, lasciando allo stesso Nicolas Cage il compito di salvare il salvabile attraverso movenze - quanto espressioni - spesso improntate verso l'overacting.
A fronte quindi di una trama debole e di numerosi villain assolutamente dimenticabili, la forza del film sta nella cura con cui è stato ricreato Ghost Rider.

I momenti in cui il protagonista si trasforma, così come le sequenze dove lo vediamo pilotare a rotta di collo l'Hell Cycle (la sua celebre moto capace di fargli scalare enormi grattacieli in pochissimo tempo e di sfrecciare anche sull'acqua) risultano di fatto godibili, seppur in realtà non così numerosi all'interno della pellicola.
Nonostante effetti speciali di buona fattura - capaci di resistere anche agli anni trascorsi - non si può dire lo stesso delle coreografie legate ai combattimenti, eccessivamente statiche e non molto strutturate a livello generale.
Buona la messa in scena di alcuni dei poteri del protagonista, tra cui lo Sguardo di Penitenza (un'abilità capace di mettere a nudo i peccati del malcapitato di turno ritorcendoglieli contro), seppur in linea generale la stessa immortalità del Ghost Rider (quanto la sua straordinaria forza) non siano state valorizzate più di tanto nel corso dell'opera.

Il Ghost Rider di Mark Neveldine, Bryan Taylor e Nicolas Cage

Quando il trailer dedicato al nuovo film del personaggio (in realtà molto più simile a un reboot che a un vero secondo capitolo, nonostante la riconferma di Nicolas Cage) è uscito, le speranze di vedere un'opera migliore della precedente sono in qualche modo diventate realtà.
La nuova pellicola, affidata ai registi della serie Crank, è sembrata da subito capace di dare linfa vitale all'oscuro (anti)eroe di casa Marvel attraverso un mood esagerato quanto folle, ma comunque funzionale al tipo di personaggio preso in causa.
Purtroppo però, contro ogni più rosea aspettativa, il film è riuscito a far rivalutare in positivo la prima pellicola, creando così un piccolo grande disastro paragonabile solo a pochi altri cinecomic dell'epoca pre Iron Man.
Dalla trama ai villain, passando per i semplici comprimari, l'opera non riesce a trovare in nessun momento una propria coerenza strutturale, presentando di fatto allo spettatore una serie di sequenze eccessivamente scoordinate capaci di frammentare il ritmo degli eventi.
La verve su di giri e iconoclasta tipica degli autori, nonostante qualche trovata tutto sommato divertente (come ad esempio la brevissima sequenza in cui vediamo lo stesso Ghost Rider urinare) non riesce in alcun modo a sopperire alle mancanze oggettive del film, che hanno segnato di fatto un inevitabile punto di arresto per il personaggio cinematografico.

Nonostante una propensione nel puntare a un mood più cupo e maturo rispetto alla pellicola precedente, il film si accartoccia minuto dopo minuto su sé stesso senza riuscire quasi mai a risollevarsi.
Riescono comunque a salvarsi alcune scene action, grazie all'abilità dei due registi di regalare un forte senso di velocità durante le corse in moto.
Purtroppo però, salvo qualche momento apprezzabile, il personaggio non è riuscito a far breccia come avrebbe dovuto sul grande pubblico, portando lo stesso Nicolas Cage ad allontanarsi definitivamente dal progetto.
I Marvel Studios, comunque, hanno deciso di recuperare i diritti presentandone in seguito una nuova versione, presente nella serie Agents of Shield.
Dopo quindi due apparizioni cinematografiche non proprio all'altezza, la speranza è ovviamente quella di vedere comparire il personaggio anche all'interno di uno dei prossimi film targati MCU, così da rendere finalmente giustizia a un supereroe made in Marvel rimasto nell'ombra per un po' troppo tempo.

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