Il gatto con gli stivali 2 e Pinocchio: come l'animazione affronta la Morte

Due storie differenti, due personaggi diversi, un unico fine: capire che la vita è preziosa perché è una sola.

Il gatto con gli stivali 2 e Pinocchio: come l'animazione affronta la Morte
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Esattamente nella stessa settimana in Italia escono due film d'animazione i quali, sostanzialmente, ci ricordano che dobbiamo morire. Un po' come il monito lanciato a Massimo Troisi nel celeberrimo Non ci resta che piangere, con tanto di dito alzato e tono greve a presagire un destino inevitabile a cui è impossibile scampare. Se nella declinazione ironica della pellicola italiana la frase è diventata un must delle citazioni tanto da essere entrata quasi nel gergo comune, vederla riverberata sul grande schermo in due opere per adulti, ma pur sempre per famiglie, può comunque destabilizzare. Più per Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio che per Pinocchio di Guillermo Del Toro, quest'ultimo già più indirizzato verso un pubblico trasversale, ma che rimane comunque un gioiellino con cui intrattenere e educare i piccoli spettatori alla meraviglia delle immagini, in questo caso in stop motion, e a cos'è che effettivamente ci rende umani.

Se nella recensione di Il Gatto con gli Stivali 2 - L'ultimo desiderio abbiamo esplorato l'ultra dinamicità della pellicola col suo lato fumettistico, messa a confronto con la recensione del Pinocchio di Guillermo del Toro e col contenuto che propone, i due film si dimostrano più simili di quanto si potrebbe immaginare. Pur intraprendendo percorsi narrativi differenti, entrambe le opere pongono al centro la questione della Morte, contrappeso per rappresentare le persone in quanto vive, degne del tempo che trascorrono sulla terra, il quale non deve essere mai dato per scontato.

Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio: il fischio della Morte

Approcciandosi a due differenti racconti e arrivando alla loro tesi attraverso vie che si discostano, le pellicole sopraggiungono a una consapevolezza sul senso della qualità che bisogna attribuire a ogni secondo nel regno degli esseri viventi, procedendo grazie a discorsi sulla comprensione della nostra unica esistenza, la quale è preziosa proprio in quanto tale, poiché breve, delimitata, circoscritta; destinata a dover inevitabilmente finire, e piena di importanza esattamente per questo motivo.

Il protagonista de Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio comprende cosa vuol dire vivere quando, per la prima volta dalla sua nascita, acquisisce la cognizione di dover affrontare realmente la fine. Dotato di nove vite come tutti i gatti, il rosso felino le ha consumate tutte per colpa del suo ego, della propria vanità, dell'idea di essere invincibile. Dedicandosi delle canzoni o sfoderando la spada a ogni occasione, il gatto ha sbeffeggiato la morte credendo che quest'ultima avrebbe tardato ad arrivare, e invece si manifesterà al suo capezzale sotto forma di un lupo dagli occhi infuocati. Scoperto di essere rimasto con un'unica vita, al protagonista non rimarrà che farsi drizzare i peli sulle zampe e darsi alla macchia, dimenticando i giorni di gloria in cui poteva ridere di fronte al pensiero del dover perire, intenzionato a raggiungere quell'ultimo desiderio possibile e recuperando così le esistenze che ha perso per perpetrare la sua leggenda.

Pinocchio di Guillermo Del Toro: tra fine e attesa

La stessa sfrontatezza con cui si gonfia inizialmente Pinocchio nel film di Del Toro di fronte al suo incontro con la dea della morte. Sorella di quello spirito del bosco che ha reso il burattino da fermo e statico a chiacchierone e canterino, la custode dell'aldilà spiega al bambino (non) vero a quale fine lo condurrà la sua sconsideratezza.

Non potendo effettivamente morire in quanto fatto di legno, ad ogni sua morte violenta il personaggio verrà condotto davanti alla divinità che lo tratterà sempre un po' più a lungo, mettendolo in guardia sullo sfidare i tempi che riserva nel non-luogo della morte, rischiando così di perdere troppi anni stando lontano dalla sua famiglia e dai propri cari. Entusiasta del suo poter vivere all'infinito e anche leggermente confuso sui procedimenti attuati dalla morte per tenerlo lì assieme a lei, quello di Pinocchio sarà un apprendimento graduale fatto prima di arroganza, poi di riflessione sui propri sbagli, fino ad arrivare a quello che è a tutti gli effetti un sacrificio finale. Un continuare a poter usufruire della sua immortalità in eterno oppure scambiarla per salvare la vita di qualcun altro. Decidere di tornare per fare in modo di restare con chi ha imparato ad amarlo e con chi Pinocchio ha da sempre amato a sua volta. Attraverso due percorsi distanti l'uno dall'altro, Il Gatto con gli Stivali 2 - L'ultimo desiderio e Pinocchio di Guillermo Del Toro giungono alla medesima conclusione. Nel tirare le somme sul loro sfidare la morte, quando i personaggi dovranno scegliere se continuare nel proprio egoismo o cedere, dedicandosi agli altri e immolandosi per loro, entrambi decideranno di onorare un'unica vita possibile, quella che un domani verrà interrotta.

Preso da attacchi di panico dal momento in cui ha capito di non avere più scampo, il Gatto con gli Stivali coglierà la profondità che può avere il possedere una sola esistenza non riempiendola perciò di facezie e auto-celebrazioni, ma dando valore alle persone con cui si vuole condividerla, facendo in modo che sia quanto mai gioiosa e pregiata possibile. Non pensando più solo a se stesso, e acquisita finalmente la consapevolezza della distorsione che può creare il credere di essere invincibili, Pinocchio tornerà nel mondo facendo in modo che quella sua unica vita mortale sia vera e pregiata. Una vita data per amore degli altri, che sapranno a propria volta salvarci.

Cosa ci rende veri?

È incredibile come anche il sottotitolo L'ultimo desiderio del sequel de Il Gatto con gli Stivali vada a toccare le corde del film di del Toro, assumendo nelle due pellicole una funzione parallela e speculare. Se per il gatto il desiderio di allungarsi quella sola vita riacquistandone otto diventerà un miraggio fatuo, nell'opera di Netflix ne verrà invece fatto uso, seppur non dal protagonista, per mostrare come dare la vita a volte può contribuire ad aiutarne un'altra (e la propria).

L'aleggiare della morte, che abbia la forma di un lupo o di un nume ancestrale, è ciò che riempie di validità l'esistenza del Gatto con gli Stivali e che rende "vero" Pinocchio, poiché lo mette al corrente di qual è il fato tratteggiato per qualsiasi persona. Sono due film d'animazione che, sulla scia di ciò che hanno realizzato anche i precedenti Inside Out, Coco e Soul della Disney Pixar, guarda agli spettatori con la benevolenza dei suoi personaggi finzionali e pupazzeschi per far passare un messaggio del tutto reale: siamo persone perché siamo soggette alla fatalità. Siamo veri e dobbiamo goderci questo privilegio, perché un domani non ci saremo più.

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