Eternals è finalmente nelle sale italiane dal 3 novembre, pronto a tentare la scalata al botteghino nazionale (qui la nostra recensione di Eternals). Il lungometraggio, diretto da Chloé Zhao (Nomadland, The Rider - Il Sogno di un cowboy) e scritto dalla stessa regista in compagnia di Patrick Burleigh, Ryan Firpo e Matthew K. Firpo, rispetto ad altri titoli del Marvel Cinematic Universe si pone in maniera diversa in quanto a toni e contenuto, risultando più serioso e filosofico.
Una caratteristica segnalata nelle prime reazioni a Eternals come un avvicinamento allo stile del DC Extended Universe anche se, in realtà, l'ultima pellicola MCU non ha niente a che vedere con i lungometraggi dei competitor. Il motivo è presto detto: l'ironia tipica marvelliana c'è ma è dosata con intelligenza; sono presenti anche collegamenti al mondo di riferimento e vi è comunque lo schema generale di costruzione di una origin story in chiave classica seguendo i canoni dell'MCU.
Oltre a questo, però, c'è molto altro che differisce e che eleva Eternals enormemente; un prodotto che anche se grida Marvel da tutti i pori è costruito con ritmo più compassato e un grado di maturità più raffinato ed elegante, tale da spingere a più ragionamenti e riflessioni del solito. È quindi importante scoprire cosa sia cambiato rispetto alla classica formula rodata dalla Marvel in ambito cinematografico, così da comprendere se questa linea possa essere ripresa in altri prodotti del mondo supereroistico senza che ci sia per forza una connessione con l'impronta registica e narrativa di Chloé Zhao.
Eternals: in principio furono i Celestiali
Fin dalle prime parole del prologo che appaiono durante la visione di Eternals, capiamo che il tono scelto dalla Zhao riprende a piene mani dall'epica classica. Tale approccio recupera un alone leggendario e mitologico che è tipico dei grandi kolossal, ma anche delle narrazioni cosmogoniche per rappresentare come è stato ideato un universo agli albori.
Ed è proprio questa una delle caratteristiche più sorprendenti del nuovo lungometraggio Marvel Studios: scava in profondità nel passato per mostrare al pubblico com'è stato concepito l'MCU delle origini e come si è sviluppato nel corso del tempo, viaggiando tra secoli di storia antica. In questo senso, si travalica un po' la concezione della finzione fumettistica e, ricorrendo a strumenti mitologici e fiabeschi di nostra conoscenza (come parte integrante del vissuto di ognuno di noi), ci fa sentire legati a un cosmo vivo e pulsante e non a un costrutto di fantasia lontano dalla nostra tradizione culturale. Effettivamente, prima di Eternals, non era mai stata utilizzata una cifra stilistica così tanto marcatamente epica, anche se Avengers: Endgame - seppur con uno stile differente - aveva già portato sul grande schermo un impianto estetico maestoso e monumentale. Ciò ci aveva fatto presagire che, al di là delle battute e dei combattimenti al cardiopalma, Marvel era anche in grado di narrare avventure con uno spirito più maturo.
Gli eroi dei due mondi
Eternals parte già, quindi, con un sostrato diverso dal solito che lo avvicina più a un kolossal epico che a un cinecomic classico, ma le innovazioni della pellicola non finiscono qui. Di fronte a un nutrito corpus di personaggi, che sono effettivamente il cuore pulsante della storia, l'autrice e gli sceneggiatori si approcciano ai vari Eterni in modo empatico ed emotivo. Nel fare questo, li privano quasi del tutto della loro perfezione divina, ma li dotano di obiettivi, ambizioni e, soprattutto, difetti che appartengono all'umanità.
Con i Marvel Studios siamo abituati a vedere personaggi praticamente perfetti, eroi senza macchia e senza paura che si sacrificano stoicamente per l'umanità. Gli Eterni sono di tutt'altra fattura; sono in continua discussione con se stessi, sono fragili per le cause più disparate e non accettano in modo cieco e irrazionale gli ordini imposti (con piccole, ma fondamentali eccezioni).
Tale visione è matura perché allontana per un momento la modalità classica di concepire queste figure fumettistiche e ci fa comprendere come questi personaggi possano essere analizzati travalicando in parte la loro funzione primigenia, dandogli una connotazione moderna e contestualizzandoli anche nel nostro mondo di riferimento (e non solo il loro, di finzione). Gli Eterni, in tal senso, si trovano in due dimensioni distinte parlando sia il linguaggio tradizionale dei cinecomic, ma rivolgendosi anche al pubblico in modo sincero e diretto, senza artifici, perché in grado di comprendere e interpretare le contraddizioni della nostra realtà.
Questa maturità avrà un impatto anche sui prodotti successivi?
Ecco che quindi la maturità di Eternals si esprime, al di là del contenuto e delle tematiche proposte, con una costruzione dei protagonisti molto differente dal solito che funziona perfettamente. Tale scelta lavora, contemporaneamente, sia in modo funzionale per la narrazione proposta, pregna di epicità e mitologia, ma anche a livello introspettivo, toccando le corde più intime del pubblico.
Un metodo insolito per i Marvel Studios, che potrebbe essere benissimo ripreso anche in altri prodotti cinematografici e seriali della Casa delle Idee. In realtà non è semplice capire su due piedi se altri personaggi dell'MCU si adatterebbero a questa lettura alternativa della figura del supereroe, ma sicuramente tale metodologia non passerà per nulla inosservata. Questo stile peculiare, in bilico tra leggenda e sensibilità disarmante, apparterrà probabilmente solo alla visione di Chloé Zhao, ma ciò non esclude che altri progetti, d'ora in poi, si concentrino maggiormente su componenti che vanno al di là della classica e ridondante formula commerciale. Non ci dimentichiamo che ci aspettano titoli come Doctor Strange 2, dove la presenza di Sam Raimi farà sicuramente la differenza, o la serie televisiva Moon Knight (al seguente link trovate le curiosità su Moon Knight che non sapevate, il cui protagonista è complesso a livello psicologico, richiedendo una caratterizzazione estremamente acuta e precisa. Insomma, le potenzialità per continuare sulla stessa linea ci sono e siamo piuttosto fiduciosi sul fatto che la visione matura e introspettiva di Eternals avrà una piacevole compagnia, ovviamente solo nei casi in cui tale approccio sarà possibile.
Eternals è davvero il film MCU più maturo di sempre?
Il cinecomic diretto da Chloé Zhao si pone in maniera differente rispetto ad altri prodotti dell'MCU, risultando più adulto e introspettivo.
Eternals è finalmente nelle sale italiane dal 3 novembre, pronto a tentare la scalata al botteghino nazionale (qui la nostra recensione di Eternals). Il lungometraggio, diretto da Chloé Zhao (Nomadland, The Rider - Il Sogno di un cowboy) e scritto dalla stessa regista in compagnia di Patrick Burleigh, Ryan Firpo e Matthew K. Firpo, rispetto ad altri titoli del Marvel Cinematic Universe si pone in maniera diversa in quanto a toni e contenuto, risultando più serioso e filosofico.
Una caratteristica segnalata nelle prime reazioni a Eternals come un avvicinamento allo stile del DC Extended Universe anche se, in realtà, l'ultima pellicola MCU non ha niente a che vedere con i lungometraggi dei competitor. Il motivo è presto detto: l'ironia tipica marvelliana c'è ma è dosata con intelligenza; sono presenti anche collegamenti al mondo di riferimento e vi è comunque lo schema generale di costruzione di una origin story in chiave classica seguendo i canoni dell'MCU.
Oltre a questo, però, c'è molto altro che differisce e che eleva Eternals enormemente; un prodotto che anche se grida Marvel da tutti i pori è costruito con ritmo più compassato e un grado di maturità più raffinato ed elegante, tale da spingere a più ragionamenti e riflessioni del solito. È quindi importante scoprire cosa sia cambiato rispetto alla classica formula rodata dalla Marvel in ambito cinematografico, così da comprendere se questa linea possa essere ripresa in altri prodotti del mondo supereroistico senza che ci sia per forza una connessione con l'impronta registica e narrativa di Chloé Zhao.
Eternals: in principio furono i Celestiali
Fin dalle prime parole del prologo che appaiono durante la visione di Eternals, capiamo che il tono scelto dalla Zhao riprende a piene mani dall'epica classica. Tale approccio recupera un alone leggendario e mitologico che è tipico dei grandi kolossal, ma anche delle narrazioni cosmogoniche per rappresentare come è stato ideato un universo agli albori.
Ed è proprio questa una delle caratteristiche più sorprendenti del nuovo lungometraggio Marvel Studios: scava in profondità nel passato per mostrare al pubblico com'è stato concepito l'MCU delle origini e come si è sviluppato nel corso del tempo, viaggiando tra secoli di storia antica. In questo senso, si travalica un po' la concezione della finzione fumettistica e, ricorrendo a strumenti mitologici e fiabeschi di nostra conoscenza (come parte integrante del vissuto di ognuno di noi), ci fa sentire legati a un cosmo vivo e pulsante e non a un costrutto di fantasia lontano dalla nostra tradizione culturale. Effettivamente, prima di Eternals, non era mai stata utilizzata una cifra stilistica così tanto marcatamente epica, anche se Avengers: Endgame - seppur con uno stile differente - aveva già portato sul grande schermo un impianto estetico maestoso e monumentale. Ciò ci aveva fatto presagire che, al di là delle battute e dei combattimenti al cardiopalma, Marvel era anche in grado di narrare avventure con uno spirito più maturo.
Gli eroi dei due mondi
Eternals parte già, quindi, con un sostrato diverso dal solito che lo avvicina più a un kolossal epico che a un cinecomic classico, ma le innovazioni della pellicola non finiscono qui. Di fronte a un nutrito corpus di personaggi, che sono effettivamente il cuore pulsante della storia, l'autrice e gli sceneggiatori si approcciano ai vari Eterni in modo empatico ed emotivo. Nel fare questo, li privano quasi del tutto della loro perfezione divina, ma li dotano di obiettivi, ambizioni e, soprattutto, difetti che appartengono all'umanità.
Con i Marvel Studios siamo abituati a vedere personaggi praticamente perfetti, eroi senza macchia e senza paura che si sacrificano stoicamente per l'umanità. Gli Eterni sono di tutt'altra fattura; sono in continua discussione con se stessi, sono fragili per le cause più disparate e non accettano in modo cieco e irrazionale gli ordini imposti (con piccole, ma fondamentali eccezioni).
Tale visione è matura perché allontana per un momento la modalità classica di concepire queste figure fumettistiche e ci fa comprendere come questi personaggi possano essere analizzati travalicando in parte la loro funzione primigenia, dandogli una connotazione moderna e contestualizzandoli anche nel nostro mondo di riferimento (e non solo il loro, di finzione). Gli Eterni, in tal senso, si trovano in due dimensioni distinte parlando sia il linguaggio tradizionale dei cinecomic, ma rivolgendosi anche al pubblico in modo sincero e diretto, senza artifici, perché in grado di comprendere e interpretare le contraddizioni della nostra realtà.
Questa maturità avrà un impatto anche sui prodotti successivi?
Ecco che quindi la maturità di Eternals si esprime, al di là del contenuto e delle tematiche proposte, con una costruzione dei protagonisti molto differente dal solito che funziona perfettamente. Tale scelta lavora, contemporaneamente, sia in modo funzionale per la narrazione proposta, pregna di epicità e mitologia, ma anche a livello introspettivo, toccando le corde più intime del pubblico.
Un metodo insolito per i Marvel Studios, che potrebbe essere benissimo ripreso anche in altri prodotti cinematografici e seriali della Casa delle Idee. In realtà non è semplice capire su due piedi se altri personaggi dell'MCU si adatterebbero a questa lettura alternativa della figura del supereroe, ma sicuramente tale metodologia non passerà per nulla inosservata. Questo stile peculiare, in bilico tra leggenda e sensibilità disarmante, apparterrà probabilmente solo alla visione di Chloé Zhao, ma ciò non esclude che altri progetti, d'ora in poi, si concentrino maggiormente su componenti che vanno al di là della classica e ridondante formula commerciale. Non ci dimentichiamo che ci aspettano titoli come Doctor Strange 2, dove la presenza di Sam Raimi farà sicuramente la differenza, o la serie televisiva Moon Knight (al seguente link trovate le curiosità su Moon Knight che non sapevate, il cui protagonista è complesso a livello psicologico, richiedendo una caratterizzazione estremamente acuta e precisa. Insomma, le potenzialità per continuare sulla stessa linea ci sono e siamo piuttosto fiduciosi sul fatto che la visione matura e introspettiva di Eternals avrà una piacevole compagnia, ovviamente solo nei casi in cui tale approccio sarà possibile.
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