Speciale Fast & Furious - La serie

La saga dei bolidi a tutto Diesel

Speciale Fast & Furious - La serie
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Il conto alla rovescia, arrestatosi nel 2009, è improvvisamente ricominciato.
I motori si stanno riscaldando piano piano, mentre le ruote sono già fumanti sull'asfalto bollente ed il piede destro comincia a premere sull'acceleratore.
Era stato annunciato già da tempo e finalmente arriva nelle sale italiane, a partire dal 4 maggio del 2011, Fast & furious 5, quinto capitolo della saga cinematografica ambientata nel feroce e sfrenato universo delle corse automobilistiche illegali, diretto come il terzo e il quarto dal taiwanese Justin Lin.
Quindi, in attesa di vedere in azione Dwayne Johnson alias The Rock ed Elsa"Beyond Re-Animator"Pataky accanto ai protagonisti storici della serie, ci sembra giusto fare un veloce ripasso.

Fast and furious

Con le fattezze di Paul Walker, Brian O'Conner è un giovane poliziotto in borghese di Los Angeles che, al fine di indagare su una serie di furti ai danni di camion che trasportano merci di valore, s'infiltra come pilota nel team del re delle corse clandestine Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel, rimanendo però affascinato dalla sorella Mia, con il volto della Jordana Brewster vista nel rodrigueziano The faculty.
Partendo da questa esile idea, Rob Cohen, reduce dal thriller giovanilistico The skulls-I teschi, dell'anno precedente e con lo stesso Walker nel cast, confezionò nel 2001 quello che, riportando sulla locandina la dicitura "Se vuoi trasgredire... devi farlo adesso!", non impiegò molto tempo a trasformarsi in un vero e proprio cult-movie, tanto da generare i vari sequel di cui siamo ormai a conoscenza, oltre a dare il via al filone delle pellicole ad alta velocità.
Eppure, ci si chiede quale sia stato il vero motivo di tutto il successo riscosso, tenendo in considerazione il fatto che, in fin dei conti, il lungometraggio - comprendente nel cast anche la Michelle Rodriguez di Resident evil - altro non è che un condensato senza infamia e senza lode di vicenda poliziesca, gare su quattroruote e amicizie apparentemente impossibili.
Forse, la risposta si trova proprio nel desiderio di brivido dell'alta velocità, senza tener conto dell'effettivo valore tecnico-artistico dell'operazione, la quale contribuì ancora di più ad aumentare la popolarità di Diesel.

2 fast 2 furious

Perduto il lavoro di agente dopo aver favorito Dominic Toretto, del quale aveva finito per diventare amico, Brian O'Conner torna a Miami insieme alla vecchia conoscenza Roman Pearce alias Tyrese Gibson e, nel tentativo di rientrare in polizia muovendosi segretamente sotto copertura, si trova ad affiancare la bellissima collega Monica Fuentes, cui concede anima e corpo Eva Mendes, per incastrare un losco trafficante di droga.
Datato 2003 e diretto dal John Singleton di Boyz n the hood-Strade violente, il primo sequel del film di Cohen è l'unico della serie a non vantare nel cast la presenza di Vin Diesel, ma è anche quello che sembra essere il più riuscito.
Infatti, sebbene il soggetto di partenza risulti decisamente più banale rispetto a quello sfruttato nel capostipite e la tematica delle corse con le macchine venga quasi inserita a forza nello svolgimento della storia, Singleton sfoggia un notevole gusto per l'estetica, supportato anche dalla bella fotografia di Matthew F. Leonetti.
Paradossalmente, poi, l'aumento delle esagerazioni non infastidisce affatto, in quanto perfettamente consono con la tipologia di spettacolo in questione, volta al facile e frenetico intrattenimento proto-fumettone. Tanto da spingerci a pensare che la loro mancanza era proprio il principale limite della pellicola precedente.

The fast & the furious: Tokyo drift

Il Lucas Black di Jarhead (2005) è l'inquieto Sean Boswell, il quale, al fine di evitare la prigione in seguito all'ennesima bravata su quattroruote, accetta di andare a vivere con il severo padre a Tokyo, dove, dopo aver fatto conoscenza con l'americano Twinkie alias Bow Wow, viene introdotto nel mondo underground del drift racing, ovvero gare illegali di auto che, ad elevatissima velocità, affrontano percorsi incredibilmente tortuosi.
Legato al capostipite soltanto da un'apparizione non accreditata di Vin Diesel, il Fast & furious 2006, diretto dal succitato Justin Lin che aveva firmato nello stesso anno Annapolis, si priva del protagonista-simbolo Paul Walker ed abbandona del tutto il genere poliziesco per concentrarsi sull'universo degli adolescenti incompresi e sbandati.
Quindi, un terzo capitolo che, non privo di parentesi sentimentale, si rivolge in maniera diretta al pubblico dei giovanissimi, principali fruitori di questa tipologia di prodotti, mentre tira in ballo anche la Yakuza e coinvolge nel cast il grande Sonny Chiba di Kill Bill volume 1.
Peccato, però, che il risultato non sembri altro che uno scialbo teen-movie d'azione privo di sorprese ed entusiasmanti virtuosismi tecnici, anche se i patiti di pneumatici fumanti e stridio dei freni vi trovano pane per i loro denti.

Fast & furious-Solo parti originali

Deciso a muovere una personale vendetta contro uno spacciatore sociopatico, Domic Toretto, affiancato da Brian O'Conner, cerca di guadagnarsi un posto tra i delinquenti che, attraverso tunnel scavati nelle grotte, fanno passare l'eroina quasi pura dalla frontiera del Messico.
Riunito il cast del capostipite, tanto che ritroviamo anche Michelle Rodriguez e Jordana Brewster, Justin Lin - superata la parentesi adolescenziale del tassello precedente - riporta la serie nell'ambito del poliziesco ad alta velocità con un quarto episodio datato 2009 che, sebbene racconti eventi collocabili tra il secondo e il terzo, viene considerato da Diesel come l'unico vero sequel del film di Rob Cohen.
Senza perdere tempo, si comincia subito con un serrato inseguimento-colpo ai danni di un camion che trasporta carburante nella Repubblica Dominicana, ma la formula sembra essere ormai stanca e ripetitiva, facendo apparire noiose perfino le frenetiche e turbolente sequenze delle gare. Non parliamo poi del fatto che l'argomento cardine delle sfide automobilistiche non fatica a rivelarsi un marginale pretesto per poter catalogare all'interno della serie quella che, privata di copertoni e asfalto rovente, non sarebbe stata altro che una qualsiasi police story sulla falsariga del Miami Vice interpretato da Colin Farrell e Jamie Foxx.

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