Genius: 3 motivi per vedere il film con Jude Law

È al cinema Genius, di Michael Grandage. Ecco perché il film con Jude Law e Colin Firth merita di essere visto.

Genius: 3 motivi per vedere il film con Jude Law
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Dopo essere passato in concorso alla Berlinale lo scorso febbraio, Genius è sbarcato nelle sale italiane , dopo il passaggio in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma 2016. Una vetrina abbastanza pertinente per l'opera prima di Michael Grandage, dato che essa è incentrata sul mondo letterario e la Festa, oltre ad accogliere film e star del grande schermo, concede la parola anche ad ospiti non strettamente legati alla settima arte come il romanziere Don Delillo. Diretto con tocco classico ma sicuro da un regista teatrale di successo, il film che annovera nel cast Jude Law, Colin Firth e Nicole Kidman non raggiunge le vette spropositate di altri esordi realizzati da cineasti di estrazione simile (vedi alla voce Sam Mendes), ma è comunque un prodotto interessante, che diverte soprattutto grazie a tre elementi, di cui vi parliamo nelle seguenti righe.


Editoria, portami via

A catturare l'interesse è già la premessa del film, incentrato su un argomento ignoto ai più: la figura dell'editor nel mondo dei libri, in particolare la narrativa. Chi legge i romanzi di Stephen King avrà una certa familiarità con le sue pre- o postfazioni dove il Re del brivido ringrazia sempre il suo editor, in particolare quando i libri sono molto lunghi (come The Dome) e prima delle modifiche lo erano ancora di più. Genius mostra questo processo collaborativo concentrandosi sulla figura di Maxwell Perkins, che lavorò a stretto contatto con Ernest Hemingway, F. Scott Fitzgerald e Thomas Wolfe rendendo i loro testi più idonei alla pubblicazione (per citare un esempio che appare nel film, il manoscritto del primo romanzo di Wolfe fu accorciato di 60.000 parole, e venne cambiato anche il titolo). Per chi si interessa al mondo dell'editoria, questo è uno sguardo semplice ma intrigante sul funzionamento della pubblicazione letteraria.

Colin Firth

L'attore inglese, attualmente in sala con Bridget Jones's Baby, si presta benissimo all'ambientazione d'epoca, adattando il suo stile molto elegante e la sua dizione impeccabile ad un personaggio americano (tutti i letterati menzionati nel paragrafo precedente sono interpretati da britannici o australiani). Misurato e sempre in equilibrio tra leggerezza e serietà, Firth è il cuore umano del film, con una raffinatezza recitativa che si contrappone, giustamente e perfettamente, all'istrionismo del suo coprotagonista (vedi sotto). Forse non ne sentiremo riparlare in sede di Oscar, poiché la performance non raggiunge esattamente i livelli di A Single Man e Il discorso del re, ma è comunque un lavoro solido e coinvolgente, soprattutto quando Firth non è da solo.

Jude Law

Adesso lo vedremo sul piccolo schermo alla corte di Paolo Sorrentino in The Young Pope, ma anche su quello grande Law, che l'anno scorso si è divertito a scimmiottare James Bond in Spy, continua a fare la sua porca figura. E sebbene nei panni di Thomas Wolfe la sua esuberanza possa occasionalmente irritare, a seconda dello spettatore, è palese che l'interprete di Ritorno a Cold Mountain si sia divertito un sacco sul set, e tale sensazione emerge dalla sua performance per contagiare anche i presenti in sala. Incontenibile e strepitoso, dà alla costruzione molto classica di Genius un carica di energia considerevole, soprattutto nei momenti che, in mano ad altri attori, avrebbero potuto risultare un po' stantii.

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