Free State of Jones: Matthew McConaughey, la top 5 dell'attore

Dalle tinte rosa al dramma nero: Matthew McConaughey nei suoi film ha regalato il meglio e il peggio dell'America moderna nella sua carriera

Free State of Jones: Matthew McConaughey, la top 5 dell'attore
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Occorre dare un certo credito a Michael Patrick King che nel 2000, con casting director al seguito, scelse Matthew McConaughey per la parte di un eccentrico produttore alla prese con Carrie Bradshaw in Sex and the City; a riguardare quei pochissimi minuti non stupisce la grandiosa, seppure brevissima, apparizione in The Wolf of Wall Street (2013). Dopo l'interessante cameo nella serie televisiva, il biondo texano, forse contagiato dal femminismo di Carrie&co, colora la sua vita di rosa con una commedia dopo l'altra: Prima o poi mi sposo, Come farsi lasciare in 10 giorni, Tiptoes, A casa con i suoi, in quest'ultima torna al fianco dell'iniziatrice al genere Sarah Jessica Parker. Chiude il cerchio con La rivolta delle ex, nel titolo una profezia: Matthew dal film successivo in poi (The Lincoln Lawyer) si ribella, inconsciamente o meno, al marchio di fabbrica rosa con il quale Hollywood l'aveva etichettato. L'attore cambia del tutto sfumature: prima giallo, poi noir con Killer Joe e successivamente il nero. Dallas Buyers Club lo consacra definitivamente alle storie drammatiche e l'anno seguente arriva True Detective, serie televisiva di alta qualità, capitanata proprio dalla grande interpretazione dello spogliarellista di Magic Mike. Ora è al cinema con Free State of Jones, dramma che ripercorre l'epopea americana del diciannovesimo secolo. In attesa di scoprire la caratura dell'ultima performance di McConaughey - Free State of Jones è una delle uscite del weekend - vi proponiamo la top 5 dell'attore.


The Lincoln Lawyer

Loyal movie firmato Brad Furman, passato decisamente in sordina, si può gloriare di pochi meriti. Uno di questi è sicuramente l'interpretazione di McConaughey che si sfila il maglioncino da commediola su Canale 5, passa dal parrucchiere a lisciarsi i capelli - il riccio gelatinato l'ha rovinato - e si trasforma in Mickey Haller, avvocato difensore di Ryan Philippe ( Louis Ross Roulet); professionista all'avanguardia con metodi alternativi pronti all'uso e strettamente legato al valore dell'etica professionale. Matthew da qui inizia a spaccare il bozzolo da larva intorno a lui con un'interpretazione forse troppo legata ai grandi classici polizieschi, nella quale però mette già una firma di sarcasmo black e sofferenza da outsider.

Magic Mike

Steven Soderbergh stupisce il pubblico con una storia ispirata al passato di Channing Tatum, lo spogliarello è solo la vetrina. Supportato dagli addominali di Tatum, Magic Mike vede il ritorno di riccioli d'oro McConaughey con cappello texano, fisico da bronzo di Riace e giusta dose di dramma. Con la sua interpretazione di uomo sconfitto, disilluso e consapevole dei propri limiti, Matthew vince l'American Spirit Award come Migliore Attore non Protagonista riuscendo nel difficile tentativo di spalleggiare il collega, anche lui al pieno della forma (non solo fisica).

Interstellar

Il buco nero nella carriera di Christopher Nolan, pompato da un'incessante ed esagerata campagna mediatica che l'ha paragonato, con orrore degli appassionati, al 2001: Odissea nello spazio di Kubrick e che ha fatto salire l'hype a dismisura, Interstellar è approdato al cinema stupendo per gli effetti speciali, la spettacolarità delle sequenze ma poco per l'idea e la sceneggiatura. L'attore protagonista riesce a rendere credibile il ruolo di padre e ingegnere/ex-pilota della NASA, si destreggia tra navicelle spaziali - dialoghi scientifici e tensioni emotive e delicate nelle scene con la piccola Murphy.

The Wolf of Wall Street

Il film di Martin Scorsese è annoverato come l'opera di maggior successo nella carriera di Leonardo Di Caprio eppure quei pochissimi minuti di McConaughey, durante il pranzo di lavoro con Jordan Belfort, fissano perfettamente l'immaginario dei broker americani, forse ancor di più delle due ore e più del lupo che chiacchiera davanti la macchina da presa. Catalizzante, eccessivo, spaventoso, eccentrico, la scena è concentrata e imbarazzante quanto il finto orgasmo in Harry ti presento Sally e a Matthew è affidato oltre un minuto di borbottìo che condisce con espressività e gestualità iconiche. Tempi e mimica sono anche merito anche del collega Leonardo: "È una cosa che faccio io prima di recitare, per rilassarmi, scaldare la voce e mandare via tutti i pensieri. Leo mi ha visto mentre mi battevo il petto e mi ha quindi chiesto cosa diavolo stessi facendo. ho spiegato la mia abitudine e lui ha consigliato a Martin Scorsese di provare a girare la scena usando questo trucco", ha raccontato McConaughey.

Dallas Buyers Club

Matthew McConaughey vince il premio Oscar come Miglior Attore Protagonista grazie al film di Jean-Marc Vallée nel 2013 e a ragion veduta. Cappello texano sulla testa, come in Magic Mike, l'attore si presenta con 23 chili in meno e dona il volto a Ron Woodroof, omofobo, razzista, malato terminale di AIDS. Una performance apprezzata e applaudita proprio per l'aver aggirato il rischio di imbellimento e paillettes al personaggio realmente esistito: rozzo, saccente, con atteggiamenti primitivi e sgraziati, Ron diventa il contraltare perfetto del transgender Rayon (Jared Leto) delicato e fragile personaggio che ha distrutto l'animo degli spettatori. Quella di essere spalle ideale, quasi macchiettistica, e al contempo protagonista anti-eroe, esempio ineccepibile il suo True Detective, è la lodevole dote di Magic Texas mai comunque quanto quella di aver saputo, con furbizia e un po' di coraggio, rifuggire dall'etichetta "uomo da commedia" nella quale sono caduti tanti validi attori (Hugh Grant, tanto per dirne uno).

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